Meg porta a Rimini, in occasione del festival “Le Città Visibili”, il suo ultimo disco: Vesuvia
Erano gli anni Novanta, quelli delle posse, del rap italiano, dei centri sociali. Tra i gruppi più rappresentativi dell’epoca c’erano, senza dubbio, i 99 Posse. Meg, al secolo Maria Di Donna, dopo lo scioglimento della band, avvenuto nel 2000, si dedica alla carriera solista. Da quel momento in poi non ha mai smesso di esplorare mondi musicali nuovi. Artista di difficile definizione, sicuramente amante delle sonorità elettroniche, ma anche libera e non troppo interessata alle classifiche, pare, o agli stream. Meg è mutevole, come lava incandescente.
Ed è proprio il suo ultimo lavoro, Vesuvia, a portarla a Rimini per la serata conclusiva del festival “Le Città Visibili“. Al teatro degli Atti non ci sono più posti disponibili e prima dell’inizio del concerto ci sono alcune persone in attesa di qualche disdetta per poter entrare.
Meg sale sul palco tra il fumo e le luci, accompagnata da Marco Fugazza, il suo “compare” per questo tour, come lo presenterà più tardi. Entrambi vestiti di bianco, lei con un maestoso vestito quasi rinascimentale, sotto al quale nasconde un paio di scarpe da rave, ed entrambi con enormi occhiali da sole. Il palco è estremamente minimal: un tavolo mixer scarno, con synth e alcuni pad.
Il concerto inizia con alcuni brani dell’ultimo disco: “Principe delle mie tenebre” e “Napolide”. Un piccolo inconveniente spezza la voce di Meg, che beve mentre il pubblico applaude. “Siamo live” sorride e riprende con “Non ti Nascondere” e “Arco & Frecce” in un flusso sonoro unico.
Il ritmo è tiratissimo. Quello di Meg è un live energico, da ballare. Peccato per le poltroncine del teatro e i posti a sedere, Vesuvia si sarebbe meritata una venue diversa dove saltare, pestare i piedi e alzare le braccia al cielo.
Arrivano poi i classici: “Sfumature” e “Quello che”. In questo live, Meg ripercorre tutta la sua carriera musicale. “Ho una passione smodata per la bassa frequenza” annuncia al microfono, parafrasando il testo del brano che sta per arrivare. “Sub” dei 99 Posse fa dimenare il pubblico anche rimanendo seduto.
“Se conoscete questa abbiamo un problema“, Meg quando parla con il pubblico allarga spesso le braccia, come se volesse abbracciarci. “Invecchiare è bellissimo guagliò“, ci dice ripensando alla sua lunga carriera “si capisce di più, si è più saggi“.
“I concerti oggi sono un momento speciale, ancora più di prima“, dice Meg “i miei fan non sono passivi di fronte alla musica“. Ripete più volte quanto è grata di essere di fronte al pubblico, di avere ancora persone che la seguono dopo tutti questi anni.
Il concerto si conclude con “Grazie”, sempre da Vesuvia.
“Grazie per essere venuto ancora da me / grazie per non esserti stancato ancora di me / ma dimmi cos’hai capito tu di me che io non ho capito ancora“. Sta tutto qui, non c’è niente da capire.
Scaletta del concerto:
Principe delle mie tenebre
Napolide
Non ti nascondere
Arco & frecce
Solare
Sfumature
Quello che
Sub
Corto circuito
E’ troppo facile
Fortefragile
Distante
Encore:
Grazie
a cura di
Daniela Fabbri