Calcutta – Unipol Arena – 3 dicembre 2023

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Continua il “Relax Tour” di Calcutta nei palazzetti, un Unipol Arena in visibilio accoglie l’artista di adozione bolognese per il ritorno in pubblica piazza.

Sono pochi gli artisti attuali che possono permettersi di sparire cinque anni e riapparire riscuotendo cotanto successo tra album e tour. Calcutta è uno dei nomi che al tempo ha contribuito a far esplodere l’ondata del cosiddetto “indie italiano”. Da quel periodo sono passati diversi anni e l’ombra di Calcutta in questi anni ha aleggiato nel panorama musicale per poi ritornare in maniera straripante una volta che ha deciso di riapparire. Calcutta è quindi ufficialmente tornato, chissà per quanto, ma intanto abbiamo assistito alla sua data bolognese.

Calcutta è riuscito a rimanere nell’immaginario mainstream in tutti questi anni e a inculcarsi nei cuori degli ascoltatori del genere, ma non solo. Anche chi non è propriamente appassionato ha imparato i suoi brani più famosi, volente o nolente, rimanendone immancabilmente catturato. Le canzoni non hanno queste composizioni incredibili o chissà quale scrittura, ma forse è questo che ha conquistato tutto: la schiettezza e la semplicità dei messaggi di cui le giovani generazioni avevano bisogno.

Calcutta in azione

Calcutta si è presentato in un look alla Bono Vox ringiovanito, moderno e un po’ più trasandato. Il concerto è stato come hanno forse potuto immaginarlo i fan in tutti questi anni di assenza, più o meno. Poteva andare meglio, ma anche molto peggio. Il pubblico è stato davvero rumoroso tanto da far ripetere più volte all’artista al microfono che non riusciva a sentirsi negli in-ear, facendo fatica a più riprese nel ritornare a cantare una volta “lasciato il palco” al pubblico.

Calcutta si o no?

Il problema è che sembra più di essere andato a vedere un concerto del pubblico di Calcutta che di Calcutta. Per l’amor del cielo, bellissimo sentire tutto il palazzetto intonare tutte le canzoni dell’artista, fa un certo effetto, ma lasciare la maggior parte dei ritornelli più conosciuti (spoiler: tutti) solamente al canto del pubblico ti lascia quell’amarognolo in bocca. Dopo tanti anni forse qualcuno vuole andare per ascoltare quei ritornelli che tanto ha cantato e li vuole sentire provenire da quell’artista che ha tanto atteso.

Nulla da togliere, ma anche il concerto è stato abbastanza basic: nessun ospite, niente confetti e nessun fuoco pirotecnico. Niente di diverso da Calcutta con la sua asta del microfono posizionato di profilo per il 90% del tempo. Dettagli carini in questo senso: la proiezione dell’artista in stile sketch da luci che si riflettavano su un wall “trasparente” e l’uso del green screen per il brano “Giro con te” associato a “Google Street View”.

Forse anche la sua dimensione dal vivo impersona un po’ la personalità sfuggente, senza fronzoli e non ce lo aspettavamo. In quest’epoca di spettacoli sempre più spettacolari, scusate il gioco di parole, forse non siamo più abituati a uno stile tranquillo e lineare di Calcutta. Un’altra dimensione comunque apprezzabile è stato il lato umano dell’artista emerso con tanti ringraziamenti e tanti sproloqui ad alternare un pezzo e l’altro.

In molti si ricorderanno il concerto del cantautore di Latina, ma crediamo possa rendere ulteriormente giusto godendosi un po’ meno il pubblico e cantando qualche parolina di più soprattutto dei brani più conosciuti. In un’epoca di playback, Calcutta ha dimostrato di non esserne portatore perché tanto ci pensano gli spettatori al posto suo.