Roberta Finocchiaro: passione e professionalità al servizio della musica

Roberta Finocchiaro: passione e professionalità al servizio della musica
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Roberta Finocchiaro è una delle poche artiste complete in Italia. Non solo vanta una carriera quasi decennale con tre album all’attivo, ma è un’incredibile chitarrista che si accompagna e suona con una naturalezza unica. Nelle sue composizioni non ci sono barriere di genere, si passa da piacevoli e raffinate sonorità soul, tirati rock blues a ballate sospese tra folk e pop.

Roberta è figlia di una realtà musicale che nasce proprio nella sua Catania. La Tillie Records è l’etichetta che la segue, fondata da Simona Virlinzi, sorella del compianto Francesco. È stato proprio Francesco a diventare amico di personaggi come Springsteen o Michael Stipe e a far diventare Catania come uno dei fulcri principali di nuove vibrazioni musicali.

Da tutti questi stupendi input è venuta fuori Roberta Finocchiaro, uno stupendo prodotto di casa Tille Records e una naturale continuazione di una realtà divenuta ormai internazionale. Infatti l’ultimo album Save Lives With the Rhythm del 2020 è stato registrato a New York e prodotto da Steve Jordan.

Ma il pretesto della nostra intervista è stato il tour concluso da pochi giorni, che ha visto Roberta Finocchiaro suonare insieme a Cristiano Godano per il suo tour Mi ero perso il cuore.

Ciao Roberta e benvenuta. Sei una delle poche artiste in Italia a suonare la chitarra professionalmente, oltre a essere cantante e autrice di canzoni. La tua determinazione ti ha portato a registrare il tuo ultimo album “Save Lives with the Rhythm” a New York con la produzione di Steve Jordan. Trovi che oggi, una musicista, debba ancora superare pregiudizi in un settore con molti colleghi prevalentemente uomini?

Ciao! Grazie mille! Io ho sempre vissuto la musica senza barriere di qualsiasi tipo, penso che la musica ci renda tutti uguali e grazie anche a questo pensiero riesco ad andare avanti nonostante ci sia sempre stata una mentalità maschilista anche nell’ambiente musicale, come negli altri settori lavorativi. In questo momento storico se ne sta parlando molto e credo sia un ottimo primo passo per un cambiamento importante perché penso che la parola sia un mezzo fondamentale per superare qualsiasi tipo di problema. L’umanità è in continua evoluzione quindi penso che la discriminazione verrà presto distrutta.

Cristiano Godano ti ha voluto al suo fianco per il tour del disco “Mi ero perso il cuore”. Siete stati definiti “la strana coppia” per la vostra provenienza da due background musicali diversi. Come è nato il sodalizio? Come si sta sviluppando durante le serate live?

Io e Cristiano ci siamo trovati subito bene perché nonostante veniamo da due background musicali diversi abbiamo dei punti in comune come Joni Mitchell, Neil Young i Sonic Youth, Bob Dylan. Nel nuovo album di Cristiano Mi Ero Perso Il Cuore sono presenti tutti questi riferimenti musicali e quindi è stato molto facile per noi cominciare a suonare insieme e, durante i live, la nostra complicità musicale è andata in continua crescita.

Come formazione e attitudine la tua musica è più rivolta all’America. Sei dell’opinione che si possa legare l’esperienza internazionale a quella italiana oppure la trovi limitante per il tuo percorso?

Penso che ci sia un po’ di discriminazione in Italia. Sono pochi gli artisti italiani che sono riusciti a farsi “accettare” anche cantando in inglese… però io ho sempre fatto tutto quello che mi veniva dall’anima con sincerità e senza mai pensare a strategie particolari, anzi ho sempre preso ispirazione da artisti come Elisa, Pino Daniele, che sono riusciti ad unire l’inglese all’italiano. Io amo entrambe le lingue e non escludo che il mio prossimo album possa essere tutto in italiano ma sempre con sfumature internazionali.

Anche quest’anno partecipi al Contest 2021 “Cover me” dedicato alle interpretazioni delle canzoni di Bruce Springsteen dopo aver vinto il premio della critica lo scorso anno con “New York City Serenade”. Cosa ti lega al grande rocker americano?

Ho scoperto il mondo di Springsteen grazie alla mia produttrice Simona Virlinzi. Insieme a lei abbiamo visto suoi concerti e ho anche avuto la fortuna di conoscerlo, quindi in questi anni mi sono appassionata alle sue canzoni e al suo modo di scrivere prendendo anche ispirazione. Per me Bruce è un ottimo esempio da seguire per noi artisti. Questa volta al Contest ( https://www.noiespringsteen.com/contest/) ho presentato “If I Was The Priest” un brano che lui scrisse tanto tempo fa e che poi ha pubblicato nel suo ultimo album. La mia versione è molto semplice ma piena di groove non vedo l’ora di poterla suonare dal vivo!

a cura di
Beppe Ardito

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Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

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