Renzo Cantarelli: maestro dei sentimenti

Renzo Cantarelli: maestro dei sentimenti
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Il cantautore Renzo Cantarelli è tornato lo scorso novembre col singolo Il tribunale dei sentimenti prodotto da Mirko Mangano e Media Wave. Da questi è nato un video disegnato da Giuliana Arena. Una voce fuori dal coro, quella di Cantarelli, un brano che invita a prendere coscienza delle proprie idee e uscire dalla mediocrità. Ma questo brano è solo un assaggio dello stile di un cantautore da seguire anche se di nicchia.

Questo artista ha il grande pregio di essere una persona attiva, che sa guardarsi intorno. Oltre a interessarsi di sociale e politica da sempre, ha messo a disposizione la sua esperienza musicale. Difatti è tuttora presidente di RC Music, associazione attiva sul territorio Apuano riferimento per musicisti, con sala prove e corsi di musica.

Una missione da condividere

Renzo Cantarelli ha fatto della musica una missione da condividere in primis coi giovani. Ha dimostrato di saper ascoltare le loro proposte con spirito aperto e collaborativo. È stato direttore artistico per la CR1 Music sostenendo le produzioni indipendenti di giovani artisti.

Alla base del Cantarelli-pensiero c’è l’onesta dei sentimenti ( citando il suo ultimo brano). “Quello che facciamo noi deve essere anzitutto quello che noi sentiamo, dobbiamo essere sinceri” e ancora ” se siamo soddisfatti noi del nostro prodotto lo saranno anche gli altri“.

Ricerca della qualità

Ma l’onestà spesso non paga in termini economici,” la ricerca della qualità è un prodotto per pochi, ha bisogno di ricerca, di conoscenza e di tempo“. Mentre la mediocrità va bene per tutti la qualità rimane un prodotto di nicchia. Questa consapevolezza è la forza di Renzo Cantarelli. Dai tempi in cui cominciò a proporre le sue canzoni ” ma mi vergognavo e li presentavo come scritti dai grandi cantautori“.

Poi arriva il primo album Sensi e dissensi e una solida band con cui proporre le sue canzoni. Segue Stede d tela un album cantato nei tre dialetti del territorio Carrarese, una lavoro di ricerca delle proprie radici. E ancora Il semaforo delle idee a cui seguirà un audiolibro di poesie Vite Quiescienti. L’attività live continua instancabilmente e Renzo Cantarelli, insieme alla band, torna in studio per registrare Dolos.

I testi delle canzoni

I testi delle sue canzoni sono necessari, densi di umanità. Renzo Cantarelli canta storie di vita dove ritrovarsi coi propri limiti, alla ricerca di riscatto in una vita che concede poco. La difesa dell’individualità, la fame di vita e di verità. Renzo Cantarelli canta le storie di tutti e noi, ascoltando le sue canzoni, ci sentiamo come a casa.

Allora è diventato un piacere fargli qualche domanda, far parlare lui di sé, del suo mondo e delle sue canzoni. Cantarelli è un libro aperto sulla vita, una testimonianza attiva di partecipazione. Ci sono rimasti pochi riferimenti nella cultura italiana, vi invitiamo così a entrare nel suo mondo.

Ivano Fossati ha dichiarato che, alla fine degli Anni ’60, molti ragazzi avevano una chitarra: era un segno di appartenenza a una generazione più emancipata dalle regole dei grandi. Ora la musica e gli strumenti in generale, hanno perso la loro centralità. Come presidente di un’associazione musicale (RC Music) a che punto è la diffusione della musica suonata e ascoltata fra i giovani?

Purtroppo l’arte può farsi strumentalizzare diventando merce vendibile, allora cambiano velocemente tutti i parametri. Cosa possiamo fare per opporci a tutta questa omologazione e mercificazione? Semplicemente continuando ad amare la musica e a rispettarla, continuando ad emozionarci nel farla quanto nel proporla, anche se questo a volte non paga a livello di consenso e di remunerazione.

Il tuo brano Il Tribunale dei sentimenti rimanda al ruolo degli intellettuali come Pasolini, vere e proprie espressioni di coscienza individuale. In questi anni dove gli ideali sembrano tramontati quali sono i punti di riferimento da seguire, secondo te?

Abbiamo perso un sacco di cose, soprattutto la voglia di sognare, di fantasticare e di immaginare un altro mondo. Urge un cambiamento personale che ci faccia sentire di nuovo individui liberi di scegliere, di approvare o discernere certi modelli imposti. I punti di riferimento non possono più essere soltanto leader o idee preconfezionate ma piuttosto una concezione nuova di persona intesa come membro di una comunità in cui vive e per questa lavora.

Parlaci di Carrara e del territorio apuano dal quale non ti sei mai separato e del quale hai approfondito le radici culturali. Cosa ti lega a questa terra? Qual è la sua forza?

Amo il mio territorio proprio perché mi rappresenta in pieno: contraddittorio,orgoglioso, a volte riottoso, ma capace di stupire per la sua umanità. Quando ho un po’ di tempo,mi piace girare nelle stradine, frequentare i bar e parlare con i miei compaesani il mio dialetto, il che mi fa sentire l’appartenenza a quella comunità. Il fatto di abitare in una zona di confine ( Toscana, Liguria e Emilia) contribuisce a rafforzare la coscienza delle nostre particolarità ed individualità.

Domanda d’obbligo: continui a esercitare il tuo lavoro d’artista anche durante il lockdown? Come consideri lo stop alle manifestazioni culturali a causa dei decreti ministeriali?

Questo dannato virus impedisce a tutto il mondo dello spettacolo di esercitare a pieno la nostra attività. Un cantautore senza la possibilità di esibirsi facendo dei live è praticamente fermo. Capisco che il momento richieda soluzioni drastiche e decise e mi auguro che al più presto tutto torni alla normalità, anche perché questo settore dà lavoro a molte persone e una fermata prolungata può sicuramente creare danni irreversibili.

Il tuo singolo “Il tribunale dei sentimenti” è un apripista per un tuo prossimo album? Ci puoi anticipare qualcosa?

Il prossimo album, prodotto da Mirko Mangano per Media Wave, che ha curato anche la registrazione ed i mixaggi, è in fase di rifinitura. Si intitolerà “Caleidoscopio” e sarà composto da 11 tracce. Un lavoro che ripercorre un po’ tutto il mio passato musicale, i miei gusti e quelle che sono state le mie passioni ed influenze. Un progetto dove i colori di stili, tra loro diversi, si mescolano in un percorso di contaminazioni e ritmi.

a cura di
Beppe Ardito

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Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

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