“Relax”, recensione del nuovo album di Calcutta

“Relax”, recensione del nuovo album di Calcutta
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Con un anticipo di soli dieci giorni il cantante indie di Latina fa uscire Relax, il suo quarto album, dopo cinque anni d’attesa

Sgualcito, ozioso, dalla voce menefreghista e solitaria, Calcutta giunge al suo quarto album: “Relax”.
Un risultato ahimé prevedibile, che lo pone però in cima rispetto al resto dei protagonisti dello stesso panorama, i quali, a differenza sua, non hanno la sua personalità.

I brani

“Coro”, il brano di apertura, è costituito dai vocalizzi di un coro di alpini senza l’apporto di alcuno strumento. Una rielaborazione con arrangiamenti che strizzano l’occhio al giovane Battisti, quello degli anni Settanta, quando era alle prese con la musica elettronica. Nessun coro però viene incitato da questo album che non presenta particolari culmini creativi.

L’influenza di colui che ha segnato il destino della musica pop in Italia riecheggia ancora nel processo compositivo di Calcutta, volto all’edificazione di “Relax”, in particolare nel secondo brano, “Giro con te”, il quale guarda con ammirazione l’indimenticabile “Sì viaggiare”.

Un altro riferimento ci riconduce a Brunori Sas: “Tutti”, ad esempio, appare un calderone in cui cuociono le brutture della Generazione Z con l’obiettivo di anestetizzarli, orizzonte investigato in numerosi brani dal cantautore calabrese.

“Relax” è avvolto da una nube di synth pop anni ottanta come in “Controtempo” e “Loneliness”. Malinconicamente naif, apparentemente ingenui, distaccatamente ballabili questi brani che distolgono l’attenzione dalla prepotente influenza autobiografica che, ancora più del solito, in maniera sincera e diretta racconta le sue debolezze durante il periodo di pandemia, come il senso di solitudine e di lontananza e, infine, l’avvenimento più tragico: la morte della madre descritta nell’analogica “SSD”.

Il risveglio

Cinque anni di assenza sarebbero un’infinità per chiunque ma “Relax”, lo dice già il suo nome, è un progetto che parte lentamente, come intorpidito dopo un lungo sonno, che man mano si sveglia nel primo pomeriggio di una domenica deserta. Apre gli occhi, dunque, piano piano e nel frattempo si crogiola nei ricordi nostalgici del passato, nella malinconia dolce del presente, e inizia ad aprire gli occhi fino a tirarsi su dal letto con i brani disco-funk.

Indubbio è, infine, il suo talento nella scrittura che, sebbene alcuni tratti possano essere per alcuni discutibili, parla degli stati d’animo della propria generazione, della quale risulta essere uno dei più credibili portavoce nella scena italiana contemporanea.

Setlist
  1. Coro
  2. Giro con te
  3. Controtempo
  4. 2minuti
  5. Tutti
  6. Intermezzo3
  7. SSD
  8. Loneliness
  9. Ghiaccioli
  10. Preoccuparmi
  11. Allegria…

a cura di
Benedetta D’Agostino

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Benedetta D'agostino

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