L’arte astratta in mostra ad Arezzo

L’arte astratta in mostra ad Arezzo
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Per tre mesi l’opportunità di riscoprire grandi artisti del Secondo dopoguerra

Dal 2 marzo al 9 giugno la Casa Museo dell’Antiquariato Ivano Bruschi di Arezzo diventerà un luogo dove poter ammirare l’arte astratta del secondo dopoguerra.
Ospiterà infatti La libera maniera. Arte astratta e informale, mostra organizzata e promossa da Intesa Sanpaolo, Fondazione Ivan Bruschi e Fondazione CR Jesi, in sinergia con Gallerie d’Italia e curata da Marco Bazzini.
La mostra attinge alle collezioni di Intesa Sanpaolo, con un nucleo di 34 opere, e ripercorre il periodo che dagli anni Quaranta arriva agli anni Sessanta in Italia. Protagonisti grandi artisti come Afro Basaldella, Alberto Burri, Lucio Fontana, Carla Accardi, Emilio Vedova, Gillo Dorfles, Bruno Munari, Enrico Baj, Carol Rama, Enrico Castellani.
La mostra si trasferirà poi a Palazzo Bisaccioni di Jesi per una seconda tappe espositiva dal 7 dicembre 2024 al 5 maggio 2025.

Cosa si intende per astrattismo?

Troviamo traccia dell’astrattismo già a partire dall’inizio del Novecento. Gli artisti, oggi riconducibili a questa corrente, rappresentavano nelle loro opere pittoriche o plastiche oggetti “non reali”. Questo non significa però che non vi fosse alcun collegamento con la realtà, ma che preferivano rappresentarla da una determinata prospettiva, come per esempio tramite ciò che questa provocava su di loro a livello emotivo o sensoriale. Per rappresentare determinate emozioni o sensazioni ricopriva un ruolo fondamentale l’utilizzo dei colori, delle linee e delle forme.
Cambia quindi totalmente il focus rispetto a quello che era stato precedentemente per molti anni, non vi è più la volontà di una rappresentazione fedele della realtà.

Afro, bozzetto (1955)
Collezione Mosaici Moderni
L’arte Informale

In Italia l’astrattismo autentico arriva a partire dagli anni ’30 del 1900. Questo ampio movimento presenta tante sfaccettature e si evolve nel tempo, tra cui occorre citare l’arte Informale.
Il nome art informel (arte informale) è stato dato nel 1951 dal famoso critico d’arte Michel Tapié durante la mostra Vehémences confrontées. Tra i principali esponenti dell’informale italiano troviamo proprio Emilio VedovaAfro Basaldella. Caratteristico di questa forma artistica è l’importanza del gesto spontaneo sulla tela, a cui si poteva attribuire un significato anche successivamente il suo compimento. Quindi non è necessario partire da una idea o sensazione per tracciare una determinata linea, ma si può compiere il procedimento inverso.

Afro Basaldella espose in più occasioni le sue opere alla biennale di Venezia, tra le più prestigiose manifestazioni d’arte a livello internazionale. La pittura di Afro fu definita neocubista, infatti in svariate opere da lui dipinte è possibile notare linee rigide, marcate e talvolta spigolose.

a cura di
Eleonora Maria Cavazzana

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