“Le laid c’est beau”, nuovo singolo per i Jaspers: l’intervista

“Le laid c’est beau”, nuovo singolo per i Jaspers: l’intervista
Condividi su

È uscito ed è disponibile in radio e su tutte le piattaforme digitali “Le laid c’est beau”, il nuovo singolo dei Jaspers. Il brano è il terzo, dopo “Rockstar” e “Dante” (usciti nel 2022), che anticipa il nuovo album in arrivo in autunno. “Le laid c’est beau” è una citazione attribuita a Victor Hugo e si traduce letteralmente con: il brutto è bello.

Il brano dei Jaspers nello stile e nella forma vuole rappresentare la frenesia e la decadenza di una città come Milano. Ma pone l’accento su l’accettazione del disagio da parte di chi vive questa realtà (“che bello viver male”). Musicalmente azzeccata la scelta di suoni ispirati all’industrial metal tedesco.

I Jaspers non sono una delle tante band indipendenti sparse in Italia. Hanno uno stile decisamente eclettico che ricorda formazioni illustri come Frank Zappa, o Elio e le Storie Tese. Una preparazione musicale impeccabile unita a riferimenti che vanno dal progressive al metal, dal funky alla disco. Sicuramente avrete avuto modo di ascoltare le loro prodezze musicali durante la trasmissione televisiva “Quelli che il calcio” nell’ultima edizione del programma condotto da Luca e Paolo insieme a Mia Ceran.

La curiosità era tanta, più o meno come quella di sentire (WAF!!) Rick Astley, star della musica pop ’80, che ha suonato alla batteria e cantato “Highway to Hell” degli AC/DC a Glastonboury 2023. Così abbiamo voluto fare qualche domanda alla band.

Nel vostro ultimo singolo “Le laid c’est beau” parlate di feticismo post-moderno che ci fa amare le situazioni più impensabili. Da milanesi come vivete questo sentimento? Cosa amate e odiate della vostra città?

Questa canzone è una sorta di manifesto per la sopravvivenza alla vita metropolitana, nella canzone appare chiaro che viviamo Milano al 100%, con le sue evidenti contraddizioni e dicotomie, figlie delle grandi città, proprio come evidenziamo nel testo. Nonostante tutto dobbiamo tantissimo a Milano, città che ha fatto sì che la band si incontrasse e iniziasse a scrivere musica insieme.

La vostra identità eclettica vi ha portato alla prestigiosa partecipazione al programma “Quelli che il calcio”. Vi rivedremo in televisione e quanto vi ha aiutato quella esperienza?

Siamo fieri e orgogliosi di aver fatto parte del cast di Quelli che il Calcio per ben 4 stagioni consecutive, ci ha fatto crescere moltissimo come singoli musicisti e come band. I tempi televisivi sono molto serrati, per cui bisognava essere pronti a tutto e subito, ci siamo divertiti un casino. Se torneremo in Tv? Perché no!

Sempre a proposito di “essere eclettici” ci può essere il timore di mettere troppi ingredienti andando fuori fuoco? Questo aspetto può essere, invece, la vostra forza?

Sicuramente miscelare bene gli ingredienti non è semplice, soprattutto quando si hanno tante personalità all’interno del gruppo. Ma non abbiamo mai avuto paura di andare “fuori fuoco”, perché il nostro mettere a fuoco è proprio l’eterogeneità stessa delle canzoni e delle produzioni, quindi sì, la riteniamo una forza.

C’è sempre più la tendenza a far uscire singoli al posto di album. Piattaforme come Spotify caldeggiano molto questa strategia. Io vi vedrei in uscita, per esempio, con un concept-album, cosa ne pensate?

Il mondo si è spostato per varie ragioni a usufruire della musica singolo per singolo, a discapito di quello che può raccontare un disco ascoltato e vissuto per intero, anche solo nell’ ordine di una tracklist o nel piacere dello scoprire una band sfogliando il libretto interno. Il nostro primo disco si chiama “Mondocomio” e racconta proprio la follia dei giorni nostri in chiave ironica, lo abbiamo concepito proprio come concept album.

Come funziona la produzione dei vostri brani? Entrate prima in studio e il chitarrista o il bassista parte con un riff e voi ci ricamate sopra o si tratta di composizioni già abbozzate in precedenza?

Ogni brano ha una genesi a se stante, può partire da un riff come da un ritornello già fatto e finito, fino a una stesura quasi completa proposta da un componente per poi essere elaborata ed arrangiata dalla band al completo.

Vi accingete a partire per il tour estivo. Potete farci delle rivelazioni su come sono strutturati i vostri spettacoli? Cioè vi divertirete come in Rai o sarà una carrellata di vostri brani?

I Jaspers sono sempre un sinonimo di divertimento e spontaneità, in Tv portavamo la nostra essenza, che è la stessa che la gente trova quando siamo sul palco quando viene a vederci.
Abbiamo i nostri abiti di scena e la nostra teatralità che cerchiamo di alimentare sempre più a ogni tour, abbiamo tanta voglia di spaccare il mondo, quindi vi aspettiamo tutti sotto al palco!

a cura di
Beppe Ardito

Seguici anche su Instagram!
LEGGI ANCHE – Nitro + Orli – Sherwood Fest, Padova – 24 Giugno 2023
LEGGI ANCHE – Porcupine Tree – Auditorium Parco della Musica, Roma – 24 giugno 2023
Condividi su

Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *