Quant’è grande il cuore di Ken Saro Wiwa?

Quant’è grande il cuore di Ken Saro Wiwa?
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Kenule Saro Wiwa, detto Ken, è poeta, attivista, scrittore e produttore televisivo nigeriano. Un uomo di cultura ed un intellettuale, che per amore nei confronti della sua terra è diventato un simbolo. E’ proprio dai primi anni ottanta che Ken si fa portavoce delle proteste non violente nei confronti delle multinazionali responsabili per la perdita di petrolio che danneggiava irrimediabilmente l’ecosistema e le popolazioni del Delta del Niger. Ancora oggi, Ken Saro Wiwa ed i suoi “pamphlet” sono promotori del MOSOP (Movement for the Survival of the Ogoni People).

Ken raduna 300.000 persone per far comprendere alla Shell che i suoi giacimenti non erano graditi alla popolazione. Così nel 1995 assieme ad altri otto manifestanti viene arrestato con l’accusa di aver incitato all’omicidio alcuni presunti oppositori del MOSOP e, prima di qualsiasi ricorso alla condanna, in un processo farsa che scatena varie proteste da parte dell’opinione pubblica internazionale, viene impiccato. Solo qualche anno dopo coloro che fecero le accuse nei confronti di Ken confessarono di essere state costrette a dire il falso.

La vera prigione

Ai manifestanti, Ken disse: “Io sono un uomo di pace, di idee. Provo sgomento per la vergognosa povertà del mio popolo, che vive su una terra molto generosa di risorse; provo rabbia per la devastazione di questa terra; ed ho fretta di ottenere che il mio popolo riconquisti il suo diritto alla vita e a una vita decente. […] Non ho dubbi sul fatto che, alla fine, la mia causa vincerà e non importa quanti processi, quante tribolazioni io e coloro che credono con me in questa causa potremo incontrare nel corso del nostro cammino. Né la prigione né la morte potranno impedire la nostra vittoria finale…” ed suo discorso fu profetico: gli Ogoni sono riusciti a portare il gigante petrolifero in tribunale, in un processo che la Shell ha provato a chiudere nel 2009 con un assegno di 15 milioni ma che non si è ancora concluso. 

Il 10 novembre sono passati 25 anni dal giorno della morte di Ken e noi vogliamo ricordarlo con una canzone. Il Teatro degli Orrori, infatti, nel 2009 gli dedica A Sangue Freddo, singolo dell’omonimo album, che nasce da una commistione di amore e rabbia. Amore è il legame di Ken e la sua terra, rabbia è la figlia delle ingiustizie che subisce. Pierpaolo Capovilla e la sua band vogliono ribadire il messaggio che abbiamo imparato sulla pelle di Ken. La vera prigione non è quella in cui è stato detenuto, ma la vigliaccheria, la menzogna.

Io non mi arrendo
E’ nell’indifferenza che un uomo, un uomo vero
Muore davvero.

Quant’è grande il cuore di Ken Saro Wiwa?
Forse l’Africa intera!

a cura di
Nicolò Angel Mendoza

Immagine di copertina da
earthrights.org

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Nicolò Angel Mendoza

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