Collini e Guidetti – Locomotiv Club, Bologna – 28 novembre 2023

Collini e Guidetti – Locomotiv Club, Bologna – 28 novembre 2023
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Due delle figure più politicizzate del panorama musicale e letterario italiano si raccontano e raccontano storie di altri con un filtro ideologico che non lascia spazio a troppe chiavi di lettura

Il Locomotiv Club si fa silenzioso per dare voce ai monologhi di Max Collini e Bebo Guidetti. Gli Offlaga Disco Pax e Lo Stato Sociale fanno da sfondo solo in alcuni momenti della serata per dare spazio alla persona, al catalizzatore di valori che evita i dogmi. “Storie di Antifascismo senza retorica” e “Qualcuno con cui parlare”, infatti, sono due spettacoli complementari che prediligono l’eloquenza alla dialettica. Non ci sono slogan, non ci sono troppi tentativi di persuadere lo spettatore o di trasmettere a tutti i costi dei concetti, ma è evidente il desiderio di condividere con altre persone le emozioni che hanno guidato i due autori durante il loro percorso.

“Qualcuno con cui parlare”

Parte puntualissimo Alberto Guidetti che, tramite la sua quotidianità, espone problematiche collettive scandite in sei “atti”. Si inizia con il suo blocco creativo, dalla precarietà della vita dell’artista, all’esorcizzazione del dolore della perdita di Matteo Romagnoli passando per la disumanizzazione e l’abbandono emotivo del paziente clinico.

“Storie di Antifascismo senza retorica”

Max Collini, nella seconda parte dello spettacolo, sposta l’attenzione sulle storie di partigiani e partigiane, con uno sguardo esterno, ma non del tutto distaccato. Sviscera diverse opere letterarie e recupera alcuni scritti di Arturo Beltoldi per descrivere il lato più intimo di diversi profili resistenti. Una lezione di storia umana, didascalica e toccante al tempo stesso. Collini legge una “pluri-grafia” scritta dal basso, non da da figure istituzionali o accademiche, ma dall’emotività degli anti-fascisti.

Prima di concludere la serata, i due protagonisti si riuniscono sul palco, tra il poster “Sta rottura de cojoni dei fascisti”, la maglietta “Partigiano reggiano”, una statuetta di Lenin e qualche leggìo. In un primo momento si alternano con un testo commissionato dallo Stato Sociale a Collini in occasione di una sua apertura ad un loro concerto. La seconda collaborazione riguarda “Qualcuno era comunista” scandito sempre dal succedersi delle voci dei due autori.

Si tratta di due esibizioni “speculari”, una si focalizza su un individualismo che guarda alla collettività, l’altra su un tema ampio per enfatizzare la forza dei singoli che muove una rivolta: un accostamento particolarmente azzeccato. Un unico blocco con l’intento, più o meno esplicito, di diffondere valori di Sinistra, fatto da artisti di Sinistra, si rivolge ad un pubblico generico tramite la sensibilità.

a cura di
Lucia Tamburello

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