“Devil May (or may not?) Cry”

“Devil May (or may not?) Cry”
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Devil May Cry è una rinomata saga videoludica che ha catturato il cuore dei videogiocatori di tutto il mondo con la sua trama originale e il suo ritmo di gioco accattivante. Ma cosa dire dell’anime canonico?

Presentazione

Devil May Cry è una serie di videogiochi che attualmente conta 5 titoli, pubblicati tra il 2001 e il 2019 per varie consoles. Attorno a questi giochi ruotano un manga (mai completato) e un anime canonici, ma anche light novels e libri considerati non canonici. L’intero franchise è gestito dalla Capcom, casa produttrice famosa per titoli come Street Fighter e Resident Evil. Tra i creatori si annovera Hideki Kamiya, autore della celebre serie di Bayonetta.

Le citazioni tra i due giochi non mancano in quanto sembrano condividere lo stesso universo, ma bisogna anche ricordare che Kamiya, dopo Devil May Cry 1, si è allontanato ed è per questo che ci sono anche varie incongruenze e buchi di trama nel corso della saga. Nel 2007, in ogni caso, WOWOW pubblica l’anime e ad oggi risulta doppiato in italiano ma non reperibile su nessuno dei siti streaming più in voga.

Copertina di Devil May Cry 5
(Fonte: Google Images)
La storia del figlio di Sparda

In questo universo due mondi avevano convissuto pacificamente per secoli: quello dei demoni e quello degli umani. I problemi cominciarono quando i primi decisero di invadere i secondi. A quel punto Sparda, un demone dalla forza leggendaria, decise di intervenire a favore degli umani, sconfiggendo innumerevoli nemici e sigillando il mondo demoniaco attraverso un amuleto.

Intorno al 1964, in Inghilterra, un’umana chiamata Eva mise al mondo due gemelli mezzidemoni, Dante e Vergil, i figli di Sparda. Il giorno prima dell’ottavo compleanno dei due bambini il demone si allontanò dalla sua famiglia e successivamente morì. In quell’occasione, Dante e Vergil ricevettero le due metà dell’amuleto usato dal padre per sigillare il mondo demoniaco. Sempre in quel giorno, dei demoni attaccarono Eva e i gemelli, i quali non erano ancora in grado di difendersi. Vergil venne separato da sua madre e suo fratello e fu probabilmente rapito da coloro che li stavano attaccando. Fortunatamente però, Eva riuscì a nascondere almeno Dante, prima di essere massacrata davanti ai suoi occhi.

Da quel fatidico giorno Dante maturò un odio profondo verso tutti i demoni, soprattutto suo padre. Sparda li aveva abbandonati e per questo sua madre, la persona a cui teneva di più al mondo, era morta. Animato da questo sentimento, il mezzodemone divenne un cacciatore di demoni.

Vergil e Dante in una delle immagini di gioco di Devil May Cry 5
(Fonte: Google Images)
L’anime

Tutta la storia appena esposta è sottintesa e di mero sfondo nella serie animata. L’anime, infatti, si articola in 12 episodi della durata media di 24 minuti, sigle di apertura e chiusura incluse. Ciascun episodio racconta una storia che si conclude all’interno della puntata stessa, seppur ci si sia un filone di trama generale che inizia nel primo episodio e finisce negli ultimi due.

È chiaro che lo sceneggiato sia stato pensato per diventare parte integrante della saga videoludica. Fornisce delucidazioni sul passato del mezzodemone e allude a degli eventi della sua vita avvenuti tra la morte di Eva e l’inizio dei videogiochi. Moltissime cose sono date per scontate, come chi siano Lady e Trish (una demone e una mezzodemone che diventano amiche del protagonista durante le sue avventure) e la natura non esattamente umana di Dante. Fortunatamente però, la serie risulta comprensibile anche per coloro che non conoscono e non hanno giocato a nessuno dei titoli di Devil May Cry.

Tuttavia, nel suo complesso, sia considerandolo come parte della saga che come titolo a sé stante, risulta un’opera audiovisiva piuttosto mediocre. Le animazioni non sono un granché e la grafica non colpisce certamente per la sua qualità. La trama non è eccezionalmente innovativa e il carattere dei personaggi risulta un po’ stereotipato: dalle femmes fatales (Lady e Trish), alla bambina fastidiosa ma adorabile (Patty), al buon amico (Morrison) e al bello e tenebroso (Dante).

In quest’ordine da sinistra a destra: Trish, Dante e Lady
(Fonte: Google Images)
Dante

Il protagonista, ossessionato dalla pizza e dallo Strawberry Sundae (un gelato che fa il suo bar preferito), era pronto per diventare il protagonista di Resident Evil 4 e chiamarsi Tony Redgrave. Tuttavia, una volta arrivati ai bozzetti finali, fu opinione comune che Dante fosse fin troppo carismatico per quel ruolo e si decise di dargli un suo videogioco, sostituendolo con il noto Leon. Il nome Tony Redgrave, con il quale Dante si è fatto chiamare per un periodo, è un omaggio alla sua origin story.

