Overture: “Vogliamo portare l’R’n’B in Italia”
Gli Overture sono una band rap di Alessandria nata nel 2018. Il gruppo è formato da Davide Boveri (voce), Jacopo Cipolla (basso), Andrea Barbera (chitarra e tastiere), Jacopo Cardillo (chitarra) e Giacomo Martinello (percussioni).
Sono molto giovani, il loro rap è a tratti sperimentale ed è stato grazie al loro ultimo singolo “Come godo se” che hanno destato la nostra attenzione.
Di seguito la nostra intervista.
Ciao ragazzi! Cosa significa “Overture” e perché l’avete scelto come nome della band?
Ciao ragazzi. Il nome della band per noi è stato sempre importante. I primi sono stati “Nice guys” e “Giovani pistole”, migrando poi a quest’ultimo. La cosa buffa è che questo nome fu scelto dal pubblico che ha esclamato “OVER-TURE!” ad una festa con circa cinquanta persone a casa di Andrea.
Il significato è che volevamo dare un senso di classico alla nostra band, tant’è che “overture” corrisponde al primo brano posto all’inizio di una sinfonia.
Siete tutti giovanissimi e provenite da mondi musicalmente diversi. A chi vi ispirate per la vostra musica?
Noi tutti abbiamo influenze musicali diverse: dal metal, rock anni 70’, funky, rap anni 90’ per poi arrivare alle sonorità che ci sono ora, come la trap.
Ci ispiriamo a tutto quello che ci circonda per creare nuove sonorità e sperimentare sempre di più. Due degli artisti a cui ci ispiriamo sono Anderson Paak e Kendrick Lamar.
Mentre la scena musicale odierna segue la tendenza “indie”, voi proponete qualcosa di diverso. Cosa pensate del rap in Italia oggi?
Noi vogliamo portare l’R’n’B in Italia. Questo è il nostro obbiettivo primario. Riguardo alla scena rap/trap odierna pensiamo che ce ne sia una buona parte molto forte, ma l’altra faccia della medaglia è una scena vuota di contenuti. Insomma, un po’ buttata li a caso.
Il vostro ultimo singolo si intitola “Come godo se”. Di cosa parla e qual è il messaggio che vuole trasmettere a chi ascolta?
“Come godo se” è il nostro ultimo progetto. Nato in sala prove come espressione d’odio e con un mood prettamente aggressivo. In studio abbiamo cercato di cambiare la canzone mantenendola sempre accattivante ma più elegante.
Quello che vogliamo trasmettere è un invito a non giudicare e ripudiare il comportamento altrui, perché ognuno di noi potrebbe trovarsi ad odiare se stesso. La metafora del suicidio è la morte dell’ego.
Salutate gli amici di The Soundcheck con una frase in rima!
PER NOI IL SOUNDCHECK È COME IL RISCALDAMENTO,
ATTACCO IL JACK E PARTE IL DIVERTIMENTO!
Ciao a tutti!
a cura di
Redazione
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