Joji – Carroponte, Milano – 24 agosto 2023
Joji ha toccato per la prima volta in un live il nostro bel paese proseguendo la stagione musicale al Carroponte. Un’esibizione coi controfiocchi messa in scena dall’artista giapponese
Si torna sempre dove si è stati bene e il Carroponte è uno di quei luoghi. In una calda e afosa serata milanese Rei Brown ha aperto le danze. L’artista stava anche inscenando uno spettacolo godibile, sostenuto da voce elettroniche a supportarlo e il tutto in uno stile simile a quello del main event: Joji. Purtroppo la sua performance è stata troncata in più occasioni da problemi tecnici che ne hanno ritardato l’inizio e fatto concludere in maniera “bislacca” il set.
Aspettative da Joji
Il percorso artistico di George Kusunoki Miller, aka Joji, è particolare. Affermatosi a livello mondiale nel primo decennio del 2000 come youtuber sotto l’acronimo FilthyFrank, Joji ha abbandonato questa esperienza per far convergere il proprio estro artistico verso una carriera musicale. Non è facile liberarsi di un personaggio così pesante, ma lo stile nettamente diverso e la bravura anche in questo campo hanno regalato i frutti sperati, donando una vita totalmente differente rispetto al percorso precedente.
È da mettere in chiaro che nell’esibizione dal vivo aleggia ancora la personalità dell’alter ego “youtubico”. Primo fattore, certe mosse messe in atto dallo stesso Joji durante le performance (come cavalcare l’asta del microfono, ndr) fanno tornare la memoria a quei tempi. Secondo fattore, il portarsi dietro un “fomentatore di masse” posizionato lì per giocare con suoni, incitare il pubblico e sparare due scemenze con lo stesso Joji rompono un po’ la magia dell’aura di questa nuova vita. Le due parti artistiche si fondono quindi durante il live dell’artista e una non può esistere senza l’altra.
Un live intimo
La maggior parte dei brani di Joji presentano un’anima malinconica e “blu” inteso nel senso britannico. L’artista tiene la voce bassa quasi per aiutare a esasperare l’intimità dei brani, quasi come se volesse sussurrarli all’orecchio di ciascuno dei presenti. La parte suonata dalla band rappresenta in questo senso un potenziatore ulteriore per creare la giusta atmosfera e uno spettacolo ricco di suoni.
La maggior parte dei brani inoltre presenta una durata abbastanza contenuta creando un duplice effetto: da un lato riescono a prenderti, a coinvolgerti dall’altro si interrompono sul più bello, giusto quando hai assorbito e ti stai adattando a quel brano; è già tempo di passare a quello successivo.
La resa dal vivo è stata alla fine molto interessante, creando uno show diverso (diverso non è sinonimo di “bello”, ma se eseguito in maniera ottimale porta aria fresca, ndr) sia dal punto di vista visivo con il palco formato da enormi cubi ricoperti di led e visual, sia soprattutto a livello canoro con Joji che si è confermato quindi un artista capace di rivoluzionarsi e innovarsi. La duplice anima contrapposta esalta ulteriormente la performance e il canto del pubblico a gran voce non può che essere la ciliegina sulla torta di questo spettacolo.
La scaletta del concerto
- Reanimator
- Sanctuary
- Yeah Right
- NIGHT RIDER
- Will He
- Daylight
- YUKON (INTERLUDE)
- Pretty Boy
- worldstar money (interlude)
- I Don’t Wanna Waste My Time
- Attention
- Ew
- Die for You (interrotta)
- Die for You
- Like You Do
- Can’t Get Over You
- Plastic Taste
- Gimme Love
- Slow Dancing in the Dark
- Slow Dancing in the Dark
- Glimpse of Us
a cura di
Luca Montanari
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