Venditti e De Gregori – Unipol Arena, Bologna – 9 dicembre 2023
All’Unipol Arena di Bologna arrivano due giganti della musica italiana come Venditti e De Gregori, per la quinta tappa del “Gran finale” tour
Santuario della musica italiana
Entrare all’Unipol Arena di Bologna, ieri sera, è stato un po’ come entrare in un santuario della musica italiana; in luogo delle statue cui siamo abituati, ci sono i cantautori della musica popolare nostrana. Non i loro volti, bensì i loro versi che hanno scandito la vita di intere generazioni e chissà quante ne accompagneranno ancora, versi immortali, come scritti sulla pietra saecula saeculorum (amen, ndr.). Non tutti i versi, non tutti i cantautori possono accedere al luogo di culto, c’è spazio solo per i grandissimi; Francesco De Gregori e Antonello Venditti vi entrano, dunque, di diritto.
Lo show
L’esordio è affidato a “Bomba o non Bomba” di Venditti, seguita a ruota dall’esistenzialista “La leva calcistica della classe ‘68” del Principe. Basterebbero queste due canzoni per dare la dimensione di quello a cui i fortunati ascoltatori stanno esistendo, eppure lo show è appena iniziato e non ha nessuna intenzione di esaurirsi rapidamente. Fa impressione (nell’accezione più positiva del termine) che i due giovanotti in questione facciano musica da cinquant’anni. Questo pensiero mi accarezza e mi suggerisce due considerazioni; ieri sera non è stata una sorta di “operazione nostalgia”, è stato un concerto vero fatto di canzoni immortali, interpreti eccezionali e un apparato scenico-musicale ineccepibile. La seconda considerazione che immediatamente mi scatta, mentre la scaletta procede senza interruzioni, è quanto alcuni di questi versi siano assolutamente attuali e per nulla anacronistici. Immortali appunto.
Versi
De Gregori e Venditti hanno una complicità visibile, tipica di chi conosce a meraviglia tutte le sfaccettature dell’altro. Sul palco scherzano tra loro con la tipica parlata romana, si incrociano fisicamente e con le loro voci in una serie di armonie preziose e ben eseguite. Alle volte si alternano, lasciandosi rispettivamente lo spazio fisico del palco, prima di tornare a cantare insieme. In questa festa di tutti, arrivano le preziose “La donna cannone”, “Rimmel”, “Titanic” di De Gregori, poi “Notte prima degli esami”, “Alta marea”, “Sotto il segno dei Pesci” del compagno Venditti.
A proposito del già citato santuario, vi entra di diritto un bolognese doc come Lucio Dalla; i due lo omaggiano a partire da “Santa Lucia” di De Gregori che sul finale ricalca armonicamente “Com’è profondo il mare” che con una modulazione diventa “Canzone” di Lucio. L’arrivederci, come direbbero loro, è affidato a “Roma Capoccia” e “Ricordati di Me”, non prima, però, di aver fatto ballare un valzer sulle note di “Buonanotte Fiorellino”.
a cura di
Donato Carmine Gioiosa
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