The Return Of The Gods, Pantera – Arena Parco Nord, Bologna – 2 luglio 2023
Il ritorno degli dei che, noncuranti della celeberrima afa bolognese, si mostrano a noi poveri mortali con un bill di grande impatto. Grandi Pantera e Kreator. Peccato per i Behemoth: anche le divinità oscure nulla possono contro le compagnie aeree
2 luglio, domenica. Ci sono state giornate ben più calde, certo, ma il sudore e la sete (sia di birra, sia di acqua, è indifferente) sono i principali compagni di questa giornata al cospetto degli dei che tornano tra noi. Sadist, Kreator, Pantera e tanti altri: oltre undici ore di The Return of The Gods, con esibizioni a partire dalle 12:15 fino alle 23:30 circa, quando una marmaglia di felici metallari dai 18 ai 55 anni danzavano pogavano felici nel pallido plenilunio.
Pochi intoppi. Uno, purtroppo, gargantuesco: i Behemoth hanno dovuto scontentare molti dei presenti. Non per una prestazione scadente, ma per una prestazione che proprio non è avvenuta. La band si è vista prima ritardare il proprio volo, per poi scoprire all’ultimo che l’aereo per Bologna non sarebbe mai partito causa cancellazione. Un video messaggio ha mostrato che anche gli dei, dinanzi alle compagnie aeree, non possono nulla (se non una serie di vacue bestemmie).
Detto questo, tuttavia, le band sono state davvero tante e davvero coraggiose per vari motivi. Procediamo con ordine.
Sadist
Quasi un delitto inserirli come opener, se non altro per un’Arena Parco Nord invasa dal sole e calcata dai pochi coraggiosi che comunque si sono fatti sentire. La band italiana ha dato prova di essere in forma, senza batter ciglio hanno dimostrato di essere ancora una volta in pista.
Vektor
Ah, la vecchia scuola. Ho percepito le loro bestemmie per il caldo, anche se non l’hanno pronunciate. La loro professionalità, comunque, è da togliersi il cappello (a costo di farsi venire un’insolazione). Delle macchine da guerra incredibili, credo se ne siano accorti coloro che, poco a poco, continuano ad arrivare all’Arena Parco Nord per questo The Return Of The Gods.
Fleshgod Apocalypse
Piccola nota personale: ho scritto loro in privato per esternare la stima immensa che provo per loro. Anzitutto per l’ottimo show sul palco nonostante fossero le 14:30, poi per il coraggio di affrontare la canicola bolognese agghindati di tutto punto. Sotto palco hanno creato un buon movimento, con polvere che si alza causa primi tentativi di pogo e un wall of death piuttosto morbido e sudaticcio. Peccato per la prima parte con suoni ottimi nei pressi della zona mixer o della collinetta, mentre nel pit deludenti (situazione poi risolta poco dopo).
Coroner
Il pubblico diventa più folto, lo capisco ben prima che i Coroner salgano sul palco. No, non ho poteri da preveggente, ho solo un discreto spirito di osservazione: la fila per ricaricare i bicchieri di acqua (gratuitamente, direi una scelta salvifica attuata da Vertigo) è più che triplicata. Per fortuna scorre veloce e, dopo esserci rigenerati e rinfrescati, torniamo in zona pit. La band svizzera macina note su note, con alcuni passaggi particolari, anche se in un paio di occasioni ci è parso che il batterista abbia faticato ad andare a tempo. Cose di poco conto, non stile Lars Ulrich, insomma.
Un’ora piena con un’area pit decisamente più popolata e con tante facce sudate e soddisfatte. Sì, quest’ultima frase è molto fraintendibile.
Elegant Weapon
Ronnie Romero è forse l’ultima cosa buona che ha fatto Ritchie Blackmore, ovverosia scoprirlo e lanciarlo. Richie Faulkner dei Judas Priest è una garanzia, Christopher Williams degli Accept alla batteria non sbaglia un colpo nemmeno se gli spari in fronte, Dave Rimmer dagli Uriah Heep al basso è felice ovunque lui sia. Una super band con una proposta musicale… che spiazza un po’, a giudicare il trasporto moderato, decisamente moderato di tanti. Molto più heavy classico anni ‘80 (d’altronde, le band di origine sono di quel periodo) che ha di buono il far rifiatare la platea provata dal martello pneumatico dal nome Coroner. Ci salutano con la cover di “War Pigs” dei Black Sabbath, unico momento in cui davvero tutta l’Arena Parco Nord canta all’unisono.
Behemoth
Commozione e bestemmie, bestemmie e commozione. E irritazione. Il loro video messaggio in cui spiegano che, causa cancellazione del loro volo, non saranno al The Return Of The Gods a Bologna è una pugnalata al cuore. Abbiamo sentito qualcuno che timidamente chiedeva una possibilità di rimborso del biglietto. Risposta negativa, ovviamente. Per fortuna, la band successiva ha messo una pezza più che decorosa a tutto ciò.
Kreator
“Una pezza più che decorosa” significa una scaletta più corposa di quanto inizialmente previsto. Ciò ha permesso un orgasmo di un’ora e venti circa, con i teutonici in forma smagliante e che hanno tenuto stretta in pugno tutta l’Arena Parco Nord. Performance sontuosa, con una scenografia statica ma efficace. Certo, assistere a cotanto spettacolo con ancora le luci di un giorno morente fa strano, ma è davvero cercare l’ago nel pagliaio. Qui invece ci sono solo tanto pogo, pugni al cielo e terreno calpestato che fa nascere una nube di polvere degna di una scena di Dune. I migliori di tutta la giornata, a mani basse e headbanging costante.
Pantera
Il ritorno di due delle quattro divinità che hanno composto una delle band fondamentali nel Thrash/Groove Metal. E poco importa se prima che il telo con la scritta gigantesca Pantera scompaia, ho sentito discorsi della serie “I primi due album sono incredibili” riferendosi a “Cowboys From Hell” e “Vulgar Display Of Power”, quando invece i primi dischi sono “Metal Magic” e “Projects in the Jungle”. Ma bando alle ciance. Fiamme, fuoco e “A New Level” e “Mouth Of War” che mi trascinano da metà area pit alla quinta fila. Non so come, ma non interessa né a me, né a voi.
È stato un avvicendamento continuo di classici con Rex Brown magrissimo e tiratissimo al basso, Phil “Filippo” Anselmo inaspettatamente in forma, Zakk Wylde che sulla sei corde si diverte come un matto ad omaggiare uno dei suoi più cari amici e Charlie Benante degli Anthrax alla batteria danno un tributo più che degno ai fratelli Abbott.
Il concerto è un’ora e venti circa di pogo, circle pit, wall of death, polvere degna di un film a caso dei Tremors nonché un tributo sentito, con immagini di Dimebag Darrell e Vinnie Paul che scorrono sui megaschermi e una “Planet Caravan” a loro dedicata. Giuriamo di aver visto molti volti immobili e occhi lucidi.
Qualcuno si è “lamentato” dell’assenza di alcuni brani, ma se persino una “Cowboys From Hell” è quasi irriconoscibile per quanto è stata abbassata di tono per permettere ad Anselmo di donarci un cantato dignitoso, credo che la scelta di omettere alcuni capolavori sia più che sensata, oltre che di buon gusto.
È stata una degna conclusione che ha coinciso, tra l’altro, proprio con l’ultima data dei Pantera del loro tour e… il compleanno di Phil Anselmo, con tanto di torta on stage, imbarazzo e “Happy birthday” cantata da tutti i presenti, nessuno escluso.
scaletta dei Pantera:
- A New Level
- Mouth for War
- Strength Beyond Strength
- Becoming (w/Throes of Rejection outro)
- I’m Broken (w/”By Demons be Driven” outro)
- Suicide Note Pt. II
- 5 Minutes Alone
- This Love
- Fucking Hostile
- Planet Caravan (Black Sabbath cover)
- Walk (Members of Kreator as backing singers)
- Domination / Hollow
- Cowboys From Hell
- Yesterday Don’t Mean Shit
Vediamo un po’ l’organizzazione
L’organizzazione di The Return Of The Gods a Bologna con Pantera come headliner ha visto una scaletta riarrangiata causa assenza Behemoth in maniera impeccabile. I vari cambi palco non sono stati mai troppo lunghi e i suoni, sono spesso stati più che buoni, al netto di quanto detto all’interno di questo articolo. Per quanto concerne gli stand, file spesso scorrevoli e idea salvifica quella di posizionare delle stazioni di acqua potabile gratis. Bagni a iosa e, in confronto ad altre situazioni festivaleggianti, anche decentemente puliti (sempre considerando il contesto, sia chiaro).
Stand gastronomici vari, con prezzi leggermente pompati ma non disastrosi nella maggior parte dei casi. Deprecabile la birra a 7 euro, ma almeno è alla spina, fresca e si lascia bere (lo scriviamo perché no, non è scontato come possiate credere. Abbiamo scolpite nella nostra memoria birre calde a 8 euro in confezioni di plastica da 0,33).
Il deflusso delle persone, almeno personalmente, è stato senza particolari intoppi. Forse perché ci siamo mossi per tempo e avevamo lasciato l’autovettura fuori dalla zona dell’Arena Parco Nord, ma in generale è sembrato un po’ più fluido del solito.
Considerazioni finali
La possibilità di vedere i Pantera, o meglio, il tributo di membri originali e amici fidati a quelli che furono i Pantera, è stato ben accolto da tutti, è sembrata un’operazione che in effetti va un po’ oltre dalla scelta commerciale di sfruttare il nome per far soldi. Dopotutto, quello di riunire la band per omaggiare Dimebagg è un pallino che Anselmo ha in sé da parecchi anni. Ora, quel desiderio è stato realizzato, con l’omaggio che si è esteso anche a Vinnie Paul, deceduto più di recente.
Kreator momento migliore della giornata.
In definitiva, con un bill così interessante, bilanciato e con un’organizzazione che tutto sommato può definirsi promossa, The Return Of The Gods di Bologna è un format che potrebbe avere un futuro. Noi, e il sottoscritto, lo speriamo ardentemente.
a cura di
Andrea Mariano
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