La Storia e Io: “Chiedi se vive o se muore”

La Storia e Io: “Chiedi se vive o se muore”
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Chiedi se vive o se muore, edito da nottetempo nel 2023, di Gaia Giovagnoli è stata una calamita fin dal primo istante. L’ho scoperto prima di Natale durante uno dei miei viaggi da Difficile Libreria, che come sempre ha saputo propormi il titolo giusto al momento giusto.

Gaia Giovagnoli, classe 1992, si è laureata in Lettere moderne e in Antropologia culturale all’Università di Bologna. Dopo alcune raccolte di poesia, tra cui Teratophobia e Babajaga, nel 2022 nottetempo ha pubblicato il suo primo romanzo, Cos’hai nel sangue – vincitore del Premio Arfelli.

Con il suo ultimo romanzo racconta una storia in bilico tra il reale e il realismo magico. India si muove tra la geografia dei luoghi – Viareggio, Bologna -, quella dei ricordi talvolta alterati e quella delle carte che si intrecciano agli incontri delle persone a cui ha letto i tarocchi.

Ci sono le case, la sua famiglia e Leo, che la confina in uno stanzino per tacere il suo dolore. Un luogo piccolo e buio dove a farle compagnia ha solo le allucinazioni ed un quadernino dove appuntare gli Arcani. Un grembo fittizio in cui è stata costretta ad entrare per uscirne diversa.

Ogni carta, nello stanzino, mi ha aperto uno squarcio, creando una trama sottile. Forse spero che seguendola alla fine tu possa uscire da me come quando si espelle la placenta; forse per tornare vuota, e pulita, e giusta, ho bisogno di riempirmi di te e di ributtarti fuori, come si fa con una purga. Deve fare male, perché funzioni l’operazione. Devo ritrovarmi davvero sola, per poter accogliere qualcun altro.

I tarocchi diventano una mappa da seguire, lo specchio in cui poter interrogare se stessi. Esplorando così, domanda dopo domanda, gli altri e il proprio io. Ogni cosa è ambivalente e lontana da una definizione esatta, la cosa più importante è sempre sapere cosa chiedere. Il Matto può quindi essere Caos e Follia, ma anche Innocenza e Ingenuità.

La protagonista racconta i corpi, quello dei suoi famigliari e degli uomini con cui è stata. Ma soprattutto il suo, l’inadeguatezza dell’abitarlo e di riconoscersi nella sua forma. L’ansia di una maternità che potrebbe sformarlo.

Il romanzo è un lungo monologo che India fa a se stessa e a Leo, steso in un letto d’ospedale. Il tono è turbato e insofferente, poggia un grumo d’ansia sullo sterno e non ti lascia prendere fiato fino all’ultima pagina. Tutto ciò che accade riesce ad inquetare ed ha contorni tremolanti.

Ogni capitolo è un carta, con il suo numero e i suoi aggettivi. La cartomante mischia il mazzo per il ragazzo livido e attaccato al respiratore, facendo domande e cercando risposte. Ogni ricordo, sensazione, persona che ne esce è un puntino da unire.

Chi fa i tarocchi oggi non si mette a divinare, e considera le carte piuttosto come uno strumento utile a guardare dentro se stessi, in una specie di seduta psicologica con candele e incensi. Dicono servano a scavare, dunque, e non a predire il futuro. Ma non è lo stesso? Le carte vedono noi e gli altri, l’alto e il basso; non ti stendono su un lettino e non ti accompagnano solo nei traumi, a volte ti dicono che devi pagare una bolletta in tempo o fare attenzione alla macchina, perché te la potrebbero portare via con il carroattrezzi. Parlano di ieri e oggi e domani, perché sono la stessa cosa. 

E linea dopo linea India ricostruisce se stessa e la sua pelle torna ad essere solo sua. Crea un percorso che le permetta di fuggire da quella relazione. Ci parla di un amore, tossico, che può avere tante forme. Tutela assoluta e mutilazione.

a cura di
Andrea Romeo

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Andrea Romeo

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