Node Festival – Teatro Pavarotti, Modena – 9 dicembre 2023
Il 9 dicembre si è svolta la serata conclusiva del Node Festival per la prima volta all’interno del Teatro Comunale di Modena. Una venue di prestigio a cui sono state associate tre performance per risaltarne il contesto
Il Node Festival è un evento ormai ricorrente nella cornice della città di Modena. L’obiettivo di questo festival è creare esperienze immersive modificando la percezione dell’ambiente tramite diverse arti performative. È un festival itinerante che porta performance tra le più svariate nei luoghi fisici tra i più teoricamente “inadatti” a ospitarle.
Questo è anche l’obiettivo del Node: cercare di portare performance artistiche e farle “contrastare” con il luogo in cui avvengono, ma al tempo stesso risaltare il contesto. Si crea così una dinamica in cui in un luogo pensato per tutt’altre funzioni viene utilizzato per esibizioni diverse che infine però portano all’esaltazione di questi stessi luoghi e la performance ne risulta arricchita, oltre che completa.
Si è conclusa il 9 dicembre l’undicesima edizione nel teatro comunale di Modena in cui il Node è entrato per la prima volta nella sua storia.
Cevdet Erek
Il primo artista della serata è stato Cevdet Erek. La sua performance è stata incentrata su un intervento performativo concentrato sullo spazio del teatro in cui attraverso il davul, strumento mediorientale, e l’uso di diverse “bacchette”. L’artista ha fatto letteralmente vibrare il teatro creando questa esperienza di stratificazione di suoni grazie alle vibrazioni.
Il teatro si è trasformato in una sorta di cassa di risonanza di queste vibrazioni penetranti regalando un’ esperienza totalmente immersiva. In qualche modo durante la performance grazie alle vibrazioni si è diventati un tutt’uno nel suono assieme al teatro.
SPIME.IM
Il secondo artista è un collettivo di Torino in cui attraverso l’uso di luci, musica elettronica e visual ha fatto esplorare diverse dimensioni audio-video catturanti. In particolare il gruppo ha regalato una nuova performance da loro ideata “av Grey Line” basata molto sulla critica riguardante avvenimenti contemporanei, in particolare sull’impatto del genere umano sul Pianeta soprattutto tra guerra e cambiamenti climatici.
Forse la performance più entusiasmante sia per la dinamicità sia per il messaggio mandato attraverso l’insieme di mezzi in cui non ti aspetteresti di ritrovarti la possibilità di mandare critiche. Inoltre l’uso delle diverse tecniche è premiante portando “a casa” un ottimo risultato in termini di resa visuale e audio.
Caterina Barbieri e Space Afrika
La chiusura della serata è stata affidata a Caterina Barbieri e Space Afrika facendo dialogare i rispettivi mezzi artistici. In questa performance la natura del linguaggio musicale di Caterina Barbieri si è fusa con il sound notturno di Space Afrika. La sovrapposizione di queste due dimensioni ha regalato un’atmosfera eterea e onirica.
Effettivamente durante questa performance sembrava di essere entrati in un sogno soprattutto durante i momenti con la chitarra di Caterina Barbieri mischiata al sound creato dagli Space Afrika. La parte più piacevole sicuramente è stata questa dimensione di giochi di luce mischiata a musica eterea e ambient.
Il Node
Il Node è quindi un festival diverso dai soliti “semplici” concerti in cui diverse anime artistiche inusuali si incontrano per dare vita a esperienze totalmente spiazzanti rispetto a ciò a cui siamo abituati solitamente.
Queste tre performance seppur in maniera diversa hanno portato un’esperienza profondamente sensoriale che ha fatto vivere tre mondi di arti performative differenti agli spettatori in un contesto meraviglioso.
Node è purtroppo un evento biennale, ma se volete provare qualcosa di differente che vi può mettere alla prova a livello di ascolto e visivamente, non vi resta che aspettare il 2025.
a cura di
Luca Montanari
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