La La Land: quando la musica si fa racconto

La La Land: quando la musica si fa racconto
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“Hai visto La La Land?”. All’epoca della sua uscita, nel 2016, era questa la domanda che circolava insistente nella cerchia dei cinefili. C’era chi lo aveva amato sin dal primo istante e chi invece aveva avuto una reazione più tiepida. Chi scrive, personalmente, rientra nella prima categoria e lo fa da spettatore che ha sempre storto il naso davanti all’idea del musical.

La La Land, va detto, non è un musical classico; piuttosto è una storia d’amore romantica e malinconica, commovente e brillante che omaggia il genere musical riadattandolo ai canoni moderni. Una storia di sogni, realizzazione personale e rimpianti innestata sulla struttura di una lettera d’amore indirizzata al Cinema, a Hollywood, alla musica.

Durante la cerimonia di premiazione degli Academy Awards 2017, La La Land porta a casa sei premi Oscar. Miglior regia, miglior attrice protagonista, fotografia, scenografia, colonna sonora e miglior canzone originale. E per due minuti – complici Warren Beatty e una surreale busta sbagliata – anche miglior film.

Dedicato ai folli che sognano

Dedicato ai folli che sognano. Così recita la tagline di La La Land, con una manifesta dichiarazione d’intenti. Ed è letteralmente impossibile non lasciarsi trascinare da un film in ogni meccanismo è pressoché perfetto. Regia, interpretazioni, fotografia, coreografie e colonna sonora spingono a sognare.

Ma i folli che sognano sono anche i protagonisti Mia e Sebastian. Protagonisti di un sogno concreto e tangibile, che non sempre diventa realtà. O almeno, non del tutto.

Chazelle, Hurwitz e la musica

Quello tra Damien Chazelle e Justin Hurwtiz è un sodalizio ben consolidato, che con La La Land è letteralmente esploso. Compagni di stanza ad Harvard, entrambi musicisti, non hanno mai fatto un film l’uno senza l’altro. A proposito del suo lavoro di compositore per il cinema, Justin Hurwitz sottolinea come la base sia leggere lo script per capire come trasformare in musica ciò che provano i personaggi.

In questo senso La La Land è una specie di lectio magistralis sulla trasformazione dei sentimenti e degli stati d’animo in musica. Dal primo all’ultimo brano, in una perfetta sinergia tra musica, sceneggiatura, regia, fotografia e interpretazioni.

Another Day of Sun

La La Land parte senza indugi, con una sequenza fra le più trascinanti e entusiasmanti di sempre. Complice la musica (sfido chiunque a non lasciarsi trascinare da Another Day of Sun), Chazelle confeziona come un piano sequenza una delle scene di apertura più belle nella storia del cinema contemporaneo.

Another Day of Sun è un inno ai sognatori nonostante tutto, quelli disposti a superare ogni ostacolo per raggiungere il proprio obiettivo. Mia e Sebastian sono presenti ancor prima di entrare in scena, mentre su una coreografia perfetta si alternano una voce principale femminile e una maschile. Lei canta del suo sogno di attrice, lui di quello di musicista.

Nell’incipit ci sono, in nuce, tutte le tematiche e gli spunti che verranno approfonditi nel corso della storia. Nel testo della canzone, in quella giornata di sole che forse è solo una delle tante; in quella strada bloccata dal traffico che è metafora del lungo percorso a ostacoli che ogni artista deve affrontare per realizzarsi.

A Lovely Night

Quello sulle note di A Lovely Night è il primo duetto di Ryan Gosling ed Emma Stone e, manco a dirlo, è una bomba. Il testo della canzone, cantata e recitata da Gosling e Stone, è la sintesi perfetta di quello che provano Mia e Sebastian in quel preciso momento. Si piacciono, c’è chimica, ma entrambi ironizzano sul fatto che quell’atmosfera perfetta per due innamorati sia sprecata. “What a waste of a lovely night”, per l’appunto.

Ma Mia e Sebastian, così come lo spettatore, sanno bene che non c’è nessuno spreco, che la scintilla è scoccata. E poi arriva la coreografia, un numero di tip tap in cui non solo ogni passo è in sincronia perfetta con la musica, ma lo sono perfino i gesti e le espressioni del volto dei due attori.

City of Stars

City of Stars è senza dubbio la canzone simbolo di La La Land, vincitrice del premio Oscar per la miglior canzone originale. La sentiamo la prima volta cantata dal solo Ryan Gosling e la risentiamo, nel duetto con Emma Stone, con un testo appena rivisto alla luce dell’evoluzione della storia.

Malinconica e carica di speranza, City of Stars è paradigmatica dei toni e dei significati del film. Soprattutto nel duetto, intimo e raccolto, tra Mia e Sebastian racconta tutta la storia dei protagonisti. Racconta che alla fine il sogno di tutti è trovare l’amore, quello vero. Quello che Mia e Sebastian rincorrono, trovano, raggiungono e alla fine perdono.

E nel magnifico epilogo, quando le note di City of Stars scorrono sulle immagini di quello che avrebbe potuto essere la storia di Mia e Sebastian è impossibile non commuoversi. City of Star in La La Land ha dunque tre vite che raccontano a loro volta una storia compiuta. Un vero e proprio gioiello nell’utilizzo di un brano nella colonna sonora di un film.

Epilogue

Il finale di La La Land mostra tutto quello che sarebbe potuto essere e non è stato. Perché è così che spesso funziona, perché non tutte le storie hanno un lieto fine. Questa realtà alternativa è montata sulle note di Epilogue, brano che contiene estratti di tutti gli altri che compongono la colonna sonora del film.

E a costo di sembrare ripetitivi, tocca ripetere che anche l’epilogo è un colpo a segno perfetto. Nonché un colpo al cuore dello spettatore, i cui dotti lacrimali vengono messi a dura prova. E nello sguardo che si scambiano Mia e Sebastian prima del The End c’è di nuovo tutto il film riassunto con una maestria rara in una sola occhiata.

Un addio, forse un arrivederci, che lascia il desiderio di rivedere tutto da capo. Sarebbe bello poter rivedere La La Land per la prima volta, si pensa, e quando lo si riguarda in effetti le emozioni sono le stesse. Una magia, questa, che solo il cinema – il Cinema con la c maiuscola – sa fare.

a cura di

Anna Culotta

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Anna Culotta

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