“Trigun Stampede”: il ritorno di Vash

“Trigun Stampede”: il ritorno di Vash
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L’opera di Yasuhiro Nightow del 1998 ritorna sugli schermi ma con un look nuovo. Il progetto riuscirà a reggere il peso del confronto con l’amatissimo originale?

La trama

Il remake Trigun Stampede segue la trama dell’originale prendendosi la libertà di fare alcuni ritocchi e cambiamenti. Vash the Stampede è conosciuto per tutto il pianeta di No Man Land come “the Humanoid Typhoon” e sulla sua testa pende una ricompensa di ben 6 milioni di dollari.

Meryl Stryfe, giornalista in erba, è decisa ad intervistarlo per far decollare la sua carriera e guadagnare il rispetto di tutti i suoi colleghi. Parte così accompagnata dal suo superiore Robert alla ricerca del famigerato criminale. Tutte le aspettative su colui che si è guadagnato il soprannome da un disastro naturale crollano quando incontriamo per la prima volta Vash, appeso a testa in giù come un salame e gridando aiuto.

Il primo episodio è in grado di farci conoscere il ragazzo in un modo piuttosto completo in soli 20 minuti. Un protagonista all’apparenza impacciato e sfortunato ma in grado di fare cose straordinarie quando arriva il momento di proteggere gli altri.

Fonte: Crunchyroll
Cosa c’è di diverso

Alcuni dei cambiamenti di trama più rilevanti rispetto all’originale riguardano proprio il fratello di Vash: Knives, infatti, viene subito mostrato come il nemico principale del nostro protagonista e viene esplicitata anche la loro relazione, mentre nella prima versione il suo passato è stato svelato in maniera molto più graduale. Inoltre, la taglia di Vash si è abbassata parecchio: da 60 miliardi di doppi dollari a “solamente” 6 milioni.

Il design di Vash stesso è abbastanza diverso dalla prima serie: i capelli in grado di sfidare le leggi della gravità assumono un aspetto più sbarazzino e vicino alle acconciature dei nostri tempi, dandogli un aspetto più contemporaneo. Anche l’abbigliamento e gli iconici occhiali hanno subito qualche ritocco, ma non troppo da non far riconoscere lo stile originale.

Fonte: Pinterest
La nuova animazione 3D CG

Studio Orange ha deciso di realizzare il remake in 3D CG. Questa tecnica di animazione è già stata utilizzata per un’altra famosissima produzione dello studio, Beastars. Questa tipologia 3D CG permette di simulare la realtà attraverso la creazione di modelli wireframe di tutti i personaggi e gli oggetti in una scena. Successivamente, attraverso valori matematici vengono inserite le forme tridimensionali di questi modelli in un computer.

Se un modello personaggio si muove, gli animatori collegano le sue parti in movimento con giunti e uno scheletro per dare una gamma di movimento naturale. Questo permette ai personaggi di agire in modo meno macchinoso rispetto all’animazione classica. In Trigun Stampede questa fluidità dei movimenti viene sottolineata nelle scene d’azione anche attraverso la collaborazione delle diverse inquadrature delle stesse.

Fonte: Crunchyroll
In conclusione

Nonostante la nostalgia che gli spettatori di Trigun orginale possano provare, Trigun Stampede è un ottimo remake che può permettere a chi non ha potuto vedere l’opera all’inizio degli anni duemila di recuperarla attraverso una lente più vicina al tipo di animazione a cui siamo abituati ai giorni nostri. L’unico cambiamento che veramente rimpiangiamo è la mancanza dell’iconica sigla originale.

A cura di
Chiara Vanzan

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