“Love Sux”: l’inno di Avril Lavigne agli amori sbagliati

“Love Sux”: l’inno di Avril Lavigne agli amori sbagliati
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A distanza di tre anni dall’ultimo album, Avril Lavigne torna con “Love sux”, pubblicato per DTA Records, etichetta discografica di Travis Barker, noto ai più per essere il batterista dei Blink 182.

Se “Head above water” è stato l’album della rinascita, dopo l’assenza dalle scene e la malattia di Lyme, anche senza riscuotere particolare successo nonostante alcune ottime tracce, “Love sux” può essere considerato come l’album del ritorno della regina del pop-punk Avril Lavigne.

L’album

Il disco farà storcere il naso a chiunque si aspetti qualcosa di nuovo, ma strizza l’occhio a chi era adolescente nei primi anni 2000 e ha amato l’Avril Lavigne degli esordi. La collaborazione con Travis Barker ha portato, infatti, alla produzione di un album che riprende il filone di quel pop-punk americano che veniva trasmesso ininterrottamente su MTV all’inizio del millennio e che sta tornando prepotentemente oltreoceano.

Il titolo, in uno slang difficilmente fraintendibile, racconta di un amore che non è andato esattamente nella direzione giusta. Ogni traccia racconta un aspetto diverso di una storia d’amore fallita, senza cadere nella tristezza. Raccontandolo, anzi, con impertinenza, con la consapevolezza che bisogna comunque contare sempre su sé stessi.

Come suona “Love Sux”?

L’album inizia con “Cannonball“, brano che ricorda un po’ le sonorità di “The best damn thing” e che rappresenta forse l’anello debole della catena. È infatti in “Bois lie“, che vanta la collaborazione con Machine Gun Kelly, che troviamo la prima perla dell’album. Un dialogo a distanza in cui le voci dei due artisti si fondono perfettamente.

Tra le collaborazioni dell’album troviamo anche quelle con Blackbear in “Love it when you hate me” e con Mark Hoppus in “All I wanted“.

Dodici tracce che si inseguono freneticamente, con l’unica ballad del disco, “Dare to love me“, come penultima canzone, prima di lasciare il posto nuovamente alle chitarre e alla batteria incalzanti di “Break of a heartache“, che può essere considerato un outro perfetto e ci ricorda che, alla fine di tutto, quello che conta siamo sempre noi.

Questo è l’album più rock e alternativo che abbia mai fatto e mi sono divertita a farlo. Il lockdown mi ha permesso di dedicarci tantissimo tempo e ho trovato un entusiasmo tale come se fosse il primo album.

Avril Lavigne

“Love sux”, in definitiva, è tutto quello che ci si dovrebbe aspettare da un album di Avril Lavigne e che mancava da troppo tempo nelle produzioni dell’artista canadese. Sperando che la strada intrapresa sia quella del definitivo ritorno.

a cura di
Mirko Fava

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Mirko Fava

Mirko Fava nasce a Parma il 23/04/1991. Ha un diploma da geometra che ha usato per poco tempo, prima di diventare impiegato. Ha cominciato ad appassionarsi di musica negli anni delle superiori ed è andato alsuo primo concerto nel 2007, portandosi dietro una delle prime digitali compatte di suo padre, ottenendo scarsissimi risultati. La passione per la fotografia è cominciata parallelamente a quella per i concerti, anche se a tutti gli effetti si è sviluppata definitivamente dopo qualche anno. La macchina fotografica lo accompagna anche in viaggio, alla costante esplorazione del mondo. Tutte passioni economiche, in pratica.

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