Dente – Locomotiv Club, Bologna – 17 febbraio 2024

Dente – Locomotiv Club, Bologna – 17 febbraio 2024
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Racconto della serata in cui il cantautore “torna a casa” per festeggiare i 15 anni del suo terzo album, “L’amore non è bello”

Alla fine capita sempre più spesso e se capita, al di là di tutto, è anche un buon segno. Fare un tour celebrativo di un album uscito tanti anni prima significa che hai nella discografia un album da celebrare, hai un pubblico disposto a farlo e sei ancora in giro dopo 10, 15 anni o quelli che sono. Non è poco.

Arrivo

Arrivo al locale con un certo grado di paranoia, in fondo è la prima volta che esco per un concerto senza biglietto e non so bene con quale tono dire “ho un accredito stampa” senza mostrare il terrore che questo accredito magari non sia segnato e quindi risultare una sorta di truffatore di provincia che ci ha provato.

Insomma ho il cervello affogato di pensieri colmi di disagio. A questo si aggiunge l’obbligo di registrarsi tramite QR Code per ottenere l’indispensabile tessera annuale del Locomotiv prima di presentarsi alle casse per entrare. Ma respiro forte e riesco a farcela. Mi registro, l’accredito c’è e io sono dentro.

Pre concerto

Al primo passo dentro il locale già piuttosto pieno decido che il mio coraggio deve essere premiato e un secondo dopo mi godo l’ultimo pezzo di Adelasia, la talentuosa cantautrice che apre il concerto, con un bel bicchiere di Ribolla Gialla in mano mentre inizio a scegliere dove mettermi optando per una sorta di gradino laterale che mi permette anche di vedere il concerto leggermente rialzato.

Attorno a me c’è un pubblico abbastanza preciso, diciamo dai 30 ai 50. La playlist pre concerto sembra presa dalle compilation dei cantautori indipendenti stile “il paese è reale” o “la leva cantautorale degli anni ‘00”, tutta roba uscita più o meno l’anno (2009) in cui è uscito “L’amore non è bello” del nostro Dente.

E via tutti a commuoversi, a canticchiare, a fare il cenno autocompiaciuto con lo sguardo a chi ti sta vicino che sì, io questo pezzo del giovane Dimartino me lo ricordo, questo del giovanissimo Vasco Brondi l’ho cantato milioni volte eccetera eccetera.

Una nostalgia scontata, di buon gusto e alla fine anche rassicurante. Più o meno siamo ancora tutti qui. Scelgo la mia mattonella, sono appoggiato al muro vicino a un gruppetto di ragazze sui 30 anni e a una coppia un pochino più grande, sicuramente cresciuta con Dente e tutti gli artisti sopra citati. Si comincia.

L’Amore non è bello

Già al primo passo di Dente prendo un colpo, ha in testa un improbabile cappello (credo delle sessions fotografiche dell’epoca) che al buio lo fa sembrare uno che imita De Gregori con qualche decina di cm in meno; per fortuna dura poco e rimane presto con il suo ciuffo di capelli ancora indomito.

Tutta la prima parte del concerto è la rappresentazione fedele di “L’amore non è bello”, un disco che è uscito il giorno di San Valentino e che parla di amore, non esattamente di quello nelle dediche dei cioccolatini ma piuttosto delle sue diverse sfaccettature, soprattutto di quelle amare come il titolo suggerisce.

Sul palco oltre a Dente (quasi sempre alla chitarra e ogni tanto al piano) ci sono altri quattro musicisti, una band perfetta per accompagnare il cantautore di Fidenza, che non spinge mai troppo a livello di dinamica e che lascia sempre spazio primario alle parole.

Non significa che il concerto musicalmente non sia ricco, tutto è al posto giusto ma il suono live ricalca il mood del disco ovvero un suono compatto, dinamiche sempre morbide e voce in primo piano.

Un concerto d’altri tempi

Tra una “A me piace lei” e un’immancabile “Vieni a vivere” il disco dimostra di essere ancora fresco e il pubblico segue un po’ il mood della band; attorno a me tutti cantano ma cantano piano quasi a non voler disturbare; le ragazze ogni tanto cercano qualche info su Google per qualche brano, la coppia alternativa invece si abbraccia e si canta (piano) nelle orecchie quasi tutto il concerto.

Scene da concerti d’altri tempi e segni di un pubblico bello, affezionato all’artista e al suo percorso. Molta verità e ben poca posa questa sera a Bologna.

Dente parla poco, non nascondendo il suo irresistibile disagio, non ha bisogno di fare il fenomeno da palco; ha una attitudine molto personale e coerente, forte di anni e anni di canzoni, di concerti, di scena alternativa in cui ormai è un nome importante e di riferimento; questo però non gli impedisce di confessare divertito di aver scritto la velenosissima “Buon appetito” la mattina appena alzato dopo aver dormito nel camerino del Locomotiv. Insomma siamo proprio a casa.

Best of

Terminata la prima parte del concerto dedicata al disco da celebrare, la seconda ha inevitabilmente un ritmo un po’ più accelerato; Dente spara i suoi classiconi di questi ormai 20 anni di carriera e anche la band aumenta i giri su quei pezzi che il pubblico, ora sì, canta a squarciagola, da “Adieu” a “Coniugati passeggiare”, dalla sua “Discoteca solitudine” alla meravigliosa “Cambiare idea”.

Un brano, quest’ultimo, che per il sottoscritto rappresenta un grande mistero… Perché una canzone così bella la conosce solo il pubblico di Dente? Com’è possibile che brani del genere, questo e quelli di tanti altri artisti indipendenti, non arrivino a quel vasto pubblico che meriterebbero.

Misteri che non troveranno mai risposte, o meglio che risposte già le hanno e che già conosciamo tutti compreso me che continuo a porre la domanda.

Il concerto finisce con una meritata ovazione, Dente saluta, sorride, ringrazia mentre la voce di Ornella Vanoni accompagna con la consueta classe l’uscita della band. “Ciao Bolo! Ci vediamo presto”. Già, caro Dente, spero di vederti presto e magari ancora in un Locomotiv Club così pieno.

Guarda queste tue canzoni così “piccole” da quanto tempo sono in giro e quanto il tuo bel pubblico le canta e le vive con te.

Scaletta
  • La presunta santità di Irene
  • Incubo
  • A me piace lei
  • Voce piccolina
  • Buon appetito
  • La più grande che ci sia
  • Sole
  • Parlando di lei a te
  • Quel mazzolino
  • Sempre uguale a mai
  • Finalmente
  • Vieni a vivere
  • Solo andata
  • Adieu
  • Cambiare idea
  • La vita fino a qui
  • Beato me
  • Discoteca solitudine
  • Coniugati passeggiare
  • Baby building
  • Sogno

a cura di
Andrea Amati

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