“Frieren: oltre la fine del viaggio”: debutta la serie anime

“Frieren: oltre la fine del viaggio”: debutta la serie anime
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Frieren: come ci sono sembrati i primi 4 episodi per la nuova serie anime dell’autunno 2023?

La serie Frieren: oltre la fine del viaggio è basata sul manga di Kenehito Yamada, uno slice of life nostalgico ambientato in un classico mondo high-fantasy.

L’anime è stato diretto da Keiichirou Saitou ed è stato prodotto da uno studio iconico con alle spalle diversi successi: parliamo, infatti, della Madhouse. Per adesso sono disponibili alla visione i primissimi 4 episodi, che possono essere trovati facilmente sulla piattaforma Crunchyroll.

Frieren è stato fondamentalmente pensato per essere un successo e, stando a questi primi 4 episodi, le premesse sono ottime. L’anime rimane coerente con ciò che avviene nel manga e si inserisce in un quadro dalle pennellate nostalgiche e rilassanti. Stiamo parlando di una serie che nasconde molta profondità: si avvale infatti di toni molto riflessivi, uniti alla capacità di invocare diverse emozioni con la sola visione. Ma non dobbiamo aspettarci un’avventura fantasy per come la conosciamo: qui tutto quanto viene stravolto.

Trama

Frieren: oltre la fine del viaggio comincia con il personaggio di Frieren, una maga elfica, che rientra insieme ai suoi compagni dopo aver sconfitto il villain del regno, il Re Demone. Dopo dieci anni di avventure, gli eroi ritornano per godersi il loro meritato riposo, ma per Frieren non andrà così.

Qui si inserisce la componente principale della serie. Dopo aver riscosso la ricompensa e aver festeggiato la vittoria la protagonista parte nuovamente lasciando i suoi compagni, promettendo loro di fargli visita in futuro.

Al suo ritorno, diversi anni dopo, i suoi amici ormai sono invecchiati, mentre lei è rimasta sempre la stessa (essendo appunto un’elfa). Questo fa scattare qualcosa dentro di lei, portandola a rivalutare il concetto stesso del tempo e del legame con le altre persone.

Le conversazioni tra lei e i suoi compagni lasciano riaffiorare diversi ricordi dell’avventura passata, dando inizio al suo nuovo viaggio che sarà per lo più alla riscoperta di sé stessa e delle sue memorie.

Frieren, Himmel,
Fonte: www.pinterest.it
Pennellate di nostalgia

La serie graficamente è meravigliosa. Non sono presenti animazioni complesse e sofisticate e il focus risiede nell’utilizzo della palette cromatica e dei momenti fissi per rievocare emozioni come la nostalgia. Durante gli episodi sono diversi i momenti in cui la regia si sofferma ripetutamente su costruzioni e paesaggi. I castelli, gli edifici medievali, un cielo stellato e i campi fioriti sono solo alcune delle meraviglie visive proposte.

Apparentemente potrebbe sembrare senza carattere, ma con uno sguardo più attento si nota come la morbidezza dei disegni e lo stile riconducano ad un effetto acquerello finto che conferisce un aspetto quasi onirico all’anime. Il tutto legato insieme crea un effetto nostalgico, quasi come se stessimo guardando un ricordo offuscato, cristallizzato in un libro di fiabe per bambini.

Frieren non è impressionante solo nei piccoli momenti. In realtà è infatti presente una sorprendente quantità di dettagli nell’animazione più veloce e stilizzata utilizzata per i pochi combattimenti e nei lanci di incantesimi.

Minimalismo

Abbiamo in Frieren una serie che sembrerebbe procedere verso il minimalismo. Tuttavia, se si guardasse meglio nel particolare, si troverebbe invece un movimento, una sceneggiatura sostenuta che accoglie con calma lo spettatore. Si appoggia sull’essere naturalistico e fa un ottimo lavoro di accompagnamento nella scoperta dei personaggi e delle loro relazioni senza mostrarle esplicitamente.

Sono presenti i flashback dell’avventura originale, ma non sono presenti attimi importanti: lo scopo è trasmettere la sensazione del tempo che scorre inesorabile e focalizzare l’attenzione sul potere dei ricordi. Questi ultimi, infatti, sono la componente cardine di questi 4 episodi: Frieren sarà guidata proprio da essi nelle sue scelte durante il nuovo viaggio.

Sound design

L’attenzione viene data anche al sound design, curato anche questo nei minimi dettagli. Il crepitio del fuoco, il cinguettio degli uccelli, i rumori dei paesini, lo sgorgare dell’acqua di un ruscello… tutti elementi che lasciano spazio all’ascolto che accompagna la costruzione degli elementi visivi.

Quando entra in scena la colonna sonora si nota come essa risulti azzeccata ed evocativa nel modo giusto, con archi e melodie allegre che possiamo aspettarci solo da un mondo fantasy.

La cosa più interessante della serie è che la combinazione di questi elementi è deliberatamente pensata per una struttura frammentata simile ad una fiaba che definisce i vari momenti col passare del tempo.

Piccoli frammenti di un grande disegno

Ogni episodio porta con sé frammenti di un’avventura più grande. Vediamo Frieren e i suoi compagni alle prese con un demone, o mangiare e scherzare durante un viaggio attraverso la foresta.

Gli episodi stessi e le varie vicende si verificano a distanza di anni. Nei primi due episodi passano decenni senza accorgersene, dando l’idea di come la longevità di Frieren influenzi la sua prospettiva sul tempo e sulla vita stessa.

Questo effetto è reso possibile non solo grazie ai flashback e agli incontri con i vecchi compagni ma anche grazie a Fern, l’apprendista di Frieren, all’inizio solo una bambina ma successivamente già adolescente in dieci minuti della serie.

Il valore del tempo

Insomma, l’anime vuole concentrarsi sul valore del tempo, lasciando riflettere su come diciamo addio e su come possiamo imparare ad andare avanti. Vuole che gli spettatori riflettano sui momenti che spendiamo con le persone care e non neghiamo che l’obiettivo possa essere anche far scendere qualche lacrimuccia.

Dopo neanche due ore in 4 episodi, Frieren: oltre la fine del viaggio è sicuramente un anime da raccomandare alla visione. Una serie promettente con una storia interessante e per nulla scontata che ci trasporta in un mondo fantasy fuori dagli schemi classici ai quali siamo abituati.

a cura di
Lorenzo De Bonis

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