Il libro di cui vi parlo oggi è 108 rintocchi di Yoshimura Keiko, edito Piemme e tradotto da Laura Imai Messina.
Yoshimura Keiko è lo pseudonimo di una giovane esordiente giapponese.
Questo romanzo mi ha colpito perché ogni volta che riprendevo la lettura mi sembrava di immergermi in un mondo diverso con un ritmo più sostenibile che mi faceva subito sentire calma, rilassata come se stessi iniziando una meditazione.
108 rintocchi
La storia si svolge sull’isola più piccola dell’arcipelago delle Izu, in circa quattro km quadrati e nei tre giorni prima di Capodanno. Il protagonista Sohara Mamoru è nato lì e il suo lavoro è quello di riparare ciò che è guasto nelle case degli abitanti dell’isola, ma non solo.
Sohara dedica la sua vita alla comunità compiendo piccoli atti di gentilezza, senza che nessuno lo sappia, contribuendo a creare la convinzione di positività che rende tutti più fiduciosi.
In effetti l’isola è veramente piccola e molti vanno via per lavoro o per motivi di studio, solo pochi restano, come ha fatto lui e sono disposti a dedicarsi alle attività necessarie alla sopravvivenza dell’isola, collaborando anche alla produzione dell’olio di camelie.
I giorni prima del Capodanno, sono giorni di grandi pulizie e per Sohara è un periodo piuttosto impegnativo, si muove da un appuntamento all’altro aiutato dalla sua agenda, dove annota anche le piccole “magie” che intende fare per i suoi concittadini, come aggiustare qualcosa anche se non gli viene richiesto. Il suo lavoro è anche un pretesto per aggiornarsi sullo stato di salute degli abitanti e sulle novità provenienti dalla terraferma.
Sohara ha poi una famiglia: sua moglie Yoko e sua figlia Tako che è via per motivi di studio e che tornerà proprio la notte di Capodanno; questa data è importante anche perché è il compleanno di Sohara.

108 rintocchi: di cosa parla in realtà
108 rintocchi, nella tradizione buddhista, sono quelli che risuonano nei santuari e che corrispondono alle 108 passioni umane dalle quali occorre liberarsi per poter iniziare il nuovo anno. Mettendo in ordine i tasselli e ripulendo da ciò che non serve più, come fuori così dentro, la pulizia è il mood del periodo di Capodanno in Giappone, una vera e propria tradizione.
In attesa che le campane del tempio compiano l’ultimo rintocco, per ogni abitante visitato per una riparazione, Sohara raccoglierà un desiderio, che ognuno ha mantenuto nascosto fino a quel momento e che vorrà raccontare o che lui stesso intuirà, per liberarlo finalmente.
Sohara è un uomo eccezionale, oltre a dedicarsi al lavoro in maniera davvero professionale, lui riesce anche ad ascoltare le persone con il cuore, cogliendo i loro desideri più profondi.
Mi ha colpito in particolare la storia di Nozato che aveva vissuto una vita in bicicletta, poi con l’età ci aveva dovuto rinunciare, ma Sohara aveva trovato il modo di fargli tornare il sorriso, con una bicicletta a quattro ruote tutta per lui.
Quando però arriva una lettera misteriosa dalla terraferma sarà Sohara ad aver bisogno di aiuto, e il finale sarà davvero commovente.
Cosa penso di 108 rintocchi
La scrittura di questa autrice mi è piaciuta in quanto come dicevo all’inizio sono riuscita ad immergermi nel suo racconto, a sentire i profumi della cucina giapponese e dell’olio di camelie.
Anche l’idea di collaborazione e impegno di tutti gli abitanti è bellissima, anche se un po’ utopica.
La storia di Sohara è la storia di un uomo che si è guardato dentro e ha compreso quale fosse la sua strada, l’ha percorsa con amore e passione ed è anche riuscito ad ispirare gli altri.
I suoi gesti gratuiti senza aspettarsi nulla in cambio se non la felicità di chi li riceve hanno reso più piena la sua stessa vita. Inoltre, il senso di famiglia allargata genera la certezza di non essere mai soli, e quella sensazione di fiducia riempie il cuore anche di chi legge.
Credo che questa sia una lettura da fare quando si ha bisogno di rallentare e di tornare a sé stessi, o da regalare a una persona a cui vogliamo bene.
a cura di
Anna Francesca Perrone