Robert Doisneau: umanità e tenerezza in mostra a Roma

Robert Doisneau: umanità e tenerezza in mostra a Roma
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Oltre 130 scatti del maestro della fotografia sono esposti, dal 28 maggio al 4 settembre, al Museo dell’Ara Pacis a Roma. Fotografie che raccontano una Parigi ricca di umanità con le sue banlieue, le sue strade e i suoi bistrots; stampe ai sali d’argento in bianco e nero che non solo raffigurano scene e momenti di vita ma anche ambienti e stati d’animo con grande leggerezza e profonda tenerezza.

Le fotografie selezionate per la mostra sono state scattate tra gli anni trenta e gli anni sessanta e seguono un percorso ben delineato: dopo gli anni trenta viene il periodo dell’Occupazione e della Liberazione di Parigi ed è proprio la sequenza dell’infanzia che delinea un mondo al quale Doisneau è molto legato.

La macchina fotografica inquadra i bambini dall’alto e sfruttando il campo lungo, da un punto di vista al tempo stesso paterno, protettivo e complice.”

Claude Nori, Les Cahiers de la Photographie, n°9, 1983

La vita quotidiana e gli inverni sono duri ma la Liberazione e il dopoguerra offrono al fotografo un’occasione per restituire una nuova effervescenza che in quel momento regna sovrana a Parigi. Doisneau è indipendente e trova negli ambienti parigini un parco giochi dove divertirsi come fotografo ambulante. Anche il mondo del lavoro affascina l’autore che ricorda la sua esperienza lavorativa, dal 1934 al 1939 alle officine Renault, come un periodo difficile e molto faticoso.

“Sono sempre riconoscente alle officine Renault, dove per cinque anni ho faticato come un mulo. Là, tra le scintille di polvere di magnesio, ho imparato a conoscere il mondo di coloro che si svegliano presto.”

Robert Doisneau, A l’imparfait de l’objectif, Editions Actes Sud, 1995

Tra persone e bistrots

Per Doisneau la vera scuola è la strada, è lì che muove i suoi primi passi nel mondo della fotografia ed è lì, tra le vie parigine, che esprime al meglio la sua ricerca di bellezza e tenerezza tra i volti delle persone, o semplicemente all’interno di edifici e bistrots, ambienti che ospitano nuove scene, più intime, a volte inaspettate.

“La giostra di Monsieur Barrè”, Parigi, 1955
“Fox Terrier sul Pont des Arts”, Parigi, 1953
“Mademoiselle Anita”, Parigi, 1951
“Il cagnolino malato”, Parigi, 1949

“Se c’è qualcuno che adoro, quello è Doisneau. L’intelligenza, la profondità di Doisneau, la sua umanità. È un uomo meraviglioso.”

Henri Cartier-Bresson

Il bacio

Robert Doisneau provava una certa “timidezza” nell’avvicinarsi subito alle persone che tuttavia non si rifiutavano di farsi fotografare, come nel celebre scatto del bacio che immortala la coppia tra le strade di Parigi. Al momento della foto i due giovani si lasciano andare a un bacio passionale, indifferenti nei confronti della folla di passanti davanti all’Hotel de Ville. L’immagine non solo è diventata famosa in tutto il mondo ma è una vera e propria icona per tutti gli innamorati.

“Quello che cercavo di mostrare era un mondo in cui mi sentivo a mio agio, in cui le persone erano gentili e dove potevo trovare la tenerezza che desideravo ricevere. Le mie foto erano come una prova del fatto che quel mondo può esistere.”

Robert Doisneau

“Bacio davanti all’Hotel de Ville”, Parigi, 1950
I ritratti

In contrasto con la rappresentazione di una società anonima e proveniente da ambienti modesti, l’opera di Doisneau include anche molti scatti a personaggi famosi del suo tempo, personalità legate al mondo dell’arte e della letteratura, una parte meno conosciuta dell’opera del fotografo. Davanti al suo obiettivo sfilano scrittori, pittori, disegnatori, cineasti, teatranti ma anche attori e scienziati. E con loro ha instaurato amicizie sincere o complicità che hanno influenzato il destino delle sue foto.

“I pani di Picasso”, Vallauris, 1952
Yves Montand

L’obiettivo di Robert Doisneau ha catturato attimi di quotidianità; al centro di ogni scatto ci sono le emozioni dell’uomo. Lo stesso Doisneau è stato testimone del mondo che lo ha circondato e che ha amato, ma in queste testimonianze è vivida la semplicità di tutti i giorni che lascia trasparire, e continua a trasmettere, un velo di fascino e di malinconia.

a cura di
Federico Sozio

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Federico Sozio

Nato e cresciuto nella Città Eterna. Giornalista, conduttore radio e Tv, poeta e scrittore ha iniziato a scrivere pensieri e poesie all'età di 12 anni. La sua tesi di laurea in Lettere sull'indifferenza e "Gli Indifferenti" di Alberto Moravia ha dato una svolta sul suo modo di pensare della vita. Autore in varie antologie letterarie e del libro "Autoanalisi di un pensiero", è tra gli ultimi dei romantici come in una sua poesia "Chiusi gli occhi, assaporo l'Infinito". Profondo sognatore sempre a caccia di storie, emozioni e notizie da raccontare. Si interessa di arte, storia e tutto ciò che sia cultura e spettacolo.

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