“Espiazione”, di Ian McEwan: la scrittura non perdona

“Espiazione”, di Ian McEwan: la scrittura non perdona
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Espiazione è sicuramente il romanzo cardine della carriera di Ian McEwan, scrittore inglese classe 1948, provocatorio, colto e di un’intelligenza raffinata. Il libro, già in gara nel 2001 per il Premio Pulitzer per la narrativa, viene classificato dal Time Magazine e da The Observer nella lista dei migliori 100 libri di tutti i tempi.

La trama

Briony Tallis è una ragazzina di tredici anni e sogna di diventare una grande scrittrice. La sua forte passione ha già generato numerosi racconti che ama condividere con i suoi fratelli più grandi, uniti da un amore viscerale e incondizionato.

Ma questo suo nuovo racconto è speciale e diventerà presto una rappresentazione “teatrale”, portata in scena da lei stessa e dai suoi tre cugini appena arrivati. 

La grande casa Tallis, infatti, è in lieto subbuglio. I cugini, due gemellini e Lola, la sorella maggiore, sono stati lasciati alla villa dalla zia per un periodo indeterminato. Invece, il fratello di Briony, Leon, è di ritorno da una lunga assenza e arriverà in compagnia del suo amico Paul Marshall. Quale occasione migliore per allietare la famiglia con una delle sue fantastiche storie?

Ma quella che era iniziata come una giornata di ritorni, di riunioni familiari e di festa, si tramuterà in una tragedia e sarà lo spartiacque, per Briony, tra l’età dell’innocenza e l’ingresso nel mondo colpevole degli adulti.

Infatti, spinta dalla sue ormai nota fantasia, Briony si convincerà che la sorella maggiore, Cecilia, stia subendo molestie da Robbie, il figlio della domestica e che suo padre sovvenziona negli studi come un figlioccio.

Quando la ragazzina vedrà la cugina Lola aggredita da un’ombra nel parco della villa, incolperà Robbie, pur non avendo mai visto in faccia l’aggressore, ma solo preda delle sue convinzioni fantasiose e della voglia di entrare in grande stile nel mondo degli adulti.

I due amanti, Cecilia e Robbie, verranno così divisi da una falsa accusa che porterà il giovane ingiustamente in carcere e Cecilia, unica a credergli, interromperà per sempre i rapporti con la sua famiglia e partirà per diventare infermiera.

La guerra

Nella seconda parte del romanzo, tre anni dopo, su queste vite già sconquassate e su tutto il mondo, calerà la tragedia della seconda Grande Guerra. Robbie, dal carcere, verrà spedito al fronte e l’unica fonte a cui attingerà per non perdere il senno sarà il ricordo della sua amata Cecilia che continua imperterrita negli anni a stargli vicino con struggenti lettere d’amore.

La guerra sfocherà i confini tra giusto e sbagliato, fino a quel momento così netti.

Tra gli orrori dei morti, di paesi distrutti, di povertà assoluta, cosa vuol dire essere nel torto? Cosa vuol dire espiare le proprie colpe? Come si torna alla normalità delle vite passate? Come far valere le proprie verità in un mondo che ha superato e calpestato ogni concetto di giustizia e l’ha sotterrata insieme alla stessa essenza dell’umanità?

Questa è sicuramente la parte più dura dell’opera, seppur ben più breve della prima. Robbie è alle prese con una ritirata dal fronte che si dimostrerà durissima. Qui è magistrale il lavoro di McEwan con le descrizioni: il lettore è completamente dentro allo scenario di guerra che è descritto da vero tecnico. Il dolore e la fatica disumana di Robbie viene avvertito in ogni sua sfumatura, anche grazie all’utilizzo di frasi brevi e secche e termini rudi:

“La terra grassa gli si appiccicava agli scarponi. Solo negli incubi i piedi diventavano tanto pesanti. Lo scoppio lo sollevò di parecchio, scaraventandolo a faccia in giù. Quando si riprese aveva bocca, naso e orecchie piene di terra.