Kamiya aveva fissato dei punti ben precisi per il figlio di Sparda: doveva avere a tutti i costi una giacca lunga per essere appariscente, avere un atteggiamento “British” (ovvero scherzoso ma corretto in battaglia) e non doveva fumare dato che, secondo lui, “Dante è troppo fico per fumare“. Nel corso delle varie opere legate a Devil May Cry il carattere di Dante cambia spesso, a volte diventando radicalmente irriconoscibile. Parte di queste evoluzioni altalenanti sono spiegabili con l’allontanamento di Kamiya, altre con la semplice crescita caratteriale del personaggio. Ad ogni modo, che sia stoico, sfacciato, “British” o taciturno, Dante esercita con successo un enorme fascino e tiene alta l’attenzione di tutti.

Nuove comparse: Morrison e Patty

L’anime ha portato con sé una nuova compagnia per il protagonista. Lady e Trish diventano relazioni quasi marginali, sebbene nel corso delle puntate emerga il loro profondo legame con Dante. I nuovi ed importanti personaggi sono Morrison e Patty Lowell. Non viene mostrato come Morrison e Dante si siano incontrati o in quali circostanze il primo abbia iniziato a lavorare con il secondo: ciò che trapela dall’anime è che adesso è Morrison a trovare e commissionare a Dante i suoi incarichi. Non a caso, il titolo di ciascun episodio è “Mission…”.

Questo nuovo personaggio sembra conoscere molto bene il protagonista, al punto da riuscire a comprendere al meglio ciò che gli passa per la testa e consigliarlo di conseguenza. Sopporta pazientemente la pigrizia e la difficoltà caratteriale del figlio di Sparda più dolcemente di Lady e Trish. Infatti, le due donne tollerano in modo giocoso il mezzodemone, senza perdere alcuna occasione per stuzzicarlo. Al contrario, Morrison è un amico silenzioso che, pur con qualche battuta ogni tanto, sa esattamente cosa fare e cosa dire per aiutare.

Completamente differente è il discorso per la piccola Patty. La bambina viene introdotta nel primo episodio e si affeziona a Dante dal momento in cui la salva da una trappola mortale. È una buona rappresentazione di una ragazza della sua età, né troppo infantile, né troppo adulta. Patty è capricciosa e ostinata ma anche matura: fa le pulizie e bada a Dante, ma al contempo pretende vestiti nuovi e perde criticamente di lucidità quando si parla di sua madre. Il rapporto tra il mezzodemone e la bambina è movimentato, al punto che si trovano spesso a bisticciare, ma sono legati da un sentimento paragonabile a quello che c’è tra un padre e una figlia.

Patty Lowell
(Fonte: Google Images)
Grandi mancanze: Vergil

Infine, all’interno della serie, tutti i fan della saga videoludica hanno sentito la mancanza di un certo personaggio quasi onnipresente nei giochi: il gemello di Dante, Vergil. Nell’anime la sua esistenza è assente, il che risulta abbastanza strano dal momento che si fa riferimento al passato di Dante e sua madre Eva.

È vero che tutto ciò che accade a Vergil nel lasso di tempo tra la sua separazione da Dante e l’inizio degli eventi di Devil May Cry 3 (il primo gioco in ordine cronologico di trama, il prequel della saga) viene ampiamente spiegato nel manga. Tuttavia non costava niente aggiungere anche un solo breve riferimento… Forse, però, sarebbe stato come mettere troppa carne al fuoco. L’omissione di Vergil rende lo sceneggiato meno gradito agli appassionati ma sicuramente più accessibile a chi approccia Devil May Cry per la prima volta.

Curiosità

Prima di concludere, ecco una serie di fun facts imperdibili per i fan e gli incuriositi. Ovviamente, i nomi scelti per i personaggi fanno riferimento alla Divina Commedia di Alighieri. Dante, Vergil che richiama Virgilio e persino la loro madre, Eva, sono tutti rintracciabili nella suddetta opera, che è stata dichiarata come di grande ispirazione per la saga. Un easter egg divertente dell’anime è che Dante ama la pizza ma odia le olive e puntualmente, in ogni scena, si può vedere come le sue fette di pizza abbiano sempre le olive sopra. Inoltre, il suo carattere e aspetto sono fortemente influenzati da Cobra, personalità principale di Space Boy.

Conclusioni

In sostanza, quest’anime non è nulla di speciale, in particolare se estrapolato dal suo contesto. Considerata la sua durata, può essere un piacevole quanto breve passatempo, una compagnia che non disgusta ma che neanche attrae troppo. Ciò che lo rende speciale sono l’affetto dei fan e le varie curiosità che vi ruotano intorno. Un altro Dante direbbe: “sanza ‘nda mia e sanza lodo”…

a cura di
Adelaide Gotti

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