Intervista a Kahlo: dentro l’electro-pop di Wasabi Japonica

Intervista a Kahlo: dentro l’electro-pop di Wasabi Japonica
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Elisa Calogiuri, in arte Kahlo, inizia a studiare canto da piccola e dopo una serie di concorsi, tra cui il Tour Music Fest, studia teatro, danza e canto alla scuola di musical. Questo percorso a stretto contatto con l’arte la porta poi al suo esordio, con Wasabi Japonica. Il brano sprigiona electro pop da tutti i pori, e suona molto bene. L’esordio spicca tra altri brani, e noi di The Soundcheck abbiamo avuto l’occasione di farle qualche domanda. 

Ciao Elisa. Volevo cominciare facendo un paio di domande su di te. Hai iniziato a cantare e suonare molto giovane. Quand’è stato il primo contatto con la musica, il momento in cui è cominciato il vostro rapporto?

Ciao. Avevo 8 anni quando mia mamma mi ha iscritto a una scuola di canto. Tutto è iniziato per gioco, fino a quando mi sono accorta che cantare e scrivere è una necessità, una cura, un qualcosa che mi aiuta a sconfiggere e a liberare le mie grida silenziose.

La copertina di Wasabi Japonica
È da Frida Kahlo che immagino tu abbia tratto ispirazione per il nome d’arte. È un’eredità che senti o un modo per celebrare i suoi valori? Com’è nato poi questo progetto solista?

C’è qualcosa di magnetico in Lei. Frida Kahlo è una donna forte, tenace, indipendente, sperimentatrice, una vera e propria combattente. Per me è un punto di riferimento, un esempio da seguire. Ho conosciuto due produttori fantastici, sono delle persone veramente eccezionali e pazzi come me, quindi mi sono trovata fin da subito bene. Con loro nasce questo progetto da solista. Ci siamo divertiti molto ad osare e sperimentare suoni elettronici.

Nella bio del singolo racconti come ti capiti di scambiare notte e giorno, trovando l’ispirazione nei momenti più disparati. È da questo caos che nasce la tua arte? Come funziona il processo creativo che porta Kahlo a scrivere un brano?

Credo di essere un “disordine ordinato”. Secondo me l’ordine è qualcosa di artificioso, il naturale è il caos\disordine, perciò quando caos e ordine si incontrano l’arte genera l’arte.

 In realtà non ho ancora capito bene come nasce una canzone. Mi metto là e inizio a scrivere: nascono così, in modo naturale, un flusso di coscienza. A volte mi capita di starci per un po’ di mesi su di un testo. 

Nel brano elettronica e pop si fondono, e un linguaggio giovanile si frappone a una narrazione molto matura. Wasabi Japonica è il buono che va preso a piccole dosi, perché può far male, proprio come perdere l’equilibrio in un relazione. Qual è la dose corretta, secondo te? 

Le dosi giuste non le conosco, ancora. Secondo me bisogna riuscire a superare i momenti difficili, parlare anche quando vorremmo urlare e soprattutto trovare del tempo per dedicarsi reciprocamente ogni giorno. Poi ogni relazione funziona in modo diverso, ma ciò che vogliamo è “Sentirci Amati”. Ed è come raggiungere l’equilibrio, no?

Ti ringrazio per l’intervista. Prima di salutarci, volevo chiederti se stai già lavorando a nuovi singoli o a qualche progetto. In più, quando sarà possibile, hai intenzione di fare qualche concerto? Raccontaci, se ti va, qualcosa del tuo prossimo futuro.

“Wasabi Japonica” è il primo singolo estratto dall’EP di quattro tracce. È da un anno che, insieme al mio team, lavoriamo su questo progetto. Sarebbe fantastico poter fare dei concerti e far conoscere la mia musica.

a cura di
Nicolò Angel Mendoza

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