IDLES – Fake Fest, Beky Bay di Bellaria Igea Marina – 13 luglio 2023

IDLES – Fake Fest, Beky Bay di Bellaria Igea Marina – 13 luglio 2023
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Gli IDLES tornano in Italia a un anno esatto dall’ultimo concerto, e scelgono il Fake Fest al Beky Bay di Bellaria Igea Marina.

Una lunga, lunghissima, fila precede l’ingresso al Beky Bay di Bellaria Igea Marina. Il motivo di tale affluenza è presto detto: gli IDLES, a un anno dai loro ultimi concerti italiani, hanno deciso di tornare live per un’unica data scegliendo proprio il neonato Fake Fest.  

Quando il gruppo di apertura, i deflagranti The Murder Capital, iniziano a suonare tanta gente sta ancora aspettando di entrare. Peccato, forse uno dei pochi casi in cui si poteva sperare in una mancanza di puntualità. Al termine del loro set, dieci canzoni, tutte tiratissime, gli IDLES salgono sul palco. Alle loro spalle il nome della band campeggia a lettere cubitali, ma il set è spoglio. Non c’è bisogno di altro quando fai musica come fanno loro. 

Le strimpellate iniziali di “Colossus” sono solenni, quasi come una minaccia. Joe Talbot, il rabbioso frontman della band, canta le strofe iniziali “I was done in on the weekend / The weekend lasted twenty years” lentamente, cantilenando.

Quando la musica si ferma fa segno al pubblico di creare un corridoio al centro del parterre. Ci si scontra, ci si abbraccia, si suda insieme. Nei concerti degli IDLES lo spazio personale conta meno che assorbire la loro energia, il pubblico lo sa e lo sanno anche loro.
Talbot però, al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, non incita il pogo, semmai invita il pubblico a prendersi cura l’uno dell’altro. Sono punk dal cuore tenero, gli IDLES. 

Car Crash”, dal loro quarto album Crawler, è cupa e intensa. Sembra la naturale conseguenza di un pezzo come “Colossus”, nonostante sia stata scritta almeno tre anni prima.

Joe Talbot, con la sua fascia di spugna in testa, continua a pestare e a sputare. Con il pugno si batte sul petto mentre intorno a lui Lee Kiernan e Mark Bowen si agitano sulle loro chitarre. “Grazie, vi amo” ripete più volte durante il live. Nonostante la personalità indubbia di tutti i componenti, ai tre già citati si aggiungono il barbuto Adam Devonshire al basso e Jon Beavis alla batteria, la sensazione è che la musica e le parole vengano sempre prima degli uomini.

Su “Mother” le prime file iniziano a saltare. Si vedono bicchieri di plastica saltare per aria, il contenuto ormai appartiene alle magliette di chi si trova in mezzo alla folla.
Il pogo vecchio stile che anima il parterre però è educato, non ci sono calci e pugni, ma qualche gioioso spintone. Lee Kiernan, vestito completamente di bianco, non perde occasione per fare stage diving con la sua chitarra. 

The best way to scare a Tory is to read and get rich” ruggisce Talbot, mentre il pubblico scandisce testo e ritornello coprendo anche il ringhio del cantante.

I’m Scum” è la classica canzone perfetta per il live, che nella sua versione dal vivo viene caricata e sporcata. Perfetta per l’atteggiamento sul palco di Talbot dove la regola generale è fare rumore e divertirsi.

This is for me” annuncia Talbot prima di iniziare a cantare l’agrodolce “The Beachland Ballroom“, una ballatona sul sentirsi persi, come nella sala da ballo del titolo. Il suono degli IDLES è spesso violento, ma con questo brano ci dimostrano che le loro canzoni possono anche essere gentili.

Qualcuno lancia sul palco un paio di occhiali da sole e una scimmietta rosa. Il cantante li indossa per qualche minuto. “Questa è dedicata a mia madre“, annuncia. “The Wheel” ha un testo profondo. Nella prima strofa Joe chiede a sua madre di smettere di bere, tenendo però lui stesso una bottiglia in mano, insinuando il dubbio di un circolo vizioso.

Però si cambia presto registro. “La prossima canzone è su di me, che ogni tanto sono uno stronzo. Ogni tanto”, poi parte “Love Song”. A metà pezzo Bowen scende dal palco e cammina, letteralmente, sul pubblico. Poi si ferma e si solleva sulle spalle di qualcuno iniziando a intonare “My Heart Will Go On” di Celine Dion, dando vita a un curioso mash up con altre canzoni tra cui “Easy” dei The Commodores, “Nothing Compares 2 U” di Sinéad O’Connor e “From Her to Eternity” di Nick Cave.

Talbot a più riprese fa roteare il microfono sopra la testa e sputa a terra. Il concetto è chiaro: è lui uno dei frontman più carismatici in circolazione. Quando chiede al pubblico di accovacciarsi a terra, tutti facciamo quello che vuole. 

Nonostante la serata torrida, ci pensano gli IDLES a rinfrescarci. “Never Fight A Man With A Perm” è ormai un inno ed è accolta con entusiasmo dal pubblico. Il brano racconta del passato turbolento di Talbot tra una serata in un pub e l’altra. A seguire suonano “Denny Nedelko” che si conferma ancora una volta il loro capolavoro. La canzone più potente di tutta la loro discografia.

Il set si conclude con “Rottweiler“, brano perfetto per mandare a casa la gente felice e fradicia di sudore. 

Gli IDLES suonano in uno stato di grazia per novanta minuti spaccati. Un set potente e serratissimo, senza pause e senza encore, come da tradizione.

Setlist:

Colossus

Car Crash

Mr. Motivator

Mother

Meds

I’m Scum

Crawl!

Divide & Conquer

The Beachland Ballroom

The Wheel

1049 Gotho

Love Song

A Hymn

War

Wizz 

Never Fight a Man With a Perm

Danny Nedelko

Rottweiler


a cura di
Daniela Fabbri

Foto di:
Emmanuele Olivi

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Daniela Fabbri

Sono nata nella ridente Rèmne, Riviera Romagnola, nel 1985. Copywriter. Leggo e scrivo da sempre. Ho divorato enormi quantità di libri, ma non solo: buona forchetta, amo i racconti brevi, i viaggi lunghi, le cartoline, gli ideali e chi ci crede. Nutro un amore, profondo e viscerale, per la musica, in tutte le sue forme. Sono fermamente convinta che ogni momento della vita debba avere una colonna sonora. Potendo scegliere, vorrei che la mia esistenza fosse vissuta lentamente, come un blues, e invece sono sempre di corsa. Mi piacciono gli animali. Cani, gatti, procioni. Tutti.

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