“Questo mondo non mi renderà cattivo”: in uscita il 9 giugno su Netflix!

“Questo mondo non mi renderà cattivo”: in uscita il 9 giugno su Netflix!
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La nuova serie di Zerocalcare, Questo mondo non mi renderà cattivo, debutterà tra poche ore su Netflix, e noi abbiamo avuto il piacere di guardare i primi 4 episodi in anteprima e di assistere alla conferenza stampa tenutasi presso la Città dell’Altra Economia a Roma.  

Ad un anno di distanza dall’acclamata Strappare lungo i bordi, l’inconfondibile universo del fumettista romano torna sullo schermo con i suoi amati personaggi: da Zero, Sarah e Secco, all’Armadillo (immancabile coscienza di Zero), doppiato anche questa volta dall’unico Valerio Mastandrea.

Questo mondo non mi renderà cattivo racconta della difficoltà di rimanere se stessi in mezzo alle contraddizioni della vita.

Il titolo della serie trae ispirazione da un brano di un cantautore romano e rappresenta una sorta di mantra che lo stesso Zerocalcare si ripete in quei momenti in cui, pur di togliersi dai guai, diventa più forte il rischio di fare scelte sbagliate e rinnegare i propri ideali.

Questa nuova storia riprende le vicende dei protagonisti, che ritroviamo un po’ diversi da come li avevamo lasciati, ed introduce un nuovo personaggio di nome Cesare, un vecchio amico che, tornato nel quartiere dopo un periodo di assenza, fatica a riconoscere il mondo in cui è cresciuto.

L’introduzione di Cesare serve quindi come espediente per permettere alla serie di svilupparsi intorno ad un concetto chiave ben preciso, ovvero l’essere in grado di fare le scelte giuste e di riuscire a trovare il proprio posto nel mondo.

“Questo mondo non mi renderà cattivo”

Come anticipato dall’autore stesso (Michele Rech, il nostro Zerocalcare) alla conferenza stampa, e riportando qui le sue parole: “Questa nuova serie alza leggermente l’asticella rispetto alla prima e prova a realizzare un prodotto più complesso e perfino più divisivo”.

Mentre con Strappare lungo i bordi Zerocalcare si sentiva più rassicurato e vedeva la serie come un’occasione perfetta per l’introduzione dei personaggi, con Questo mondo non mi renderà cattivo ha osato e rischiato molto di più: insieme ai produttori Giorgio Scorza e Davide Rosio è riuscito a mettere in scena tematiche molto diverse e più ricche di sfumature.

Rimanendo fedele al racconto iniziale e rispettando il punto di vista di Michele, la serie è stata in grado di rappresentare al meglio quella voce schietta, unica e sincera che ha sempre caratterizzato i lavori di Zerocalcare.

“Questa per me è una storia molto umana e sentita personalmente, e me la sono vissuta come la mia biografia.”

Michele Rech (Zerocalcare)

Ma le novità non finiscono qui, perché dal punto di vista estetico e produttivo la storia contenuta all’interno di questa nuova serie presenta un formato più lungo e ha un respiro molto più simile a un racconto cinematografico. Molte scene e sequenze, infatti, sono state rese in modo realistico, come un vero e proprio film!

Zero e l’Armadillo
Le mie impressioni

In questi primi quattro episodi vengono dunque affrontate diverse tematiche, ma io vorrei soffermarmi su una in particolare che mi ha personalmente toccata e di cui vorrei parlare in questo primo articolo (ce ne sarà un altro con l’analisi delle tematiche e gli spoiler appena tutti gli episodi usciranno su Netflix).

Sto parlando della rappresentazione magistrale, precisa e realistica di quella specifica fase della vita in cui (seguendo i ritmi della società) ci sembra di rimanere fermi sulla stessa casella mentre ognuno di noi ed ogni cosa intorno a noi scivola via e prosegue dritto, lasciandoci indietro.

Vedendo scorrere sullo schermo le vite e le vicissitudini dei personaggi, la mia mente è andata dritta alle parole di una nota cantautrice americana che secondo me descrivono perfettamente ciò che viene raccontato in questa storia:

“Gli amici si lasciano, gli amici si sposano/ Gli estranei nascono, gli estranei vengono seppelliti/ Le tendenze cambiano, le voci volano attraverso nuovi cieli/ Ma io sono esattamente dove mi hai lasciata.”

Taylor Swift

Ammetto che la canzone in questione possa contenere diverse interpretazioni, ma penso che si possa tranquillamente applicare alla specifica fase e sensazione di immobilità di cui parla la serie.

Mi spiego meglio.

Rimanere congelati

Analizziamo i protagonisti di questa storia: anche se non sembra, sono tutti adulti che, arrivati quasi alla soglia dei 40 anni, tentano in ogni modo di trovare la stabilità tanto agognata fin da quando erano “dei pischelli”.

Chi più chi meno riesce in qualche modo a realizzarsi, ma molti rimangono indietro, abbandonati a loro stessi e alla continua lotta per avanzare e farsi spazio in una società che li ha lasciati disarmati e – soprattutto – sfiniti.

Lo scontro con la realtà è stato impattante e traumatico: ora si trovano a dover fare delle scelte mettendo in dubbio i propri ideali e la propria moralità solamente per tentare di sopravvivere e non rimanere congelati nelle proprie vite.

Chi non si è trovato in questa situazione almeno una volta della vita?
Già.

Penso sia questo il fulcro centrale della serie.

Zero e una foto di Don Matteo
L’unico e il solo Zerocalcare

Un anno fa non conoscevo Zerocalcare – e non sono amante delle serie animate, quindi non avevo grandi aspettative -, ma il romanaccio mi ha sempre attirata (sono fan de I Cesaroni quindi capirete) e così ho guardato ed amato Strappare lungo i bordi.
Con mia grande sorpresa, dopo aver finito tutti gli episodi mi sono ritrovata a piangere nel mio letto davanti ai titoli di coda.

Ad oggi mi è successo lo stesso con Questo mondo non mi renderà cattivo, ma se possibile in un modo ancora più profondo (e non ho ancora visto gli episodi rimanenti).

Sarà perché mi sono riconosciuta nei personaggi, sarà perché ha trattato tematiche a me care, ma in fondo l’ha detto lui stesso in riferimento alla serie, parlando del personaggio di Cesare:

“Me l’hanno già chiesto in molti e ci tengo a dire che Cesare non è una persona reale della mia vita, ci sono stati molti Cesari e penso che per ognuno di noi ci siano stati.”

Michele Rech (Zerocalcare)

Ed è infatti proprio così: lo stile così potentemente generazionale di Zerocalcare rende i personaggi delle sue storie universali. Persone che, almeno una volta nella vita, tutti noi abbiamo personalmente e realmente incontrato.

Una cosa comunque certa è che rimango sempre più stupita e affascinata da come Zerocalcare riesca ad affrontare questioni esistenziali con estrema leggerezza.

Con la sua infinita ironia il fumettista induce lo spettatore a guardarsi dentro e ad analizzare se stesso e la propria vita.
Tutto questo alternando momenti di pure risate a momenti di pianti disperati!

Consigliata?

Assolutamente sì, e penso di essere stata abbastanza esaustiva nei paragrafi precedenti.

Quindi qualsiasi cosa abbiate programmato per il 9 giugno, lasciate tutto in sospeso e iniziate questa meravigliosa serie!

Guarda il trailer di “Questo mondo non mi renderà cattivo” su YouTube!

a cura di
Francesca D’Orta

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