Nu Genea & Coma Cose – Ferrara Summer Festival – 29 giugno 2023

Nu Genea & Coma Cose – Ferrara Summer Festival – 29 giugno 2023
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A Ferrara quest’anno si fa sul serio ed il cartellone del Summer Festival ne è la dimostrazione. Band internazionali e grandi nomi della musica italiana si alternano nella città emiliana, in un evento che si sta rivelando uno dei più importanti della stagione estiva del ’23.
Ieri sera i Nu Genea ed i Coma Cose hanno aggiunto una consistente dose di magia ad un posto già speciale di per sé.

Location

Ho sempre pensato che la location di un concerto sia molto più che una semplice cornice, come talvolta siamo portati a definirla. Insomma dai, non capita tutti i giorni di assistere alla magia della musica live, in una delle piazze più belle d’Italia. Piazza Trento Trieste diventa per qualche ora teatro di una festa che prevede la presenza di due band intimamente legate da un gusto elettro-pop, seppure con esiti diversi e decisamente personali. Il pubblico dei Nu Genea e dei Coma Cose, invece, è sostanzialmente il medesimo, desideroso di salire su altalene emotive che irrimediabilmente ci saranno.

Nu Genea

Il duo Nu Genea arriva sul palco impreziosito dalla presenza di tutta la live band.
Massimo Di Leuna e Lucio Aquilina, hanno saputo inserirsi in una storia plurisecolare, come quella della canzone napoletana, ereditandone alcuni dei tratti più caratteristici e, al tempo stesso, innovandola con nuove sperimentazioni sonore.

Date queste premesse – in un’anima vintage come la mia – non poteva che prevalere la curiosità di ascoltare live quel meraviglioso labirinto sonoro che mi aveva rapito in cuffia. Tra le domande ancestrali più celebri di ogni epoca (immediatamente dopo l’ “Essere o non Essere” di shakespeariana memoria), figura quella che precede ogni concerto: l’esibizione live reggerà il paragone con la versione disco? Spoiler: senza dubbio alcuno, si.

Nu Genea in concerto a Modugno il 18 marzo 2023
Bar Mediterraneo

Bar Mediterraneo, due parole che già idealmente costituiscono un locus amenus per chi scrive.
Varcata la soglia del Bar, dunque, il pubblico di Ferrara si trova immerso in una festa policromatica, circondato ed immerso in un esplosione di musica, tanto eterogenea quanto armonicamente perfetta.

Sonorità derivanti dal repertorio funk e dell’house elettronico, influenzato da ritmi africani, ricoperto di una patina Jazz, sono gli ingredienti di una festa perfetta, in cui è letteralmente impossibile rimanere fermi.  Da “Vesuvio” a “Marechià”, la festa – che non prevede pause – diventa tripudio di sorrisi ed abbracci. “Tienatè” è l’ultima canzone di serata, ma il corpo ormai è in una dimensione sonora parallela per cui nemmeno il cambio palco riesce ad interromperne i movimenti spontanei.

Coma Cose

Il Sample vocale di Fausto Lama in “Jugoslavia” rimbomba in tutta la piazza e, prima ancora di avere il tempo di accorgersene, il pubblico si ritrova ad urlare il mantra “Vengo dal niente e voglio tutto”. Grosso sospiro di sollievo per i fan della prima ora che temevano una partecipazione massiva solo nei ritornelli delle canzoni sanremesi “Fiamme negli occhi” e “L’Addio”.

L’empatia tra i due è evidente e non artificiosa, articolata in un incrocio di sguardi e di movimenti che coinvolgono tutta l’area del palco. Il concerto scorre veloce in un sound elettro-pop coinvolgente impreziosito testi colmi di giochi di parole ricavati dal background nazional-popolare, da sempre punto di forza dei Coma Cose.

Della malinconia e delle canzoni generazionali

Nella scaletta trovano posto le più recenti “Chiamami” e “Agosto Morsica”, i classici moderni “French Fries” e “Pakistan” e due canzoni assolutamente generazionali come “Anima lattina” e “Mancarsi”.
Digressione senza pretesa di oggettività; sono stato letteralmente rapito dalla splendida “Zombie al Carrefour” (a proposito di testi generazionali), in una versione quasi completamente acustica che lascia tutto lo spazio dell’emotività alla voce di California.

Il gran finale è affidato a “Post Concerto” e a quel urlato a ripetizione, come a ribadire un’esistenza, una voce che ora pretende di essere ascoltata nonostante alle volte ci si senta “bicchieri abbandonati/ invisibili alla gente”.

a cura di
Donato Carmine Gioiosa

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Donato Carmine Gioiosa

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