Thanksgiving – L’anteprima del nuovo film di Eli Roth
Era il 2007 quando Robert Rodriguez e Quentin Tarantino fecero uscire quella piccola perla che è “Grindhouse – Planet Terror”. All’interno di quella pellicola inserirono alcuni fake trailer creati da grandi registi dell’horror, che, col tempo, sono diventati veri e propri film: si iniziò infatti con “Machete”, per arrivare, nel 2023, a “Thanksgiving“.
L’interesse attorno a Thanksgiving è sempre stato enorme, vuoi per il fake trailer del 2007, vuoi per la fanbase attorno al regista Eli Roth, creatore, tra gli altri, di alcuni cult dell’horror come Cabin Fever, Hostel e Il Mistero della Casa del Tempo. Il pubblico aspettava quindi da tempo l’uscita della pellicola, da quando lo stesso Roth aveva dichiarato che la produzione del film fosse in cantiere.
Lunedì 13 novembre siamo stati invitati alla visione dell’anteprima di Thanksgiving e io, da gran appassionato di horror, non me lo sono fatto ripetere due volte! Armato di thè e patatine mi sono goduto la visione di quello che si prospetta come uno dei migliori film horror dell’anno.
Distribuito da Eagle Pictures e prodotto da Spyglass Media la pellicola uscirà in tutte le sale italiane oggi giovedì 16 novembre, esattamente una settimana prima del giorno del Ringraziamento e del Black Friday, eventi simbolici per il film (ma ne parleremo più avanti).
Questa recensione non riporterà alcun tipo di spoiler, ma descriverà le sensazioni e le emozioni da me provate nel corso della proiezione.
Una corsa agli acquisti mortale
Arrivo in sala e mi accomodo al mio posto con la giusta dose di aspettative. Le luci si spengono, iniziano i titoli di testa, ed il ritmo è quello da tipica commedia americana: siamo a Plymouth, in Massachussets (città famosa per essere il porto dello sbarco dei padri pellegrini) e le famiglie sono in attesa della cena del Ringraziamento. Mentre discutono di come il Black Friday sia ormai una black week, la scena si sposta all’esterno del Right Mart, il grande centro commerciale della città che aprirà a mezzanotte per l’evento atteso da tutta la cittadinanza: il Black Friday.
Le persone in coda sono moltissime e a fatica la security riesce a mantenere l’ordine, poiché, a causa di un evento esterno, la gente entra nel negozio in preda alla follia. Ed è qui che si consuma il venerdì di sangue, quando si verifica la morte di alcune persone, causando un forte shock in tutta la città.
Thanksgiving ci proietta poi un anno più tardi, quando Jessica (Nell Verlaque), figlia del proprietario del negozio e studentessa, Bobby (Jalen Thomas Brooks), Gabby (Addison Rae), Evan (Tomaso Sanelli), Scuba (Gabriel Davenport) e Yulia (Jenna Warren) iniziano ad essere taggati in strani post su Instagram, mentre in città iniziano gli omicidi.
Il Killer, vestito da pellegrino con la maschera di John Carver (padre pellegrino e governatore della città nel 1600), lascia dietro di sé una scia di sangue che porterà i nostri protagonisti e lo sceriffo Newlon (Patrick Dempsey) all’oscura verità.
Tra jump scare e risate
Il jump scare è il re di questo film: sono infatti molte le scene in cui Eli Roth lo utilizza (mai in modo scontato), rendendolo il giusto mezzo per creare quel senso di paura e disagio nei presenti.
Forse siamo diventati un pubblico troppo esigente, e la paura è difficile da creare per i registi: lo si evince anche in questo film che – pur essendo una pellicola dalla giusta connotazione horror – in più di un’occasione strappa agli spettatori una risata.
Questi momenti producono un momento di pausa da quella tensione così difficilmente creata che ritornare alla paura non è poi così semplice, ed è qui che interviene il jump scare! Inoltre, il fatto di utilizzare due momenti dell’anno così cari al popolo americano avrà sicuramente un altro tipo di effetto sul pubblico d’oltreoceano.
Nella sua semplicità, la trama presenta il giusto ritmo, tanto da riuscire a tenere incollato lo spettatore per le quasi due ore di pellicola, portandolo ad interrogarsi su alcuni aspetti collegati alla follia d’acquisto e ai pensieri morali su cosa sia giusto fare o dire quando accade qualcosa di così tragico.
Come in tutti gli horror rimangono le stesse domande: perché, se la porta scricchiola, il protagonista decide di aprirla? Perché, se ti chiamano, rispondi? E soprattutto, perché, se succede qualcosa, si fa sempre tutto da soli senza l’intervento delle forze dell’ordine?
La risposta è semplice: se si facessero le cose con cognizione, gli horror non esisterebbero.
In questo film alcuni personaggi moriranno, ma nessuno in sala verserà lacrime per loro. Altri, invece, lasceranno il pubblico a bocca aperta proprio a causa della storia stessa, volutamente creata per generare teorie poi smentite lungo la visione.
Tornare a casa con una sana tensione
Thanksgiving è senza dubbio un buon horror.
La storia – per quanto possa sembrare banale – è sviluppata in modo tale da impedire che lo spettatore si annoi e rimanga col dubbio dell’identità del killer fino alla fine. Le morti sono molto spettacolari (anche se non ai livelli di Final Destination), e per lo più credibili. Solo una, forse, potrebbe apparire un po’ esagerata, ma… starà a voi capire quale!
Un fan dell’horror come me non può, dunque, che ritenersi soddisfatto da Thanksgiving; uno spettatore occasionale potrà, invece, rimanere contento del film, visto che – per trama e sceneggiatura – esso è tranquillamente paragonabile a molte delle pellicole in uscita in questo periodo, superando blockbuster decisamente più affermati.
Storceranno il naso coloro che si aspettano una pellicola simile al fake trailer del 2007, poiché questo non è un film che strizza l’occhio agli anni ’80 (come sembra trasparire dal trailer), ma risulta anzi attualissimo per gli eventi trattati. Così come i puristi del genere, che saranno infastiditi dalla comicità presente in varie scene.
Rispetto ad altri horror usciti nello stesso periodo, Thanksgiving è certamente un film da vedere per tornare a casa con una sana tensione dovuta alla paura provocata dagli innumerevoli jump scare.
A tutti gli appassionati delle scene dopo i titoli di coda, dico solo questo: non alzatevi dalla poltrona a fine film, ed il vostro desiderio verrà esaudito!
a cura di
Andrea Munaretto
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