“Maldidenti”: Michele Cortese ci parla del suo nuovo singolo e non solo!

“Maldidenti”: Michele Cortese ci parla del suo nuovo singolo e non solo!
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“Maldidenti” è il nuovo singolo di Michele Cortese, uscito il 23 settembre. Un titolo ad impatto per un brano malinconico, dolce e tenero fortemente legato all’autunno. In questa intervista il cantautore salentino ci racconta del suo nuovo singolo e della sua passione per la musica.

Michele Cortese è nato a Gallipoli il 27 settembre del 1985. Si accosta sin da bambino al mondo del teatro e della musica. Da adolescente inizia a frequentare accademie musicali private in provincia di Lecce e all’età di diciotto anni si trasferisce a Roma, dove studia” Storia, scienze e tecniche della musica e dello spettacolo” e canto moderno presso l’ “Università della musica” .

Piano piano cominciano anche i suoi primi impegni professionali in qualità di corista di trasmissioni RAI, durante le quali ha l’opportunità di cantare insieme a personaggi di spessore come : Renzo Arbore, Alexia, Riccardo Cocciante, Andrea Bocelli e tanti altri.

Successivamente arriva un importante incarico come consulente musicale e come professore di canto presso l’ “Accademia Palcoscenico Europa“. Inoltre, diventa frontman di diverse band che gli permettono di mettere in luce le sue qualità artistiche.

Il successo vero e proprio arriva con la sua partecipazione e la vittoria ad X-Factor insieme all’ARAM QUARTET. Dal 2010 in poi inizia la sua carriera da solista.

Ascoltiamo insieme il suo nuovo singolo e facciamo una chiaccherata con lui!

“Maldidenti”- il nuovo singolo di Cortese

Quattro chiacchere con Michele Cortese
“Maldidenti” è il titolo del tuo nuovo singolo che racconta la fine di una storia d’amore paragonandola alla stagione autunnale. Quanto ti rivedi in questo brano e quanto ne sei legato?

Mi ci rivedo tantissimo e ne sono legato visceralmente. Quando vivi un mal d’amore ti senti impotente e quel dolore è tanto insopportabile quanto inevitabile, come il maldidenti appunto, scritto così, tutto attaccato, come a volte è l’amore. Ti si attacca addosso e il momento del distacco è un gran tormento.

Il tuo ultimo singolo è una dolce ballad romantica con sonorità pop. Invita colui che l’ascolta ad affrontare il dolore della perdita e a viverlo intensamente, lasciandosi cullare da esso, come le foglie autunnali si lasciano cullare dal vento. Vorremmo chiederti: cosa ti ha ispirato durante la composizione di questo brano?

Esatto. Alla base di questa canzone c’è la mia convinzione del fatto che davanti al dolore non serve cercare di rifuggirlo ma conviene fare un esercizio di presenza, vivere la consapevolezza di quel dolore, attraversare con forza quella condizione di tristezza per poterne uscire realmente.

Mi ha ispirato il pensiero di un  mal d’amore che non mi faceva dormire la notte.

“Maldidenti”, come già detto, è un pezzo che tratta la fine di un rapporto. In che modo hai affrontato, quando è successo, la fine di una relazione? La musica ti è stata d’aiuto?

Incoerentemente rispetto a quell’esercizio di presenza di cui parlavo poco fa ho affrontato la fine della relazione cercando di fuggire al dolore, evadendo, viaggiando, ma poi quando tornavo a casa il dolore era sempre lì dietro la porta ad aspettarmi.

Per fortuna con le canzoni è tutto più facile e superabile, sono terapeutiche.

Com’è nato il tuo amore per la musica?

Da bambino amavo recitare (tutt’ora è una mia grande passione), grazie al teatro ho scoperto presto il musical, quindi la passione per il canto. Poi dopo poco ascoltai in macchina di mia zia una musicassetta con un tizio con una voce stranissima e delle canzoni bellissime. Era Lucio Battisti. Da lì decisi che volevo anch’io una chitarra per poter iniziare a scrivere anch’io le mie canzoni.

Ti abbiamo conosciuto grazie anche alla tua partecipazione ad X-Factor. Com’è stata quella esperienza e qual è il ricordo più bello che porti con te?

L’esperienza è stata sicuramente tanto divertente e in parte formativa anche se ero davvero tanto giovane ed inesperto. Il ricordo più bello che porto con me è quello di aver vissuto in una bellissima bolla fatta di comfort, riscontri facili, addetti ai lavori azzerbinati solo perché in quel momento eri la loro gallina dalle uova d’oro, giorni e notti trascorsi a far musica in studi pazzeschi a spese di una major, cose impensabili oggi per un artista che non sia un big super affermato.

Ovviamente quando passa quel ciclone di visibilità televisiva o trovi una qualche collocazione nel panorama discografico o, com’è successo agli Aram Quartet, quei discografici sono i primi a scordarsi che sei esistito. Tu, il tuo talento, le tue cose da dire, il tuo modo di dirle che fino a un mese prima erano ritenuti magari qualcosa di eccezionale, a distanza di  un solo  mese non importano quasi più a nessuno. Potere di certo futile e fugace star system e della comunicazione.

Quali sono i tuoi cantautori preferiti, i tuoi riferimenti musicali più influenti?

Da sempre Lucio Battisti, Lucio Dalla, Ivan Graziani, Niccolò Fabi, Bowie, Lennon, McCartney. Più di recente Brunori Sas, Andrea Laszlo De Simone, Samuele Bersani.

a cura di
Maria Raffaella Primerano

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Maria Raffaella Primerano

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