Farmi mancare, l’intervista a Badisco

Farmi mancare, l’intervista a Badisco
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“Farmi mancare” è il nuovo singolo, disponibile dal 22 ottobre in digital download e in rotazione radiofonica, del cantautore Andrea De Pascalis, in arte Badisco. Particolarmente legato alle sue origini salentine, l’artista riproduce i suoni della sua terra unendoli alla musicalità tipica del Madagascar, il luogo da cui proviene la persona a cui è dedicato il pezzo. La copertina del singolo è caratterizzata dalla figura dell’eremita che cerca sé stesso, le bellezze della vita e l’abbandono della superficialità.

Preceduto dal successo del primo inedito “Spiegami”, “Farmi mancare” parla di connessioni e mancanze tra persone, di legami indissolubili e rapporti sinceri. Una dedica agli affetti stabili e autentici che ha l’intento di viaggiare per 7600 km e raggiungere la persona desiderata.

All’età di 18 anni ti sei specializzato in musical presso l’accademia “MTS” MUSICAL THE SCHOOL di Milano e nel 2019 hai ricoperto il ruolo di Freddie Mercury nel musical “Bohemian Rhapsody”. In che misura questa esperienza ha cambiato, se l’ha fatto, il tuo modo di fare musica?

Queste due grandissime esperienze mi hanno portato a vedere il mondo in modo nettamente diverso, ma non solo. Infatti ho approfondito lo studio del canto acquisendo una padronanza vocale e scenica mostruosa. Ho la consapevolezza che, sì, questo è quello che vorrei fare da grande.

Il tuo ultimo singolo “Farmi mancare”, pubblicato il 22 ottobre, parla dell’amicizia o in generale dei legami che possono esserci tra le persone e hai iniziato a cantare in chiesa da piccolo. Quanto la cultura cattolica ti ha influenzato nella scelta di questo tema?

Sogno da quando sono piccolo di poter interpretare suor Maria Claretta, personaggio del musical “Sister act”.  Sono cresciuto a pane e gospel e mi piacerebbe un giorno poter prendere parte ad un musical del genere. Ogni domenica in chiesa era come un piccolo concerto e non vedevo l’ora di esibirmi e di raccogliere i complimenti che la gente mi faceva. Devo dire che è stato un periodo molto importante per me quello religioso perché’ ho trovato (e trovo tutt’ora) conforto nella preghiera e nel potermi confrontare giorno per giorno con la voce ed il cuore del signore. Tutto questo mi ha spinto a credere in me stesso ancora di più. Anche il testo di “Farmi mancare” rafforza questo messaggio.

Quanto il periodo pandemico ha influito sulla stesura del testo?

Non ho scritto nulla in questo periodo di pandemia: sono dell’idea che non sempre le opere d’arte debbano nascere dal dolore.

Hai dedicato il pezzo ad una persona che ti manca e che vive in Madagascar. Oltre che un legame affettivo, hai anche dei legami musicali con questa terra?

Diciamo di sì: attingo molto ai suoni di quella terra nella produzione dei miei brani riprendo questi sound.  Prendo ispirazione dalla mia amata “Nosy Be”. Questa miscela di suoni si lega perfettamente alla mia Terra: il Salento.

Il 20 e 21 novembre farai parte del cast di “Figlio dell’arte”, con la regia di Pier Paolo Esposito. Potresti parlarci di questa esperienza?

Ho stretto un bellissimo rapporto con il regista e lo stimo professionalmente e umanamente. È una persona con una grande anima.  Ha voluto che io fossi la voce portante di questo musical che parla della vita di tutti i giorni, di un artista e delle sue difficoltà. Le canzoni scelte per lo spettacolo sono pazzesche e arrivano dritte al cuore. Non posso dirvi altro e vi aspetto tutti a teatro perché credetemi, ne vale davvero la pena!

a cura di
Lucia Tamburello

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Lucia Tamburello

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