Esteban ci racconta traccia dopo traccia “Nuvola+Sole”

Esteban ci racconta traccia dopo traccia “Nuvola+Sole”
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Si intitola “Nuvola+Sole” ed è il primo album di Esteban uscito il 9 giugno per Visory Indie/Believe, e che si presenta come la versione “estesa” dell’EP “Nuvola” uscito lo scorso anno. 

L’album è frutto del progetto indie-pop lo-fi  del giovane Esteban Ganesh Dell’Orto. La volontà è quella di miscelare in maniera equilibrata le radici del cantautorato dalle quali l’artista proviene e le sonorità più moderne dell’indie pop.

La scelta di lasciare che ad emergere sia la voce viene ben resa dalla semplicità delle produzioni, affinché proprio attraverso la voce si possa comunicare all’ascoltatore le ragioni del suo cantato. Al centro di “Nuvola+ Sole” c’è in primo luogo la leggerezza e la semplicità il che però non esclude la presenza di temi e argomenti spesso faticosi e a volte anche dolorosi.

L’Esteban ragazzo si caratterizza per un melting pop di influenze: origini cilene, una cultura indiana di derivazione materna, nato a Palermo e trasferitosi a Milano dove attualmente trascorre la sue giornate tra l’Accademia delle Belle Arti di Brera e le attività di insegnamento dello yoga e del calcio ai giovanissimi. L’influenza della cultura indiana e orientale dell’artista ha fatto ricadere la scelta su alcuni strumenti che potessero in maniera sottile e delicata rimandare a quelle temperature.

Noi gli abbiamo chiesto di raccontare l’album traccia dopo traccia!
Ipocondriaco

La mia migliore amica fin da quando ho memoria, non sono mai esistito senza di  lei, è con me da sempre. 

Ho imparato a riconoscerla e a conviverci anche se è spesso un crucio da  portare appresso, ma è anche casa in un certo e morboso senso.

Abat-Jour 

Frenesia, fretta e dinamicità. L’amore spesso è così, rapido e fulminante, fatto  di baci e di viaggi, che siano mentali fisici. 

Luci spente e luci accese, l’amore si cela dietro la luce del giorno ed è evidente  nell’oscuro nella notte.

Nina

Dolce, tenera e soave. Nina mi perseguitava da tempo nella mente ed è una  fiaba che fischietta in testa, che canticchi in bici la mattina andando a scuola o  che ascolti in metro tornando a casa.  

È astratta e volatile.

Milano, Abbracciami

È la prima volta che scrivo con un altro artista una canzone. Mi sono fatto  guidare dalla sua penna e dalle sue parole. Andrea Dodicianni non è stato solo  un autore per me ma anche un fratello con cui scrivere della mia vita dal suo  punto di vista. Abbiamo raccontato della città dove vivo e dove ci siamo  conosciuti, dell’abbraccio caldo che il nostro incontro ci ha regalato. Di viaggi e  vespe, di amori dolorosi e belli. Di quello che ci lega insomma perché anche se  veniamo da ondi diversi abbiamo in comune una grande sensibilità. Pitturata e  grigia allo stesso tempo, Milano, Abbracciami è una malinconica via di fuga dalla  monotonia cittadina riversata nella nebbia dei ricordi.

Meda 

È un racconto di uno stato d’animo interiore legato alla paura dell’abbandono. È  una narrazione di come due avvenimenti della vita si sono fusi l’uno con l’altro e  che sono ancora molto vivi dentro di me. 

Due persone che si intrecciano nel mio animo e che sono esattamente quello  che comunemente tutti chiamiamo Casa. 

Meda è la via di dove sono cresciuto, casa nel vero senso della parola, le radici,  la sicurezza, la protezione.  

Dalla pancia della Mamma, alla Stella più luminosa del cielo.

CBD 

CBD è una storia d’amore che viene raccontata in una chiave esperienziale e  che fa vivere attraverso la voce sul corpo e sulla pelle di chi l’ascolta le  sensazioni che questa storia d’amore racconta. 

nonostante il testo sia tendenzialmente cupo, il ritmo e la musicalità del brano  siano allegri. 

La doppia interpretazione di Esteban e Matilde crea un dualismo che va a  mescolare la narrazione della storia stessa alternando le voci e  sovrapponendole e rendendo così questa storia tra il reale e l’inconscio. proprio per quest’ultima ragione la copertina stessa racconta di un mondo che,  citando Jung, verrebbe definito quello dell’inconscio e quindi le figure non sono  nitide e facilmente comprensibili ma mescolate e amalgamate l’una con l’altra  per non far intravedere all’ascoltatore e all’osservatore dove finisce lui e dove  inizia lei.

