“CVLT” come culto nell’hip-hop italiano

“CVLT” come culto nell’hip-hop italiano
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Abbiamo avuto l’occasione di ascoltare in anteprima “CVLT” il nuovo joint album di Salmo e Noyz Narcos. Una collaborazione cercata e ricercata che questo venerdì vedrà finalmente la luce.

Dopo tanti indizi lasciati sparsi nell’ultimo anno e mezzo, Salmo e Noyz Narcos hanno deciso di dar vita a un album congiunto dal nome “CVLT“. L’annuncio è arrivato ufficialmente attraverso un cortometraggio horror che li vede protagonisti guidati dalla regia eccezionale di Dario Argento. In occasione dell’uscita dell’album siamo stati invitati alla conferenza stampa di presentazione negli studi Sony a Milano dove abbiamo ascoltato alcune delle curiosità su questo ultimo lavoro del duo.

Qualche curiosità dalla conferenza stampa

Il progetto nonostante sia uscito in un anno pieno di joint album (ndr, album derivante da una collaborazione di più artisti), era in cantiere dai primi incontri avvenuti dai due. La scintilla definitiva è nata quando quando in una line-up in cui si dovevano esibire entrambi hanno mischiato i propri show regalando al pubblico un’esibizione congiunta unica. I due hanno commentato di voler unire le energie dopo gli ennesimi album da solisti con l’intenzione di portare a termine questo progetto tanto agognato.

I due si sono sempre stimati negli anni per i propri lavori collaborando in diverse occasioni e mostrando di aver sempre avuto un legame nell’immaginario musicale. Si ricordi ad esempio “Rob Zombie”, canzone nell’album di Salmo “Midnite” (2013). Quest’ultima è stata anche uno dei motivi per cui Dario Argento ha accettato la collaborazione e attenzione attenzione è possibile esca fuori qualcosa di più duraturo di un cortometraggio in futuro. La scelta dell’horror, hanno spiegato i due, è un genere che alla loro generazione da giovani dava quella sensazione di paura ma stuzzicava il lato proibito.

Il nome del disco “CVLT” deriva invece dal fatto che l’espressione “culto” venga spesso utilizzata tra i due nel privato per definire qualcosa di miliare, indissolubile nel tempo e uno state of mind. Questo album mira a esserlo per definizione. Come ultime indiscrezioni dalla conferenza è stata svelata la reale possibilità di assistere dal vivo a questo album in due date rispettivamente a Milano e Roma nell’estate del 2024.

Passando all’ ascolto dell’album

Il disco si può dire sia la perfetta rappresentazione delle anime dei due artisti. Un manifesto musicale perfetto per incidere nella pietra l’essenza dei due rapper. I punti in comune ci sono e sono evidenti, ma esistono anche tanti punti distanti e questo album sa unirli al meglio. Di recente Salmo si è allontanato dal rap più crudo e duro, ma nel disco dimostra di poter salire in cattedra da un momento all’altro, regalando comunque le nuove influenze. Noyz Narcos non si discosta troppo dal suo solito stile senza fronzoli e senza barriere, ma portando a casa l’effetto gradito.

Un disco che pesca dal rap, dall’hip-hop, dal cinema, dal gore e dall’orrore e non si limita a essere un album monotematico e quindi ripetitivo in questo senso. Ogni traccia ha da dire la sua, canzone dopo canzone viene stimolata la curiosità per sapere di cosa tratterà il pezzo successivo. È un lavoro, per i fan del rap più “violento”, da ascoltarsi con delizia mentre i due si scambiano barre una dopo l’altra con una certa maestria.

La produzione è un altro aspetto fondamentale di questo album. Come raccontato dai due rapper sono stati scelti dei collaboratori di fiducia con cui i due si sono trovati bene negli ultimi tempi; in modo da avere così una produzione cucita al loro stile e unendo gli immaginari dei rapper anche in questo senso grazie all’aiuto di Luciennn, Sine, Ford78 e lo stesso Salmo.

Tracce più culto dell’album

Il disco è in uscita questo venerdì, ma sembra doveroso dare una nostra selezione dei brani migliori di questo disco per “mettere quel pepe” e anticipare qualcosina.

  • “ANTHEM”: è la traccia dove i due riconoscono ufficialmente uno la carriera dell’altro. I due si scambiano a livello di testo e produzioni alcune delle rispettive canzoni giocandoci sopra. Una, se non la traccia migliore dell’album;
  • “RESPIRA”: basata su un sample di “Breathe” dei Prodigy, è una traccia che non guarda in faccia a nessuno e l’aggiunta di Marracash, una delle poche collaborazioni dell’album, porta il brano a un altro livello e la scelta del feat risulta fin troppo azzeccata;
  • “CVLT”: sembra cliché inserire la title track, ma è un brano vecchio stile con fiati a fare da corredo che rendono l’atmosfera del brano, ancora inedito, già un classico. In questo brano da notare anche la presenza di Kid Yugi, nuova leva, capace di fare la sua figura non venendo oscurato dai due artisti principali;
  • “CHILOMETRI”: forse inclusa per deformazione professionale, dati i tanti spostamenti, però la vostra testa non riuscirà a fermarsi nell’headbanging come raccontano di non essersi mai fermati i due nel fare musica in tutti questi anni;
  • “NIGHTCRAWLERS”: forse la traccia più sperimentale a livello di sonorità di tutto l’album e per questo entra di diritto nella nostra selezione. Sperimentare a volte fa male, ma Salmo e Noyz danzano sulla traccia adattandosi anche in questa veste più “moderna”
  • “LA FINE”: impossibile non inserire la traccia finale, quella chitarra su cui si basa tutta la produzione fa impazzire da sola. Se poi ci aggiungi il talento dei due nel creare i brani outro
Qualche considerazione finale

Il disco si candida ad essere uno dei migliori dell’anno per quanto riguarda il genere hip-hop. Una collaborazione sinceramente inaspettata (ndr, ciò che non chiedevamo ma di cui avevamo bisogno senza saperlo semicit.) ma estremamente funzionale e se non fosse esistita avrebbero dovuto inventarla. Finalmente si torna un po’ all’hip-hop più classico e si perde un po’ l’ostentazione del rap moderno, oltre che i soliti temi ormai triti e ritriti. Una giusta celebrazione di sano hip-hop.

Salmo e Noyz Narcos hanno voluto in primis creare un attestato di stima reciproco, ma nel farlo hanno tirato fuori dal cilindro un disco di un livello elevato. Se lo avessero fatto agli inizi, come era intenzione fare, non sarebbe risultato così incisivo e tutta l’esperienza in tutti questi anni ha solo potuto giovare. Tante tracce non avrebbero avuto questa veste e portare un album così per un po’ di “classic sh*t”, come direbbe Noyz, può dare solo il suo apporto nell’alzare il livello musicale.

a cura di
Luca Montanari

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