Espiazione

Nella terza parte del romanzo, lo stesso periodo di guerra viene visto dagli occhi di Briony che, tre anni dopo, riconoscendosi la colpa di aver ingiustamente accusato un innocente e aver distrutto la vita della sorella Cecilia, decide di abbandonare il sogno della scrittura e di seguire le sue orme diventando anche lei infermiera.

Questo suo primo tentativo di espiazione, però, non redimerà le sue colpe, soprattutto quando scoprirà che sua cugina Lola, aggredita anni prima, sposerà il suo vero aggressore.

La vita, dunque, sta andando avanti per tutti, tranne che per gli innocenti, e sarà stato tutto per colpa sua.

Decide allora che non può più rimanere inerme e dovrà provare a ristabilire la verità ammettendo le sue colpe infantili. Solo così potrà uscire dalla “stanza senza porte” che è ormai la sua vita, una sua particolare prigione. Questa potrebbe essere la sua unica vera espiazione.

Nella quarta e ultima parte scopriremo che tutte le pagine lette non sono altro che il frutto della ricostruzione di Briony.

Questa sarà la vera espiazione della ormai anziana donna. Finalmente scrittrice di successo, scriverà il libro più importante della sua vita: quello che restituirà ai posteri la verità.

“Ecco l’occasione per affermare in pubblico tutta la sua intima angoscia e per espiare il male che aveva commesso. Davanti all’altare di quella razionalissima chiesa.”

A cinquant’anni di distanza, scopriremo tristemente che il lieto fine prospettato non era poi così lieto e che l’espiazione, il provare a riparare ad una colpa, non equivale però alla redenzione. Quest’ultima, legata intrinsecamente al perdono, sarà per Briony irraggiungibile.

L’opera

Il romanzo è diviso in quattro parti ma sicuramente la prima è quella più articolata. Per quanto, infatti, descriva un’unica giornata della famiglia Tallis, è qui che McEwan da il meglio di se.

I personaggi sono perfettamente delineati, ognuno nelle proprie caratteristiche e debolezze. Sembra quasi di vederli come persone reali in una pellicola di un film.

L’intera giornata viene vista, di volta in volta, dagli occhi diversi del personaggio preso in considerazione dall’autore. E così Briony, la sorella Cecilia e il giovane amante Robbie, danno vita a sfumature e impressioni completamente diverse. Sicuramente la più impetuosa ricostruzione è quella di Briony.

In tutta la prima parte dell’opera si nota la “furia” tipica di un’adolescente, la sua immaginazione e il suo anelare l’ingresso nel mondo adulto dei suoi amati fratelli.

Ma anche tutti gli altri personaggi aggiungono profondità e carattere al romanzo, legando il lettore alla storia della famiglia Tallis. La madre, sempre affetta da emicrania. Il fratello Leon, sagace e divertente. Il suo amico Marshall, subdolo e languido. Cecilia, ribelle e determinata. Robbie, intelligente e coraggioso. I cugini, venuti da lontano, spaesati e arrabbiati. Un padre, citato ma sempre irrimediabilmente assente. La servitù, colorata e caratteristica.

Espiazione è un libro, dunque, pieno di descrizioni precise e dettagliate. Non a tutti, invero, potrebbe piacere la particolareggiata scrittura. Soprattutto quando il lettore sarà preso dalla foga di scoprire il destino dei due amanti, potrebbe voler sorvolare la precisa descrizione dei reduci di guerra in ospedale, o della lunga ritirata al fronte del povero Robbie.

Ma è anche questo che rende McEwan uno scrittore di grandissimo talento capace di rendere un singolo episodio di crudeltà infantile, un grandissimo romanzo.

“Scriverò fino a quando il cervello non mi molla. Spero di capire quando sarà il momento” – Ian McEwan.

a cura di
Rossana Dori

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Rossana Dori

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