Slowdive – Alcatraz, Milano – 31 gennaio 2024

Slowdive – Alcatraz, Milano – 31 gennaio 2024
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In uno dei club più cool di Milano gli Slowdive tornano per presentare il loro ultimo album: “Everything is alive”

Sono le nove e il pubblico si gode la serata a botte di birre e cocktails. Le luci si abbassano e inizia lo show con la psichedelica “Shanty”, prima traccia del nuovo album intitolato “Everything is alive”.
Le luci del palco ricreano i virtuosismi metafisici delle basi, quel turbinio impalpabile proprio dello shoegaze di cui gli Slowdive e i My Bloody Valentine si fanno pionieri.

Prosegue il live con brani sulla stessa scia del precedente, l’atmosfera sembra prepararsi a quella che sarà “Kisses”, probabilmente il brano che più mi incuriosiva sentire dal vivo considerata la sua bellezza che sfida i loro navigati best of.

Fino a quel momento devo dire di non essermi goduta a pieno il concerto per un semplice motivo: l’audio non mi permetteva di cogliere tutte le sfumature della loro musica, cosa che, dal mio punto di vista, è molto grave perché essa vive di questo, di sfumature…

Non parliamo di hit ballabili o di virtuosismi da sfogo, parliamo di un genere che si distende, che ti induce a chiudere gli occhi e ti trasporta in mondi paralleli e immateriali, dai colori iridescenti, in cui si sente solo quello, solo una musica continua che non segue moduli ma che ricrea un altro mondo, perché quello in cui viviamo ci aliena.

Arrivano poi i due capolavori: “When the sun hits” e “Sugar of the pill” e lì niente da dire, sono solo due delle canzoni che mi hanno accompagnata per tutta la mia vita.

Il pubblico però li ha accolti poco calorosamente, forse per lo stesso motivo per cui io non ho apprezzato al cento per cento il live. Chi può dirlo. Mi sono immaginata quella performance al Mediolanum dove avrebbe avuto giustizia ma probabilmente, essendo musica di nicchia, non l’avrebbero riempito.

Un concerto scarico dunque, non per la portata della loro performance, ma per tutto il resto. Spero di poterli rivedere in un altro contesto e chissà, potrei essere sempre io a riparlare di loro in questa sede.

a cura di
Benedetta D’Agostino

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Benedetta D'agostino

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