Bandierine Tibetane

È un racconto di un viaggio, fisico e spirituale, fra il Tibet e  l’india luoghi ai quali sono vicino per ideologia spirituale, avendo fatto yoga da  tutta la vita e simpatizzando l’induismo. Collega le mie bandierine tibetane nel  terrazzo di casa con mia madre su nel cielo.

Nano Cilao

È una canzone di che parla di tantissime emozioni legate alla mia persona  quindi all’amore al viaggio e soprattutto alla cucina che è un luogo nel quale io  passo tanto tempo. la cucina da tanti anni vicina alla mia filosofia di vita in  quanto ho perso mia madre da allora ho dovuto provvedere io a mia casa anche  se avevo soltanto 12 anni. È una preparazione imparato molti anni fa grazie  anche a mia nonna perché in Sicilia si fa la pasta al forno al ragù con i piselli  diverso ma grazie anche all’influenza della mia origine sudamericana ho  sperimentato diverse tipologie di ragù. 

nano cilao. È una particolare tipologia di pomodoro che esiste in Sudamerica, ci  sono tante mondo è questa è una delle più particolari nel Sudamerica. E quindi  in questa canzone c’è il mio connubio tra la tradizione italiana e quella  sudamericana la cucina poi anche tanto amore tutto quanto quello che riguarda  l’emozione. 

È un testo interessante perché credo di essere riuscito a dare a dare delle  figure retoriche interessanti personificazioni tra cibo e soggetti.

Christine 

È una canzone tributo per il libro “noi ragazzi dello zoo di Berlino”. Un libro  al quale sono molto legato, un po’ per la storia che la stessa Christiane  Vera Felscherinow racconta e la forza con la quale arrivano le sue parole,  un po’ per una persona a me cara che me la ricorda. 

Il tema della dipendenza è un tema che oggi ha perso un po’ di attualità  ma che secondo me ha sempre grande importanza. Soprattutto per i  giovani e i giovanissimi. 

È forse la canzone più introversa e cupa dell’album ma anche quella più  intima. è cruda e deve arrivare diretta, quasi disturbare l’ascoltatore, con  questo ritornello ipnotico e ripetitivo. 

Ci ho messo un anno a finire di leggere il libro, non solo per la mia pigrizia  ma anche e soprattutto perché non volevo abbandonare questa persona  che, grazie a quelle parole così semplici e profonde, mi faceva rimanere  legato, come se fosse lei stessa a raccontarmele.

Sapone di Marsiglia

Il testo racconta un amore descritto interiormente.  

È una raccolta del campo semantico di sensazioni ed emozioni espresse in una chiave interiore del  mio vissuto. È un innamoramento legato alle sensazioni, al percepito corporeo e a ciò che  quest’ultimo rigetta nella riflessione sul mondo, nella sua esternazione in esso. Il ritornello è un canto che tende ad essere quasi urlato, un po’ straziato e un po’ dilaniato e per  questo si ripete, ma nonostante questa componente esasperante rimane un testo delicato, tenue  e allegro. 

Come mi era già capitato nei due testi precedenti, all’interno di questo testo troviamo una serie di  figure retoriche e personificazioni come per esempio “tu striata come tigre” o “il tuo umore è  come una fionda” che esprimono nel dettaglio le sensazioni. 

Tutte descrizioni spiegate da un punto di vista molto personale ma facilmente adattabili a diverse  interpretazioni. 

Mi piace l’idea che chiunque ascolti possa, da sé, scegliere quale interpretazione dare e viaggiare  un po’ con la riflessione personale; credo sia importante per una musica come la mia non rendere  tutto scontato e definito il testo, ma che si lasci sempre una componente di mistero e di ignoto per  l’ascoltatore per invitarlo a spaziare con la sua riflessione interiore.

Aloe Vera

Hai presente la sensazione di essere immersi nel verde o di stare sotto il sole  cuocente d’estate al mare? Ecco aloe vera è esattamente il momento dopo,  dove hai la pelle bruciata e sei completamente ustionato. L’unica gioia che ho  trovato in questi momenti era andare nel giardino della mia casa al mare dove  andavo sempre d’estate e tagliare qualche foglia di aloe e spalmarmela  addosso. E perché questo incontro con la natura non può che essere in realtà  un incontro con una persona nuova? Per me lo era e quindi ho scritto questa  canzone

Luz de vela

È un racconto d’infanzia, parla di Filicudi, isola che  frequento ogni estate da quando sono nato, i suoi luoghi  raccontati nel dettaglio, vissuti come parte di me. Una  fusione di ricordi e vissuti, antico e recente. 

Luz de vela è Una canzone leggera, estiva, serena che  trasmette armonia, con un ritmo lento e disteso, che  accompagna l’ascoltatore in questo viaggio, ricco di Sicilia, di sole, sale e mare.

a cura di
Redazione

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Ilaria Rapa

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