Ernesto Assante: quando dietro a un grande giornalista si cela un grande uomo

Ernesto Assante: quando dietro a un grande giornalista si cela un grande uomo
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Oltre che una delle migliori firme del giornalismo musicale italiano, Assante era una persona di straordinaria umiltà e gentilezza. Qualità sempre più rare nel mondo della carta stampata

Chi sta scrivendo queste righe, purtroppo, non era un amico intimo di Ernesto Assante. Eppure la notizia della sua scomparsa mi ha lasciato un senso di rammarico davvero profondo. Proprio come quando viene a mancare una persona cara. Una tristezza dovuta al fatto di aver perso una grande occasione. Nonostante avessi il suo numero di telefono, non ho avuto il coraggio di approfondire un rapporto che sicuramente mi avrebbe arricchito come giornalista e soprattutto come uomo.

E dopo essere cresciuto leggendo i suoi libri, articoli e recensioni, Ernesto Assante è riuscito a darmi una lezione di vita anche con la sua morte. Non rinviare mai una cosa che vuoi o che devi fare. Avrei voluto tanto conoscere questo splendido giornalista. Fare anche solo quattro chiacchiere con lui per telefono. Ma la stupida voce nella mia testa che diceva “Ma sì, tanto ci sarà modo di incontrarlo in futuro” ha fatto sì che questa cosa non potrà più accadere.

Mi è capitato soltanto una volta di avere a che fare con lui, durante una delle esperienze più stancanti (e memorabili) di tutta la mia vita. Era il febbraio del 2020. Di lì a poche settimane il Covid-19 sarebbe giunto a rovinarci l’esistenza per i successivi tre anni, tra lockdown, mascherine e file infinite al supermercato. Sembra passata un’era. Assieme al mio amico e collega Emiliano eravamo stati scelti dal Master di Giornalismo dell’Università Cattolica per seguire da vicino la settimana del Festival di Sanremo, vinto quell’anno da Diodato con Fai Rumore

Giornate bellissime, caotiche e massacranti, fatte di poco sonno, video stand-up ripetuti almeno 100 volte (avevamo iniziato il master da poco più di tre mesi), interviste e attese lunghissime nella Sala Stampa Lucio Dalla del mitico Palafiori. Un’enorme spazio dedicato alle radio, TV e giornali di seconda fascia. I “fighi” come Corriere della Sera e Repubblica erano invece trincerati tra le scrivanie dell’Ariston Roof. Perché anche a Sanremo esistono testate di serie A e di serie B. E noi rientravamo, nostro malgrado, in quest’ultima categoria.

Ernesto Assante intervistato da me ed Emiliano durante il Festival di Sanremo 2020

Tra una Red Bull e l’altra, unica cosa che ci teneva in piedi con 4 ore di sonno a notte, io ed Emiliano eravamo costantemente alla ricerca di qualcuno da intervistare. E, immancabilmente, venivamo ignorati da un numero imprecisato di cantanti, presunti “VIP” e persino dai tanti giornalisti musicali e “colleghi” presenti all’evento.

Tra questi ultimi, uno degli unici che ha deciso di dedicarci qualche minuto del suo tempo è stato proprio lui, Ernesto Assante, dandoci appuntamento nella hall dell’albergo dove soggiornava, a pochi passi dal Teatro Ariston. 

Lui ci stava già aspettando, vestito di tutto punto, seduto su una poltrona di pelle nell’angolo di un piccolo soggiorno vicino alla salle à manger. Dopo esserci presentati, abbiamo avuto modo di passare con lui una piacevolissima mezz’ora. Un breve lasso di tempo durante il quale Ernesto ha risposto alle nostre domande un po’ “sempliciotte” da giornalisti alle prime armi. Sempre con il suo sguardo gentile e la sua solita voce calma, flessa da un leggero accento romano.

Una volta finita l’intervista, dopo averci chiesto da dove venivamo e per quale testata scrivevamo, ci ha congedato con un sorriso e un “In bocca al lupo… E buon Festival di Sanremo!”. 

Spesso si dice che “è meglio non incontrare mai i propri idoli”. Nel mio caso, la mezz’ora passata in compagnia di uno dei migliori giornalisti musicali che l’Italia abbia mai avuto è uno dei ricordi migliori legati a una delle esperienze più incredibili di tutta la mia vita. 

La dimostrazione che, nonostante i traguardi raggiunti, il più grande successo che si può ottenere è quello di essere una brava persona. Ed Ernesto Assante era proprio questo. Un grande giornalista e, soprattutto, un grande uomo.

a cura di
Luca Barenghi

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