Kaleo – Fabrique, Milano – 5 ottobre 2022

Kaleo – Fabrique, Milano – 5 ottobre 2022
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Dall’Islanda con furore finalmente arrivano i Kaleo al Fabrique di Milano per un concerto sold out davvero sorprendente. Ad aprire c’era Júníus Meyvant, anch’egli Islandese, il cui vero nome è Unnar Gísli Sigurmundsson

Dopo il rinvio del concerto previsto per il 15 di gennaio, sempre al Fabrique, i Kaleo, band composta da Jökull Júlíusson (voce, chitarra, piano), Rubin Pollock (chitarra, cori), Daniel Kristjansson (basso, tastiera) e David Antonsson, hanno trasportato il pubblico in un altro mondo con il loro mix di indie rock, blues, alternative rock, folk e anche qualche accenno di country.

Cappello da cowboy e voce della Madonna!

Senza troppi preamboli e puntuali come un orologio islandese (scusate, non ho saputo resistere, ndr) i Kaleo aprono il loro concerto alle 21:00 con dei brevi ringraziamenti in italiano (molto apprezzati) fatti dal cantante, il quale si è presentato indossando un cappello da cowboy, e con il brano “Break my Baby”.

Già dalla prima canzone Jökull mette subito in chiaro che la differenza tra la sua voce registrata in studio e quella live… non esiste.
La potenza e la pulizia vocale del cantante sono semplicemente impressionanti e rendono ogni brano degno di essere ascoltato.

fonte: Fabrique (Facebook)
Blues & country

Ma non è solo la voce meravigliosa di Jökull ad aver reso i Kaleo una band apprezzata in tutto il mondo, bensì il loro stile unico. Infatti dimostrano grande ecletticità passando da un genere all’altro senza problemi, come con il brano “Broken Bones” che presenta forti venature blues.

Blues che prosegue con “I Can’t Go On Without You”, dove Jökull dimostra un’invidiabile capacità di fischiare anche dal vivo: non ha sbagliato una nota neanche così.

Arriva il momento di coinvolgere un po’ il pubblico sulle note di “All the Pretty Girls”, canzone lenta ma molto profonda, dove Jökull ci spinge a cantare con lui le parole “Won’t you let me down”.

Il primo momento “soft” del concerto si conclude con il country di “Automobile” e con un viaggio in Messico sulle note di “Hey Gringo”, canzone per la quale Jökull ha giustamente deciso di indossare un bellissimo sombrero.

fonte: Fabrique (facebook)
It’s time to Rock!

Ed ecco che i Kaleo iniziano a spingere sull’acceleratore con “Backbone“, “Alter Ego” e “Hot Blood”, dove il cantante tira fuori tutta la sua voce graffiante per adattarsi a quelle che sono le canzoni più rock fatte fino a questo momento del concerto.

Ma è solo l’inizio.

Mentre Jökull si prende un attimo di pausa gli altri membri della band non riescono a stare con le mani in mano e decidono di mettere in mostra tutto il loro talento. Batteria, chitarra, basso e persino l’armonica si uniscono per quella che si può definire una “Jam session” preparatoria.

Infatti serviva per dare fiato al cantante e per introdurre quella bomba di canzone che è “Skinny“. Rock allo stato puro che infiamma il palco e il pubblico. Jökull si supera ancora vocalmente, raggiungendo note altissime e accompagnandole col suo pulitissimo graffio.

Gran finale

Arriviamo a quello che è stato uno dei momenti più alti ed emozionanti del concerto. “Questa è l’unica canzone che cantiamo nella nostra lingua” dice Jökull per introdurre la meravigliosa canzone in islandese Vor í Vaglaskógi. Devo dire che sono rimasto affascinato dal suono delle parole e dalla musicalità di questa canzone.

Proprio quando si pensava che Jökull avesse esaurito le cartucce, ecco che ci smentisce con “Free the Slave”.
A quanto pare non aveva nessuna intenzione di ritornare tra gli umani.

Subito dopo si mette alla tastiera e insieme alla band ci regala un’altra meravigliosa canzone: “Brother Run Fast”.
Ammetto che è una di quelle che canticchio di più da ieri sera.

Ma eccoci, finalmente, al momento che tutti aspettavamo, alla canzone più conosciuta dei Kaleo, quella che abbiamo sentito in pubblicità, trailer di film e serie tv e che ci ha fatti innamorare fin dal primo ascolto, quella che non ci stanca mai: “Way Down We Go”.

fonte: Fabrique (facebook)
Encore e conclusioni

Dopo questa meravigliosa canzone i Kaleo si congedano dal palco, ma solo per tornare pochi istanti dopo, acclamati dal pubblico, sventolando una bandiera italiana, e concludere il concerto al grido di “Forza Italia!”, con un encore che ha fatto scatenare tutti i fan presenti.

Gli ultimi due brani sono stati “No Good” e “Rock ‘n’ Roller”.

Con questo concerto i Kaleo hanno dimostrato e confermato di essere una delle band più interessanti del decennio.
Hanno una delle voci più belle del panorama musicale rock e, come già detto in precedenza, riescono a fondere perfettamente più generi musicali e allo stesso tempo risultare unici.

Che dire, se ancora non conoscete i Kaleo provvedete il prima possibile e, se vi capiterà, non fatevi sfuggire i loro prossimi concerti.

Purtroppo non siamo riusciti ad avere una scaletta ufficiale, ma questa dovrebbe essere quella che si avvicina di più:

  1. “Break My Baby”
  2. “Broken Bones”
  3. “I Can’t Go On Without You”
  4. “All the Pretty Girls”
  5. “Automobile”
  6. “Hey Gringo”
  7. “Backbone”
  8. “Alter Ego”
  9. “Hot Blood”
  10. “Drum Solo”
  11. “Skinny”
  12. Vor í Vaglaskógi
  13. “Free the Slave”
  14. “Brother Run Fast”
  15. “Way Down We Go”
  16. “No Good”
  17. “Rock ‘n’ Roller”

a cura di
Edoardo Iannantuoni

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