La scelta mirata di Armani

La scelta mirata di Armani
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Sono cinque coppie di innamorati a chiudere la sfilata di Giorgio Armani durante la settimana della moda milanese. L’eleganza caratteristica del marchio riconferma la grandezza dello stilista, ma il vero protagonista dello show è lo scandalo.

La sfilata in breve

Per la collezione uomo autunno inverno 2023/24 Armani presenta una palette cromatica versatile e principalmente neutra, composta dal grigio, beige, nero e qualche accenno di blu. Unica eccezione alla gamma scelta è il colore rosso, presente in diversi giubbotti e preponderante nella linea sportiva da sci. Tra i tessuti spiccano il velluto, il cashmere e l’alpaca.

Armani suit
Fonte: armani.com
Lo scandalo e la conseguente polemica

La collezione si presenta come il mix perfetto di eleganza senza tempo e modernità. Gli abiti di Giorgio Armani esprimono un messaggio chiaro e semplice: si parla di sartoria d’alto livello per uomini giovanili. La sfilata ha riscosso il dovuto e meritato successo e le proposte di stile sono state apprezzate da un’ampia fetta di pubblico, che tuttavia sembrerebbe non includere i più giovani amanti della moda e i membri della comunità LGBTQIA+.

Sono gli ultimi minuti della sfilata (min 12:08) il centro della polemica recentemente sollevata sui social: sono cinque le coppie di innamorati che chiudono lo show; ognuna di loro sfila guardandosi teneramente negli occhi in simbolo del vero amore, quello che Giorgio Armani definisce tradizionale, perché instaurato tra un uomo ed una donna. Ecco riassunto il motivo dello scandalo e della conseguente polemica.

Armani couple
Fonte: armani.com

È una scelta mirata quella di Giorgio Armani: mandare in scena soltanto coppie etero simboleggia la tradizione perduta, che ha un fascino differente rispetto alla trasgressione moderna. Se sulla passerella troviamo la visione personale dello stilista, tutto attorno alla sfilata troviamo, invece, una critica all’eteronormatività.

Gap generazionale

Diatribe di questa portata dimostrano nuovamente quanto sia grande il gap generazionale, che gioca un ruolo importante nel dibattito: non bisogna dimenticare che, titolo di Re della Moda a parte, si ha a che fare con un uomo figlio del suo tempo (a luglio compirà ottantanove anni). L’età non fornisce alcuna giustificazione valida, ma sono rari i casi in cui questa non influenzi il pensiero delle generazioni passate.

Fonte: Pinterest

Un’alternativa alla convinzione che stilisti come Giorgio Armani, e non solo, possano cambiare le loro idee ormai profondamente radicate, è quella di concentrarsi di più su marchi che promuovono valori quali la diversità e l’inclusione: ne è un primo esempio Gucci.

Harry Styles
Fonte: Pinterest
Target audience

I valori di un marchio sono collegati anche alla target audience: nel mondo della moda un marchio si riferisce al suo pubblico, quindi ai suoi compratori. Sapendo che un’analisi di mercato individua le richieste del pubblico e che la maggioranza dei compratori Armani supera una certa età (si ritorna qui al gap generazionale), si comprende perché la sfilata non abbia preso in considerazione le tematiche care alla comunità LGBTQIA+.

L’inclusività è un ostacolo ancora da superare, che Armani ha erroneamente declinato in termini di opinione personale. Dati i due fattori gap generazionale e marketing, le motivazioni dello stilista sono comprensibili, ma non accettabili da chi supporta la diversità.

a cura di
Nicole Corso

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Nicole Corso

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