“Fast Animals And Slow Kids – Dal vivo con orchestra”: l’intervista

“Fast Animals And Slow Kids – Dal vivo con orchestra”: l’intervista
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È uscito venerdì 5 dicembre “FAST ANIMALS AND SLOW KIDS – Dal vivo con orchestra” l’album live dei FAST ANIMALS AND SLOW KIDS che vede a fianco della band di Perugia per questa occasione speciale i trenta elementi dell’Orchestra Arcngelo Corelli diretta dal Maestro Carmelo Emanuele Patti.

Questo album live è per i Fast Animals And Slow Kids il punto di arrivo dell’esplorazione di nuove sonorità orchestrali per i brani che hanno segnato i quindici anni di storia della band: dopo il successo del tour nei teatri della scorsa primavera, accompagnati da una piccola orchestra da camera di sei elementi, i Fast Animals And Slow Kids hanno voluto immergersi ancora di più nelle atmosfere uniche di un’orchestra con due concerti irripetibili nel mese di luglio accompagnati dall’Orchestra La Corelli diretta dal Maestro Carmelo Emanuele Patti che ha curato gli arrangiamenti. 

Le suggestioni del concerto dello scorso 22 luglio al Ravenna Festival sono così per sempre impresse nell’album FAST ANIMALS AND SLOW KIDS – Dal vivo con orchestra”, concerto che fino al 15 gennaio 2024 sarà possibile vedere sul sito www.ravennafestival.live

Dai primi passi nel 2008, passando dal primo vero album nel 2011 fino all’ultimo disco di inediti nel 2021, quello di FAST ANIMALS AND SLOW KIDS – Dal vivo con orchestra è un vero e proprio viaggio in musica lungo quindici anni.

Le canzoni diventano il pretesto per raccontare i temi portanti della vita e della carriera dei Fast Animals And Slow Kids, in un percorso di crescita in cui ognuno si può rispecchiare guidati dal sempre presente mantra “Siamo i Fast Animals and Slow Kids e veniamo da Perugia”.

In occasione dell’uscita dell’album, noi di The Soundcheck abbiamo avuto l’occasione di fare due chiacchiere con Aimone Romizi, Alessio Mingoli, Jacopo Gigliotti e Alessandro Guercini.

Ciao ragazzi e benvenuti su The Soundcheck. È uscito venerdì il vostro nuovo disco “Fast Animals and Slow Kids – Dal vivo con Orchestra”. Com’è stata questa esperienza insieme all’orchestra, questa unione tra rock e musica classica?

È un insieme di tanta roba. Forse emotivamente adesso è proprio una liberazione, lì per lì invece era un’ agonia. È stato un processo molto faticoso, perché suonare con un’orchestra è una cosa complessa, dal punto di vista tecnico. Abbiamo lavorato tantissimo sui pezzi: prima li abbiamo scarnificati per riuscire a trovare uno scheletro che funzionasse. Su questo poi abbiamo iniziato a lavorare con degli strumenti virtuali per capire come potevano suonare con un’orchestra.

Dopo aver trovato un modello, siamo andati a provare insieme all’orchestra per mesi e mesi e alla fine siamo arrivati a fare il concerto. È stato un susseguirsi di piccole ansiette, perché sapevamo che avremmo registrato il live, ma le abbiamo superate egregiamente e il risultato per noi è significativo. 

Confermo, l’ho ascoltato in anteprima e dalla prima nota l’emozione è stata fortissima. Mi sono commossa. Il pensiero che ho fatto mentre ascoltavo l’album è che un’orchestra dal vivo è qualcosa di magico, quasi astrale. È naturale emozionarsi così tanto. 

È vero. Immagina sentire le tue canzoni che hai scritto da solo, al buio nella tua stanza e vengono prese e fatte esplodere da altri 30 musicisti. L’arrangiamento che abbiamo fatto per questo album era proprio pensato per esaltare l’orchestra, quindi ne diventa protagonista. La prima volta che siamo entrati in sala prove insieme a tutte queste persone e il direttore d’orchestra, è stata una botta emotiva grandissima. È stata un’esperienza bellissima e secondo noi il disco fa trasparire anche tutta l’emozione provata quel giorno. Questo disco ha un valore fisico, perché noi ci ascolteremo tra 10 anni e ci ricorderemo perfettamente di quel giorno. 

Come risponderebbero i fregis di “Cavalli”, i ragazzi di 15 anni fa se sapessero che anni dopo avrebbero suonato insieme a un’orchestra? 

Non ci avrebbero creduto. Considerando i vari album, già i FASK di “Hybris” avevano introdotto i fiati, i violini. Quindi, sicuramente era un’idea che iniziava a nascere. Mentre quelli di “Cavalli”. Erano senza aspettative, probabilmente non credevano neanche che nel 2023 avrebbero continuato a suonare. Da questo punto di vista, sicuramente sarebbero molto orgogliosi, perché alla fine quello che abbiamo ottenuto è sempre ricaduto sulle nostre spalle. Siamo una band che si fa il culo: suoniamo tanto, proviamo tanto, andiamo ai concerti. Diciamo che per noi la musica è una centralità. Quindi sarebbero davvero orgogliosi di quello che stiamo facendo. 

 Raccontateci un po’ come è nata queta idea di suonare insieme ad un’orchestra e di registrare un live.

In realtà è un processo piuttosto fisiologico, un po’ difficile da spiegare cosa accade dentro di noi. Tra un disco e l’altro chi ci ascolta sente le differenze, noi invece no, perché è un qualcosa che avviene di giorno in giorno. Come abbiamo detto, è un processo nato tanto anni fa, già “Hybris” e con l’uscita degli altri album abbiamo sempre continuato ad aggiungere strumenti e sonorità nuove. Abbiamo capito che la musica può essere fatta in mille modi differenti. L’importante è la forma canzone e capire cosa dire. Nel tempo queste cose si accumulano fino a quando non inizi ad avere la competenza tecnica e le spalle solide per dire “questa cosa me la accollo”.  Perché poi si tratta di saper sostenere un concerto con l’orchestra. Quindi abbiamo seguito degli step: abbiamo prima fatto un tour in acustico, poi uno con una piccola orchestra da Camera nei teatri e a quel punto ci siamo approcciati ad un’architettura maggiore.

Immagino che anche la scelta dei pezzi è stata una scelta difficile. Qual è stata la canzone più semplice e quella invece che non era adatta ad un arrangiamento insieme ad un’orchestra?

 C’è una rosa di pezzi che in qualche modo avevano già una veste adatta. Come “Animali Notturni”, che era già stata suonata in acustico in versione inedite in Piazza Maggiore a Bologna. È  stato un buon punto di partenza, perché abbiamo capito che quella forma lì poteva funzionare. […] Non abbiamo inserito nessun pezzo tratto da “Cavalli”. Però dietro c’è un discorso di coerenza emotiva. Laddove non succede in maniera spontanea c’è da rendersi conto che forse non è caso di forzare. Crediamo che poi tutte le canzoni dei FASK, se lavorate bene riescono a trovare “vari vestiti”. Alcune modifiche sui pezzi possono far mantenere la stessa forza emotiva della versione originale.

Ormai il 2023 è agli sgoccioli. Avete programmi per il 2024?

Ci fermiamo sicuramente per un po’, perché comunque siamo stati in giro tanto. Ma ci sbrilluccica il cervello e ci sono tanti pensieri. Ci sono tante idee che hanno varie sfaccettature. Il nostro obiettivo rimane sempre la musica, quindi scrivere belle canzoni. Per questo ci serve tempo e avere la mente libera per concentrarci al meglio su tutto.

Nel corso della vostra carriera avete avuto l’occasione di collaborare con diversi artisti, anche molto importanti nel panorama musicale italiano. State anche pensando con chi fare i prossimi featuring?

Ma in realtà no. Adesso siamo ancora nella fase di ricerca. Anche queste situazioni sono difficili da raccontare, perché nascono sempre da degli stimoli che sono musicali. Se hai determinati stimoli le idee non ti nascono. Ogni featuring nasce da un dialogo, da una chiacchiera, perché c’è una discussione di musica. Quindi prima di tutto devi avere la musica.

Rimarremo allora in attesa di scoprire i vostri prossimi lavori. Speriamo di vedervi presto, anche durante concerti ed eventi!

Per noi non c’è niente di più bello di andare a vedere un concerto. Ne abbiamo già in programma tre. Per noi i concerti sono una grande passione. Non tutti i musicisti sono appassionati di altri musicisti. Noi invece amiamo andare a vedere come e cosa fanno gli altri. È una grande fonte di ispirazione che ci spinge sempre a continuare in quello che facciamo.

In attesa del loro tanti amato e simpatico video di auguri di Natale, fatevi un altro grande regalo. Chiudete gli occhi e rivivete le emozioni del concerto di Ravenna.

Forza fregis!

a cura di
Martina Giovanardi

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