“Fuxi Fuxi”, la sessualità come rinascita dell’individuo raccontata da Liu Heng

“Fuxi Fuxi”, la sessualità come rinascita dell’individuo raccontata da Liu Heng
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Pubblicato nel 1987, Fuxi Fuxi (the obsessed) è uno dei romanzi più conosciuti dello scrittore cinese contemporaneo Liu Heng. Grazie a quest’opera l’autore ricevette, in quello stesso anno, il premio nazionale come miglior racconto, anche se saranno i celebri registi Zhang Yimou e Fengliang Yang a consacrare la trama di Fuxi Fuxi nella storia del cinema grazie a Ju Dou nominato all’Oscar come miglior film straniero

Fuxi Fuxi, o The obsessed, è una delle opere che meglio rappresenta il desiderio di risollevare il soggetto individuale dopo anni di costruzione di un’identità collettiva basata sugli ideali promossi dalla Rivoluzione Comunista Cinese. Attraverso l’espediente dell’erotismo, che celebra la potenza di una passione trasgressiva coinvolgendo mente ma soprattutto corpo, Liu Heng ripercorre la sessualità nella storia culturale cinese.

La centralità delle tematiche carnali si fa voce della natura complessa dell’umano. Non più visto come razionale quanto più come soggetto ricco di percezioni ed emozioni, l’uomo si sente sempre più alienato e cosciente di non sentirsi parte di una società fondata solo da apparenza e finto onore.

Il desiderio carnale come unica via per la libertà

In un villaggio contadino, il proprietario terriero Jiang Jingshan decide di prendere in sposa la bella Wang Judou di molti anni più giovane di lui costretta a sposarlo per volere della famiglia. La ragazza, vittima degli abusi fisici del marito, trova nel rapporto sensuale ed erotico con il nipote di lui, Yang Tianqing, l’unica possibilità di appagamento personale. Molto numerose e dettagliate sono le descrizioni della brutale violenza che la giovane deve subire a causa della frustrazione del marito che, dopo aver scoperto la sua impotenza, teme di diventare motivo di derisione da parte della comunità.

Dall’amore passionale e senza freni di Judou e Tianqing nasce un figlio Yang Tianbai, che viene platealmente esibito da Yang Jingshan come dimostrazione della propria virilità. Per la coppia è impossibile continuare ad amarsi senza incappare nei pettegolezzi della società che considera inaccettabile ogni rapporto adulterino.

Nel frattempo, Yang Tianbai intuisce la verità sulla sua origine clandestina ma si rifiuta di riconoscere Tianqing come padre. Ogni qual volta Tianbai si imbatte in Tianqing lo guarda con disprezzo. Non conta il desiderio di instaurare un rapporto con suo figlio, Tianqing viene costantemente denigrato da quel figlio biologico che, se prima era solo cagione di turbamento, ora vuole che diventi parte della sua vita.

Con il cuore spezzato, Tianqing è incapace di trovare il coraggio necessario per uccidere Jingshan, per quanto la paralisi dell’ormai anziano zio gli consentisse di commettere l’omicidio senza destare troppi sospetti. L’unica decisione che il giovane riesce a prendere è quella del suicidio dopo l’ennesimo rifiuto del figlio di accettarlo come padre. Solo guardando il corpo spoglio ormai senza vita dell’uomo, Tianbai scopre il senso della sua esistenza guardando per ore e ore i genitali del padre naturale.

fonte: IMDb la protagonista Wang Judou in una scena del film “Ju Dou”
Il delicato ruolo di essere padre

Fulcro della narrazione di Fuxi Fuxi è la questione del riconoscimento o, meglio, il non riconoscimento identitario della figura del padre di una famiglia piuttosto atipica. Per comprendere il reale significato della novella è necessario sviscerare il fragile rapporto padre-figlio messo continuamente a rischio. Se da un lato Tianbai percepisce il netto rifiuto da parte dello zio Jingshan di adottarlo e di riconoscerlo legalmente come figlio, dall’altro il padre biologico Tianqing è incapace di svolgere il proprio ruolo di genitore perché ripudiato dal figlio. Tianbai si ritrova fin da piccolo a dover convivere con due padri incapaci, però, di svolgere la funzione paterna.  

Siccome in questo racconto non possono coesistere due figure paterne, il genitore naturale decide di annullare la propria vita per preservare l’incolumità del figlio cedendo il suo ruolo genitoriale al padre formale e performativo, l’unico vero papà di Tianbai agli occhi della società. Il sacrificio di Tianqing serve per ripristinare il “Nome del padre” visto come valore portante della sfera culturale cinese. Del resto, la paternità è stata per secoli la base della creazione della società cinese basata sull’obbedienza del figlio al padre.

La mancanza di un vero e proprio padre ha generato nel figlio un forte desiderio di ribellione verso le convenzioni sociali gerarchiche esistenti da millenni. Tuttavia, una società senza padre rimane una società senza guida. Lo spirito di fratellanza, dà sempre collante della comunità cinese, cede senza l’aiuto di una figura di spicco in grado di prendersene cura. Gli individui si ritrovano quindi, a dover contare solo sulle proprie forze sentendosi abbandonati e lasciati al caos.

Si riattivò una memoria tenue e offuscata di un paesaggio minuscolo e misterioso che lui aveva attraversato diciotto anni prima. Era questo il luogo misterioso e selvaggio da cui lui era venuto.

La disperata ricerca di sentirsi parte di una società a cui mai si è appartenuti

Fuxi Fuxi è una novella di appena 153 pagine e di facile lettura. Il narratore onnisciente descrive minuziosamente in terza persona le angosce della coppia e i turbamenti di Tianqing in modo distaccato, come a voler ricreare la fredda accoglienza dei due giovani nella società rurale in cui vivono. Se Tianqing non riesce a godere appieno della sua relazione amorosa è solo a causa di una comunità giudicante incentrata sull’apparenza.

Nonostante la voglia di essere padre per suo figlio e la passione travolgente per Judou, la mancanza di riconoscimento pubblico della coppia lo imprigiona in un limbo tra affermazione personale e responsabilità di non alternare l’ordine gerarchico comunitario che mai accetterebbe la sua aspirazione ad essere padre e compagno.

In tutto il racconto, Tianqing si identifica con il pronome “noi” con la speranza di sentirsi accettato dalla società in cui è costretto a passare il proprio futuro ma mai accolto. Il suo stile di vita è per lui ragione di scandalo, e il rigetto di Tianbai nel considerarlo il vero papà causa in lui una violenta crisi identitaria che lo porterà alla morte. In una comunità dove le convenzioni sono più importanti dell’espressione della propria individualità e dei propri desideri, soltanto Jingshan risulta essere il vincitore preservando il proprio nome, e aver provveduto a salvaguardare la propria discendenza pubblicamente.

a cura di
Elisa Manzini

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