“Words Bubble Up Like Soda Pop”: un ritratto brillante

“Words Bubble Up Like Soda Pop”: un ritratto brillante
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La società americana Netflix è nota per mettere a disposizione dei suoi utenti un servizio di streaming a pagamento in grado di riprodurre centinaia e centinaia di show. Ma cosa dire dei titoli che lei stessa ha aiutato a produrre, in particolare di quelli anime?

Saidā no Yō ni Kotoba ga Wakiagaru

Words Bubble Up Like Soda Pop, dopo una travagliata storia di ritardi e proroghe, esce il 22 Luglio 2021 nei cinema giapponesi e su Netflix. Il film è stato annunciato a febbraio 2019 al concerto per il decimo anniversario di Flying Dog, dove è stato mostrato il teaser trailer. Successivamente viene proiettato in anteprima allo Shanghai International Film Festival. Il lungometraggio vede Kyohei Ishiguro alla regia, Dai Satō alla scrittura, Yukiko Aikei al character design e Kensuke Ushio alle musiche.

Una commedia romantica come tante…

La trama appare, ad un primo sguardo, piuttosto semplice e stereotipata. Due ragazzi che non c’entrano niente l’uno con l’altra si scambiano i cellulari a causa di un incidente. Lui è molto timido e fatica a comunicare con il mondo, dal quale tenta di isolarsi costantemente attraverso cuffie noise cancelling. Il suo modo di esprimersi è scrivere haiku, ovvero poesie. Lei è molto solare ed estroversa, al punto da essere sempre connessa con gli altri, ma in realtà è profondamente insicura. Anche se è un’influencer che fa un sacco di foto e dirette sui social, indossa sempre una mascherina che copre i suoi denti “da castoro”, dei quali è preoccupata.

I due si incontrano per restituirsi a vicenda i telefoni, chiacchierano e si innamorano. Ci sono una serie di circostanze avverse: la sostanziale incapacità comunicativa di entrambi, lui che si deve trasferire, lei che rompe un disco che entrambi stavano cercando con insistenza. Il gran finale, ovviamente, prevede fuochi d’artificio, una dichiarazione accoratissima in versi e un bacio in una scena dopo i crediti.

…ma come poche

In realtà, questa superficialità è solo apparente. L’anime, infatti, tocca temi molto profondi e inerenti alla società moderna in modo fine e non invasivo, così da non appesantire un film. Insomma, ricorda per certi versi la comicità dell’autore Terenzio o del ben più noto Pirandello. Guardandolo, lo spettatore ride, ma poi si trova a conoscere qualcosa di nuovo e a riflettere su ciò che ha visto. I parallelismi e la regia che si nasconde dietro ai brillantissimi colori di quest’opera sono intelligenti, a tratti geniali. Ciò che li rende ancora di più strabilianti è quanto siano impliciti e tutti da capire.

I produttori sono stati molto furbi: il film diventa, così facendo, accessibile ad una vastissima fascia d’età. Le famiglie e i bambini in particolare vedono in essa una semplice commedia romantica. Gli interessati e i critici, un’analisi approfondita della società e un racconto di formazione. I teenager, una storia d’amore con personaggi imperfetti nei quali identificarsi, una lucina di speranza e serenità.  

Smile e Cherry
(fonte: Google Images)
Smile e Cherry: i ritratti perfetti dei moderni Yuki e Yui

Si guardi ai protagonisti. Da un lato c’è Yui Sakura, soprannominato Cherry. Sakura vuol dire bocciolo di ciliegio in giapponese e da qui nasce il suo soprannome. Tuttavia, questo nome ha un significato ancor più profondo. Nella cultura giapponese, infatti, con sakura s’intende anche una fertilità sottile e sofisticata, delicata come i fiori di ciliegio.

In questa definizione risiede la personalità del ragazzo. Ha una mente brillante ed estremamente “fertile”, ma non sboccia prepotentemente come altre farebbero, con declamazioni ad alta voce, sorrisi carismatici e il gran rumore che le accompagna. Lui, come moltissimi degli adolescenti della nostra società, si esprime sottovoce, parla piano e solo con i suoi amici fidati. Indossa cuffie isolanti che lascino fuori dalla sua mente la realtà e il mondo esterno e la sua personalità si palesa in una forma d’arte criptica ma comprensibile per chi si sforza di capirla.

Dall’altra c’è Yuki, non ironicamente chiamata Smile. L’hanno soprannominata così perché, in qualità di content creator, filma ciò che pensa sia carino e invita sempre i suoi followers a sorridere. Anche questo nome si rivela essere una citazione: infatti Yuki evita a tutti i costi di sorridere e di farsi vedere senza mascherina chirurgica a causa delle sue insicurezze. 

In questo senso, entrambi i due personaggi sono specchio di molti individui appartenenti alla società moderna. Uno chiuso in sé, depresso, che non riesce a comunicare e l’altra che, per mascherare ciò che ritiene essere un difetto, condivide fin troppo.

Smile
(Fonte: Google Images)
L’occidentalizzazione degli anime

Con l’espressione “occidentalizzazione (o orientalizzazione) del genere” in gergo s’intende quando un genere che presenta definiti tratti culturali legati alla geografia della sua nascita viene modificato per adattarsi ai gusti di un altro luogo. Basandosi su questa definizione, si può affermare che Words Bubble Up Like Soda Pop sia un esempio (ben riuscito!) del fenomeno.

I colori vividissimi e i canoni americani come, ad esempio, il centro commerciale formano una patina occidentalizzante che ricopre una produzione altrimenti “asiaticissima”. “Asiaticissimo” per via degli stereotipi, degli yukata e degli haiku. In questo lungometraggio il fenomeno è ben riuscito dal momento che l’Ovest è solo una sfumatura lieve in tutta la cultura orientale presentata.

Conclusioni

Riassumendo, si può affermare che Words Bubble Up Like Soda Pop non sia una commediucola superficiale e dai colori sgargianti come può apparire all’inizio. Senz’altro può essere interpretata così, ma nasconde una profonda analisi sociale in modo subdolo e intelligente. Gli autori hanno indorato la pillola con tinte brillanti, battute e adolescenzialità, ma hanno descritto in modo veritiero il nostro mondo quotidiano. Tuttavia, si sono premurati di lasciare uno spiraglio di luce filantropa e speranzosa: se ce l’hanno fatta Yuki e Sakura, allora anche i nostri Smile e Cherry hanno una possibilità…

a cura di
Adelaide Gotti

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