“La moglie del presidente” – la recensione in anteprima

“La moglie del presidente” – la recensione in anteprima
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La satira e la comicità sono certamente due dei punti di forza del cinema francese: tanti gli esempi di film e serie che sono giunte a noi come opere originali o ottime copie fatte dai nostri cineasti. In questo quadro si inserisce l’ultima fatica di Catherine Deneuve, “La moglie del presidente”.

La politica è sempre un tasto delicato da trattare al cinema, soprattutto se si parla di satira. Ma i francesi, negli anni, hanno dimostrato di saper affrontare il tema, a volte anche eccedendo nei modi. In questo quadro si inserisce La moglie del presidente, un film promette di essere una brillante immagine di uno dei più grandi esempi di girl power della storia moderna.

Jacques Chirac è inserito certamente tra i politici di riferimento della fine del millennio: le sue vicende sono state altisonanti ed oltralpe è diventato un personaggio divisivo, che ha portato la Francia a scelte non sempre condivise.

In quest’ottica il film cerca di ripercorrere la storia della donna che sedeva al fianco dell’uomo più importante della Francia, descrivendola da un punto di vista più intimo e personale. Un non-biopic che attinge a piene mani dalla vera storia, elaborata in modo ironico con alte punte di satira.

“Fate attenzione: è soprattutto finzione, non tutto quello che vedremo è successo per davvero.”

Segnate sul calendario la giornata di domani, mercoledì 24 aprile, data in cui uscirà questa piccola perla in tutti i cinema italiani! La moglie del presidente è prodotto Karé Productions, France 3, Umedia, Marvelous Productions e distribuito in Italia da Europictures.

Dietro ad un grande uomo, c’è sempre una donna straordinaria

Francia, 1995.
Come in una rievocazione dell’Hercules disneyano ritroviamo un gruppo gospel che ci indica la strada che andremo a percorrere. Quella di una donna, Bernadette Thérèse Marie Chirac, che per 12 anni è stata la First Lady di Francia.

La storia di una donna che ha difeso il proprio marito fino all’ultimo giorno, in un racconto romanzato – e a tratti inventato – che dipinge il ritratto di un personaggio forte, in grado di attutire ogni colpo servitogli dalla stampa e non solo.

Una narrazione che integra una satira arguta nei confronti di un uomo di cui si discute ancora oggi al ritratto di una donna considerata fino ai suoi 80 anni “noiosa e antica”.

Léa Domenach, nel suo primo lungometraggio come regista, riesce a donare un’immagine iconica ad una figura che tanto ha fatto per la periferia, nonostante fosse considerata antitetica nei confronti del glamour attorno alla politica. Ma che – come spesso accade – è la vera fautrice della fortuna del proprio consorte. Cosa sarà reale e cosa finzione?

Catherine Deneuve riesce nell’intento di dare vita ad un personaggio ironico ed iconico, in grado di reggere da solo il film. Attorniata da una sequela di “comparse” che riescono con non poche difficoltà a reggere il confronto con la candidata premio oscar parigina.

Il ritorno della satira francese

Senza dubbio il filo conduttore di tutto il film è il sapiente utilizzo della tipica comicità francese unita alla satira politica che non scade mai nell’eccesso, ma supporta l’esaltazione della figura femminile nei confronti del capo di stato, che ne esce con le ossa rotte dal confronto con la moglie per arguzia ed intelligenza strategica.

Confrontato con altri film francesi facenti parte dello stesso genere, a livello puramente tecnico La moglie del presidente risulta nella media: la fotografia non eccelle, ma risulta comunque buona, così come la scenografia. Per quanto riguarda la sceneggiatura, invece, essa rappresenta sicuramente il punto forte del film poiché, unita all’interpretazione magistrale della Deneuve, riesce a rendere piacevole e godibile la pellicola, senza mai annoiare.

La regista esce da questa prima prova a testa altissima, riuscendo a proporre una commedia gradevole e godibile con la tipica arguzia francese. I nostri cugini d’oltralpe avranno molti, moltissimi difetti, ma quando si parla di cinema comico o satirico sono assolutamente imbattibili.
Chissà se, tra qualche anno, non troveremo una trasposizione italiana con protagonista “il nostro politico allegro”.

Il consiglio per tutti è quello di andare al cinema e godersi due ore di assoluta comicità e girl power alla gallica maniera. Con la consapevolezza che uscirete dalla sala col sorriso e con la voglia di saperne di più su una donna spesso sottovalutata, ma certamente importante per la sua Nazione.

a cura di
Andrea Munaretto

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Andrea Munaretto

Nato nell'84 e fin da quando avevo 4 anni la macchina fotografica è diventata un'estensione della mia mano destra. Appassionato di Viaggi, Musica e Fotografia; dopo aver visitato mezzo mondo adesso faccio foto a concerti ed eventi musicali (perché se cantassi non mi ascolterebbe nessuno) e recensisco le pellicole cinematografiche esprimendo il mio pensiero come il famoso filtro blu di Schopenhauer

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