Totally Killer: Ritorno al Futuro incontra Scream in una critica ai film nostalgia

Totally Killer: Ritorno al Futuro incontra Scream in una critica ai film nostalgia
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Totally Killer è la nuova horror-comedy diretta da Nahnatchka Khan e disponibile su Prime Video. Una pellicola che mescola il meglio dello slasher anni ’90 e della fantascienza anni ’80 per dare vita a una narrazione colma di citazionismo, pronta per essere guardata sul divano sotto le coperte in uno di questi uggiosi weekend di metà novembre.

Il citazionismo nei prodotti mediali è da sempre stato il modo perfetto per attirare un pubblico di appassionati. Infondo Tarantino ci ha costruito un’intera carriera cinematografica (non ne parleremo in questa sede) e sicuramente il film di Nahnatchka Khan non rappresenta l’eccezione, ma oggi tenteremo di capire proprio perché Totally Killer si può considerare un prodotto più che eccellente (per un Amazon Original).

Una piccola cittadina, un serial killer mascherato e viaggi nel tempo

La storia si apre con la prima citazione a Craven e un espediente narrativo molto caro al genere: intorno alla notte di Halloween, la piccola cittadina di Vernon viene scossa dall’omicidio di tre ragazze avvenuto per mano di un serial killer mascherato, noto come “il killer delle sedicenni“.

Esattamente trentacinque anni dopo, lo stesso serial killer desidera completare la sua opera uccidendo la madre della sedicenne Jamie Hughes (Kiernan Shipka, Le Terrificanti avventure di Sabrina) e tentando di uccidere anche lei.

Per scampare al serial killer e provare a fermarlo, Jamie tornerà indietro all’anno che diede inizio alla serie di omicidi, il 1987.

Vi ricorda qualcosa?

L’anno di Ritorno al Futuro

Ebbene sì, proprio come Marty McFly, anche Jamie (generazione 2023) viaggia nel tempo e incontra i propri genitori nella loro versione adolescente, influendo sulle loro vite e modificando il corso degli eventi fino al suo presente.

Niente di nuovo, potremmo anzi nominare una lista infinita di film e serie tv che nel corso degli anni si sono ispirati alla formula vincente di Zemeckis, ma qui la protagonista non segue solamente lo schema dei viaggi nel tempo, lei ha visto Ritorno al Futuro e consapevole dell’uscita del film nelle sale proprio in quegli anni, non perde occasione per citarlo e nominarlo ai ragazzi del 1987, tentando di spiegare loro perché è a conoscenza di eventi futuri e soprattutto come fare per evitarli.

Determinata quindi a fermare il “killer delle sedicenni”, con l’aiuto dei suoi compagni dell’87 (compresi i suoi genitori), anche in questo caso Jamie cerca di muoversi seguendo in modo esplicito e consapevole le cosiddette regole di sopravvivenza nei film horror (altra implicita citazione a Craven).

A questo punto, è interessante notare come lo stile visivo e narrativo di Totally Killer più che richiamare gli anni di Ritorno al Futuro, rievochino maggiormente gli anni di Scream. Dunque, perché ambientare la storia proprio negli anni ’80?

La GenZ incontra gli anni Ottanta

Proviamo ad analizzare in modo più approfondito la particolare scelta registica.

In un periodo oberato di prodotti mediali, che costantemente mirano all’aspetto nostalgico del passato e dei fantastici anni ’80, che vengono dipinti come periodo idilliaco, desiderabile, scevro da qualunque cosa oggi si possa definire politicamente corretto e per questo certamente migliore del presente, Totally Killer ribalta gli schemi.

Il film attacca questa pedissequa rappresentazione malinconica dei bei tempi che furono e lo fa tramite la sua protagonista: una ragazza della GenZ che si confronta con la società del 1987 attraverso le lenti sociali del 2023.

La protagonista qui si ritrova a confrontarsi con coetanei che però non appartengono al suo tempo, si conforta con una generazione e uno stile di vita nei modi di fare e di essere che non le appartiene. Quando Jamie arriva nel 1987 si trova davanti un mondo che ad oggi possiamo definire profondamente problematico, con episodi quotidiani di bullismo, battute offensive e soprattutto zero tolleranza per personalità non corrispondenti ai canoni sociali stabiliti ritenuti la norma.

Ed è proprio qui che risiede il fulcro e il messaggio dell’intero film, perché se in molteplici narrazioni tale aspetto è spesso normalizzato e quasi celebrato in nome di una tradizione che rimarca una libertà di espressione ormai andata persa ai giorni nostri, in Totally Killer ogni questione è apertamente condannata da Jamie stessa.

Un film degno di visione

Sfruttando dunque un volto conosciuto come Kiernan Shipka, che riesce a dare alla pellicola un tono fresco e divertente, la parte comedy del film si unisce al mix perfetto dei migliori blockbuster della cultura pop cinematografica e dà vita a un film certamente leggero, ma assolutamente consapevole del messaggio che tenta di veicolare.

a cura di
Francesca D’Orta.

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