Eclissi e Albedo, la luce e il buio di Millepiani

Eclissi e Albedo, la luce e il buio di Millepiani
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Dopo un veloce ripasso ai manuali di filosofia e di letteratura, ho pensato che il modo migliore per comprendere e farmi spiegare una volta per tutte Heiddegger o Deleuze, era chiedere a chi ci ha messo i tarli nella testa sin dal primo ascolto di Eclissi e Albedo. Sto parlando di Millepiani, cantautore di Carrara che ha saputo fondere nella sua opera nuova buona parte del sapere occidentale partendo da Calvino per arrivare a Borges, senza dimenticarsi delle nozioni di astronomia e di geometria della luce.

Anche la ricercatezza musicale di reminiscenza anni ’70 lo sostiene in questa impresa eroica nonché funambolica che permette a Millepiani di restare in equilibrio tra il presente e il passato, tra la luce e il buio, tra l’eclissi e l’albedo.

Ecco l’intervista.

Eclissi e Albedo più che un album somiglia ad un’opera enciclopedica. Qual è stata la vocazione che ti ha spinto a voler compiere una così complessa scelta contenutistica?

Nel disco è presente tutta la letteratura e la filosofia che amo. La poesia di Montale, i romanzi di Borges e Calvino, Asimov e Dick, la filosofia di Deleuze e Guattari, Heidegger, Severino, Nietzsche e Parmenide, Graves e Vernant. Ho cercato di costruire un equilibrio tra emotività e contenuti, perché è così che voglio che siano le mie canzoni: una dialettica tra irrazionale e razionale, tra pathos e logos.

Non solo il significato ma anche la musica: i rimandi sonori spaziano dai Radiohead a Battisti, passando per i Verdena e Guccini. Quale artista senti che ti ha influenzato maggiormente nella tua produzione musicale?

Musicalmente sono molto legato agli anni Settanta, alla psichedelia e al prog e ovviamente al cantautorato italiano. Ascolto anche molta musica elettronica, da Alva Noto a Sakamoto e mi piace molto l’attuale scena elettronica italiana.

I miei riferimenti cantautorali invece riguardano soprattutto i classici del passato: Paolo Conte, Franco Battiato, Ivano Fossati. Non ho un artista in particolare che mi ha influenzato. Piuttosto una tendenza ad unire la ricerca melodica cantautorale a un suono che mescola elementi tradizionali a soluzioni anche elettroniche e di ricerca sonora.

Ci spieghi la ricorrenza semantica del Sole, e di tutti i suoi derivati, nel tuo disco?

Il Sole rappresenta soprattutto la luce, la verità ineffabile che si rincorre senza mai raggiungerla. Iperione è il sole nella sua forma più mitica e atavica ma anche la fonte di energia e di calore che ci permette di essere vivi. In definitiva il Sole è una scelta: tra la luce e il buio, l’essere e il nulla, l’assoluto e il caos, ci indica la strada da seguire.

Dopo tutti questi riferimenti letterari, consigliaci un libro, che non sia necessariamente di narrativa.

Ovviamente “Mille Piani” di Gilles Deleuze e Felix Guattari: un incredibile volume di filosofia visionaria ed onirica che affronta tutti i temi del reale con un’originalità e una creatività incredibile. Più che un libro, è un mondo da abitare e da frequentare quando si è alla ricerca di buone domande e punti di vista alternativi.

Le “cose” sono fatte di cose oppure è il pensiero che le crea?

Sono vere entrambe le affermazioni: il pensiero plasma il reale, che emerge con le stesse modalità per tutti gli esseri, e questo realizza una realtà condivisa, fatta di essenti identificabili.

Se tu fossi un alieno venuto da un altro pianeta, quale suggerimento daresti all’uomo del 2020 per sopravvivere ancora qualche migliaio di anni sulla Terra?

L’unico suggerimento sensato sarebbe quello di avere come direzione da seguire quella dell’amore incondizionato. Amore verso l’uomo, la natura, l’universo, l’essere in quanto tale. Abbandonata la volontà di potenza il tempo non avrebbe più rilevanza e l’uomo potrebbe diventare un Eterno.

Potendo scegliere di compiere un viaggio nel nostro sistema solare, quale pianeta sceglieresti di visitare e perché?

Sicuramente Saturno. Mi piacerebbe percorrere i suoi anelli in macchina, godendomi il panorama e poi trascorrere qualche giorno nelle famose terme della sua capitale “Saturnia”.

a cura di
Ilaria Rapa

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