Evoluzione dello stile: storia e tendenze nel mondo della moda

Evoluzione dello stile: storia e tendenze nel mondo della moda
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La moda non è solo un insieme di abiti e accessori, ma una forma d’arte in continua evoluzione, che riflette il cambiamento sociale, culturale ed economico nel corso dei secoli. Da epoche antiche a rivoluzioni stilistiche moderne, questo settore ha attraversato un incredibile viaggio che ha plasmato non solo il nostro modo di vestire, ma anche la nostra identità ed espressione individuale.

Come si sviluppa la passione per abiti e tessuti?

L’interesse per la moda risale alle antiche civiltà, dove abiti e ornamenti venivano utilizzati per indicare status sociale, potere e appartenenza culturale.

In Egitto, le toghe erano indossate con eleganza, mentre in Grecia e a Roma, i drappeggi e le pieghe dei tessuti definivano lo stile dei ceti più alti. Il Medioevo portò un cambiamento radicale, con abiti che riflettevano l’ascesa del Cristianesimo e un approccio più modesto alla moda.

Tuttavia, il Rinascimento segnò una rinascita dell’interesse per l’abbigliamento, con abiti sontuosi e colorati che esprimevano la ricchezza e il gusto raffinato della nobiltà.

Come e quando nasce il prêt-à-porter?

Con l’avvento della Rivoluzione Industriale, la produzione di tessuti divenne più accessibile, portando alla nascita della moda prêt-à-porter. Tuttavia, fu durante il diciannovesimo secolo che Parigi divenne il centro della moda mondiale, con la creazione delle prime case di moda come Chanel e Dior.

La Belle Époque vide l’ascesa dell’alta moda, con abiti elaborati e corsetti che definivano la silhouette femminile.

La donna iniziò, seppur timidamente, a esprimere la propria femminilità, scoprendosi un po’ di più. Nel frattempo, l’emergere di movimenti artistici come l’Art Nouveau e l’Art Deco influenzarono stili e decorazioni dei tessuti.

Il ventesimo secolo è il periodo della rivoluzione?

Il ventesimo secolo è caratterizzato da una serie di rivoluzioni stilistiche che hanno ridefinito il concetto di moda. Dagli anni Venti, con le gonne corte e le frange, si arrivò agli anni Sessanta.

Precisamente, nel 1963 la visionaria designer britannica Mary Quant inventò la minigonna, destinata a diventare una icona nel mondo della moda. La stilista venne ispirata dalle ragazze normali, che ritagliavano le proprie gonne al ginocchio per renderle più corte.

Ecco che Mary Quant pensò a un’invenzione ritenuta ribelle e anticonformista. Se gli anni Sessanta e Settanta esaltarono l’eleganza femminile, negli anni Ottanta si impose la moda dei paninari, i ragazzi che badavano più alla forma che alla sostanza.

Proclamavano uno stile di vita improntato al consumismo e al divertimento. Puntavano al denim e a ai bomber imbottiti firmati Moncler, rigorosamente dai colori sgargianti. Tra i brand più diffusi del tempo, ricordiamo Carrera, Best Company e Timberland. Negli anni

Novanta si è affermato uno stile trasandato, il “grunge”, con larghi pullover con finti buchi, jeans strappati e camicie di flanella.

Non a caso, il termine inglese grunge significa “sporcizia”, “sudiciume”. Sono anche gli anni delle Top model come Cindy Crawford, Claudia Schiffer e Naomi Campbell, che dominano le passerelle dell’alta moda e le copertine delle riviste più patinate. Su prm.com/it, il concept store che unisce streetwear e alta moda, si può trovare una vasta gamma di capi per stili e tendenze diverse.

Sono tornati i primi anni Duemila?

Nei primi anni Duemila, si afferma la moda Y2K, il cui significato letterale è ancora incerto, che inizia a farsi notare già alla fine degli anni Novanta: tra le più giovani dominano i pantaloni larghi a vita bassa con tanto di lingerie in mostra.

E ancora, top monospalla o senza spalline. La cantante pop Britney Spears in quegli anni è una vera icona di questo stile.

Di recente, questa tendenza è tornata in voga sui social, rilanciata dalle più note influencer, specie le TikToker, e le ragazze della Gen Z sembrano averla apprezzata molto, adottandola con entusiasmo e orgoglio.

a cura di
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