“Il Libro dei Baltimore”: una saga famigliare alla Joël Dicker

“Il Libro dei Baltimore”: una saga famigliare alla Joël Dicker
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Il Libro dei Baltimore è l’opera che Joël Dicker ha scritto dopo il suo best-seller La verità sul caso Harry Quebert.

La voce narrante è, ancora una volta, quella dello scrittore Marcus Goldman ma, in questo libro, i riflettori sono puntati sulla sua storia. O meglio, sui due rami della sua famiglia: quella dei Goldman di Montclair e quella dei Goldman di Baltimore.

I genitori di Marcus sono i Goldman di Montclair, quelli meno famosi e più umili, che quando vanno a trovare gli zii vengono trattati come degli ospiti qualsiasi. Mentre i Goldman di Baltimore sono una stimata famiglia molto influente nella città.

Marcus, fin da piccolo, ama passare le vacanze estive nella lussuosa residenza dei suoi cugini, a Oak Park. In questo ricco quartiere vivono i suoi due zii, Saul e Anita, e i suoi cugini, Hillel e Woody. La celebre famiglia dei Goldman di Baltimore.

Zio Saul è un famoso avvocato, rispettato e benvoluto da tutti. Ha la fama di vincere qualsiasi causa. Mentre zia Anita è una donna splendida, sempre amorevole e gentile, tra le più stimate dottoresse dell’ospedale Johns Hopkins.

I cugini Hillel e Woody sono i migliori amici di Marcus e insieme formano la gang dei Goldman.

Hillel ha una mente brillante, è una specie di ragazzino prodigio, che dà del filo da torcere persino agli insegnanti. Purtroppo, essendo un po’ “diverso” è vittima di bullismo. Woody eccelle negli sport, in special modo nel football. È un ragazzo senza genitori perché la madre e il padre lo hanno abbandonato. Zio Saul prova per Woody un profondo affetto paterno e si batte affinché il ragazzo non finisca in una casa famiglia. Così lui e sua moglie decidono di adottarlo facendolo diventare, a tutti gli effetti, un membro della famiglia Goldman. Woody dal canto suo, ricambia il favore proteggendo Hillel dai bulli della scuola.

Poi c’è Alexandra, la figlia di Patrick Neville e sorella di Scott, un ragazzino molto amico dei cugini. Alexandra è il primo amore di tutti i giovani Goldman che, appena la vedono, ne rimangono incantati. Lei è un altro motivo che spinge Marcus a fare ritorno a Oak Park ogni anno.

D’estate, quando Marcus va a trovare i parenti si sente come in paradiso. Adora i suoi cugini: di Hillel ammira l’intelligenza e la determinazione, di Woody invidia la prestanza fisica e l’aspetto. Ama immensamente zio Saul ed è innamorato in modo platonico di zia Anita. Inoltre, Marcus, adora il loro stile di vita, la grande casa e le loro tre residenze in giro per il paese. Ma soprattutto invidia la complicità che hanno in famiglia. Ogni volta che i suoi genitori gli comunicano che è ora di tornare a casa, lui vorrebbe fermare il tempo e rimanere lì per sempre.

L’amore che Marcus prova per questa famiglia è così forte che si potrebbe definire venerazione, tant’è che vorrebbe farne parte (in senso più stretto). Mentre dall’altra parte c’è la sua famiglia che, comparata agli altri Goldman, ne esce sconfitta. Questo modo di pensare accompagna Marcus per tutti gli anni della sua giovinezza, finché le cose non cambiano radicalmente. Una volta diventato adulto infatti, si renderà conto di far parte del ramo migliore della famiglia.

Il Libro dei Baltimore è il racconto di una saga famigliare che dura più di trent’anni. Il libro si apre con un Marcus ormai adulto che, diventato uno scrittore di successo, deve trovare lo spunto per il suo prossimo romanzo. Marcus non ha idee e in più ha un grande rimpianto: quello di non aver fatto funzionare le cose tra lui e Alexandra (non è uno spoiler, in quanto viene svelato già nei primi capitoli). L’ispirazione gli ritorna dopo una serie di eventi che lo porteranno a ripercorrere tutta la storia della famiglia Goldman e i suoi segreti.

Il libro è anche il racconto dell’attesa di un evento, la cosiddetta Tragedia. Questa viene più volte menzionata da Marcus ed è una delle cause del declino dei Goldman di Baltimore.

Il Libro dei Baltimore è uscito nel 2015 e rappresenta un’altra opera di successo per l’autore svizzero Joël Dicker. Il romanzo fa parte della saga dedicata a Marcus Goldman, lo scrittore immaginario inventato da Dicker, che è già comparso nel caso di Harry Quebert. Quest’ultimo è sia un libro, La verità sul caso Harry Quebert (2013), sia una fortunata serie tv, comprensiva di 10 episodi e disponibile su Prime video.

Il Libro dei Baltimore non è altro che uno spin-off della famosa serie quindi, ma l’unico filo conduttore è Marcus, il protagonista. Per il resto la storia è completamente differente. L’ultimo libro della “trilogia di Marcus” invece, è Il caso Alaska Sanders.

Il romanzo, nonostante la lunghezza, risulta molto scorrevole da leggere ed è una montagna russa di emozioni. Quando si pensa di aver risolto certi dubbi l’autore fa prendere al racconto una piega inaspettata. Anche se in certi punti può risultare un po’ prevedibile, la storia dei Goldman è intensa e ti coinvolge, sopratutto perché i personaggi sono molto ben scritti.

In definitiva, Il libro dei Baltimore, nonostante non abbia raggiunto la fama del il libro precedente si conferma un’ottima lettura.

a cura di
Silvia Ruffaldi

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Silvia Ruffaldi

Silvia ha studiato Scienze della Comunicazione a Reggio Emilia con il preciso scopo di seguire la strada del giornalismo, passione che l’ha “contagiata” alle superiori, quando, adolescente e ancora insicura non aveva idea di cosa avrebbe voluto fare nella vita. Il primo impatto con questo mondo l’ha avuto leggendo per caso i racconti/reportage di guerra di Oriana Fallaci e Tiziano Terzani. Da lì in poi è stato amore vero, e ha capito che se c’era una cosa che voleva fare nella vita (e che le veniva anche discretamente bene), questa doveva avere a che fare in qualche modo con la scrittura. La penna le permette di esprimere se stessa, molto più di mille parole. Ma dato che il mestiere dell’inviato di guerra può risultare un tantino pericoloso, ha deciso di perseguire il suo sogno, rimanendo coi piedi ben piantati a terra e nel 2019 ha preso la laurea Magistrale in Giornalismo e cultura editoriale all’Università di Parma. Delle sue letture adolescenziali le è rimasto un profondo senso di giustizia, e il desiderio utopico di salvare il mondo ( progetto poco ambizioso, voi che dite ?).

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