Avril Lavigne – Kioene Arena, Padova – 23 aprile 2023

Avril Lavigne – Kioene Arena, Padova – 23 aprile 2023
Condividi su

Avril Lavigne torna in Italia dopo anni di organizzazione delle date previste negli scorsi anni. Un ritorno all’insegna della malinconia in cui il tempo sembra non trascorrere mai

La principessa del pop punk Avril Lavigne è finalmente tornata in Italia. L’artista canadese dopo essere stata un punto di riferimento per almeno due generazioni con la sua musica nei primi anni del 2000, con l’intermezzo del brutto periodo passato tra la vita e la morte, sta tornando in voga grazie alla nuova ondata di punk delle nuove generazioni.

In questi ultimi anni il punk sta ritornando con nuovi interpreti a cui Avril Lavigne si è “aggrappata” rimanendo un colosso e fonte d’ispirazione in questo genere.

Kioene Arena di Padova, possibile nuovo punto di riferimento?

La Kioene Arena di Padova è un palasport di dimensioni abbastanza contenute e le sue caratteristiche replicano condizioni simili a quelli di un live club. Dal punto di vista della visuale e in termini di acustica si avvicina sensibilmente a un club di grosse dimensioni. Godersi un concerto alla Kioene Arena è quindi come assistere a un concerto di un live club nelle condizioni di un palazzetto; un’esperienza insolita.

Avril Lavigne, il ritorno

Sarete tutti a conoscenza delle feste malinconiche cresciute a dismisura negli ultimi anni dove vengono rievocati brani passati; ecco Avril Lavigne è una delle interpreti da cui vengono “presi” alcuni di quei brani e ieri è stata possibile ascoltarla DAL VIVO.

La prima cosa saltata agli occhi nel pre-concerto è stato vedere l’unione delle generazioni a partire dagli anni ’80 fino ad arrivare a quelle più recenti. Il pubblico è risultato coinvolto nella stessa maniera e la differenza d’età è risultata annullata.

Avril Lavigne in azione (foto di: Mirko Fava)

Il concerto di ieri è stato di fatto un salto in una capsula del tempo che ha riportato gli spettatori nel passato e proiettati nel mondo musicale di Avril Lavigne, dove il tempo sembra non passare mai. In tutto questo si è generato un effetto high school americana favorito da un allestimento del palco ad hoc.

Il “Love Sux Tour” poteva essere benissimo denominato “Reviving all my music career tour” o qualcosa del genere. L’artista ha infatti riproposto in proporzione maggiore i brani storici più cari del proprio repertorio, addirittura sfoggiando “Nobody’s Home” dal 2014 fuori scaletta, con l’aggiunta di qualche canzone del nuovo album oscurata però dalla fama delle altre.

Luci e ombre del concerto

Nella prima parte del concerto l’artista è risultata sottotono rispetto a come ce la si poteva immaginare, recuperando decisamente nella seconda parte. Nella prima parte Avril Lavigne è stata sostenuta maggiormente da parti registrate rispetto invece a un “secondo tempo” dove il concerto è sembrato più “vero” basandosi esclusivamente, o quasi, sulla performance dal vivo.

Purtroppo il tempo effettivo di canto dell’artista è stato poco più di un’ora. La cover di “All The Small Things” poteva essere evitabile eseguita in quel modo seppur l’idea di coinvolgere i girlfriends, artisti in apertura, fosse stata interessante. Avril Lavigne durante la performance non ha cantato molto e ci sono state diverse occasioni con stacchetti musicali senza la presenza della stessa sul palco.

Una nota positiva è sicuramente il fatto che durante il brano “Love Sux” Avril Lavigne si sia posizionata alla batteria per regalare anche una performance di percussioni, seppur soft, mentre cantava. Anche la performance di “When You’re Gone” in acustico ha levato diverse soddisfazioni.

A livello generale

Il concerto di Avril Lavigne è creato ad hoc per i più malinconici che sono cresciuti assieme a lei. Non aspettatevi un’artista scatenata sul palco o che si lascia andare troppo, ma forse dopo quello che ha passato è normale vederla in una forma più contenuta. Almeno una volta nella vita va comunque vista per capire l‘essenza del punk dei primi anni 2000, per ritrovarsi nel passato e lasciarsi trascinare a ricordi ormai andati.

La scaletta del concerto
  1. Bite Me
  2. What the Hell
  3. Here’s to Never Growing Up
  4. Complicated
  5. It Was in Me / Dare to Love Me
  6. When You’re Gone
  7. Nobody’s Home
  8. My Happy Ending
  9. I’m a Mess
  10. All the Small Things (cover)
  11. Hello Kitty
  12. Love Sux
  13. Girlfriend
  14. Love It When You Hate Me
  15. Sk8er Boi
  16. Head Above Water
  17. I’m With You

a cura di
Luca Montanari

foto di
Mirko Fava

Seguici anche su Instagram!
LEGGI ANCHE Pfm – Teatro Team, Bari – 22 aprile 2023
LEGGI ANCHE La Resistenza: una guerra di liberazione e antifascista
Condividi su

Luca Montanari

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *