Intervista a Niccolò Calandri di 3Bee: il sistema delle api e la partecipazione a Fantasanremo

Intervista a Niccolò Calandri di 3Bee: il sistema delle api e la partecipazione a Fantasanremo
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3Bee e la rappresentazione di un nuovo modo per contribuire alla salvaguardia del pianeta grazie al contributo e cura delle api

La nostra società ha iniziato a prendere consapevolezza della sostenibilità dal 1987, anno in cui viene presentato il Rapporto Brundtald dal titolo “Our common future”, una linea guida pubblicata dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo svilupppo. Eppure, solo negli ultimi anni, anche grazie a famosi attivisti come Greta Thunberg e i Fridays for Future, il concetto è diventato un fenomeno culturale ed è entrato a far parte dei nostri discorsi quotidiani.

Le persone, unite dal fine comune di aiutare il pianeta, si sono sensibilizzate verso tematiche come gli allevamenti intensivi, un consumo responsabile dell’acqua, la riduzione dell’uso della plastica e lo spreco alimentare.

Ma che valore hanno le api all’interno del nostro eco-sistema? Questo ce lo spiega Niccolò Calandri, ingegnere elettronico e CEO di 3Bee, un’azienda italiana all’avanguardia nella protezione delle api attraverso la tecnologia.

Ciao Niccolò, ti ringrazio per aver accettato il nostro invito e con così tanto entusiasmo. Quasi tutti conoscono il Butterfly Effect, ovvero che un battito d’ali può causare un uragano, ma invece in che modo le api contribuiscono e influenzano l’equilibrio del pianeta?

Ciao e grazie a voi per l’invito. Innanzitutto noi di 3Bee, invece di parlare di api, preferiamo parlare di impollinatori. Quest’ultimi comprendono circa 3.000 specie in tutta Europa e noi le studiamo a partire da quella Mellifera, ovvero la specie più diffusa in Occidente. Le api hanno un ruolo fondamentale per gli ecosistemi, per il lavoro e il ruolo di impollinazione.

Attraverso quest’ultima si crea un legame simbiotico tra l’ape e la pianta che rilascia nettare (sostanza zuccherina) e polline (sostanza proteica). L’ape cattura queste sostanze e le porta in giro, facendo così circolare la riproduzione vegetale, che ricopre il 50% del lavoro, mentre la percentuale rimanente è coperta dal vento.

In merito a questo, quale conseguenza apporterebbe l’estinzione delle api?

Senza gli impollinatori si andrebbero a perdere buona parte delle colture agricole. Ci sarebbero così due scenari possibili. Il primo riguarda la perdita di tutta la produzione di cibo, fino ad attaccare anche gli allevamenti, con carenze di foraggio che farebbero cadere a picco la catena alimentare. Il secondo scenario, un po’ più distopico, è quello che vede l’assunzione di persone specializzate per impollinare a mano i campi. Nascerebbe la nuova figura lavorativa dell’impollinatore seriale. Quest’ultima è una realtà già presente in zone a monocultura, come avviene ad esempio in Cina con i ciliegi. La conseguenza è l’aumento dei prezzi del prodotto finito e la perdita di un importante valore ecosistemico.

Per quale motivo avete deciso di aiutare il pianeta partendo proprio dalle api?

Il mondo della sostenibilità è davvero vasto, a partire dalla riduzione di plastica e di CO2, fino a un consumo consapevole dell’acqua. L’ape è l’anello che congiunge tutte queste tematiche ed è l’esempio di come un organismo può collaborare a un fine comune, attraverso l’ordine e la pulizia per l’equilibrio dell’ecosistema.

Quali sono gli elementi che influenzano la mortalità delle api?

L’elenco è lungo e molto spesso ci si focalizza erroneamente solo su gli agrofarmaci. In realtà gran parte della colpa risiede nella mancanza di biodiversità e questo significa avere troppe monocolture. La soluzione sta nello sviluppare dei progetti agricoli misti o dei progetti di rigenerazione dei terreni misti. Un altro sistema è rendere le citta a prova di impollinatori con case e terrazzi verdi.
Ultimo nemico è ovviamente il cambiamento climatico.

Sul vostro sito è possibile anche attivare una collaborazione con le scuole. In questo senso, spiegato a un bambino, come funziona 3Bee e la sua tecnologia?

In breve: le api sono quei fili che collegano le piante fra di loro per continuare la crescita ambientale.

Abbiamo due educatori che sviluppano progetti per le scuole d’infanzia e primarie, ma anche progetti rivolti all’università.

All’interno dei percorsi educativi esiste la parte di insegnamento, ovvero come le api si comportano all’interno di un alveare in quanto esse sono divise per ruoli che sono mutabili nel tempo.

Per monitorare gli alveari adottate delle tecnologie specifiche. Come funzionano?

Abbiamo due grandi tecnologie. Una su l’ape Mellifera che utilizza dei sensori a IoT posizionati direttamente nell’alveare da cui catturano dati. Questi riguardano il peso, la variazione di caloria per capire se le api si nutrono adeguatamente, oltre alla quantità di nettare e di biodiversità. Inoltre, attraverso un microfono, ascoltiamo i loro suoni, mezzo che le api utilizzano per comunicare fra di loro. Noi in questo modo riusciamo a capire se ad esempio la regina ha problemi di fertilità o se hanno delle malattie. Tutte queste informazioni vengono salvate ed elaborate da algoritmi in grado di darci un resoconto sulla salute delle api e sul territorio circostante ed eventualmente come intervenire. In questo modo chi decide di adottare è sempre ben informato.
Il secondo dispositivo, posizionato nei boschi, è sugli impollinatori selvatici. Sempre attraverso il suono siamo in grado di capire che tipo di insetto è, come sta e quanti ce ne sono.

Considerate tutte queste tecnologie, quali sono le strategie che adottate per salvaguardare la salute e il benessere delle apette?

È una domanda che effettivamente ci siamo posti nel 2017 quando abbiamo iniziato con il progetto. Noi in realtà siamo permeati da onde magnetiche e anche le api lo sono a prescindere dai dispositivi che utilizziamo. Tra l’altro quest’ultimi sono alimentati da un pannello solare e vengono attivati a livello di trasmissione, solo due volte al giorno per cinque minuti. Il consumo è quindi di circa 100 volte meno di un cellulare.

Leggendo le recensioni, ho notato che questa iniziativa è stata accolta da moltissimi, ma che cosa secondo te colpisce maggiormente le persone quando sentono parlare di 3Bee?

Una delle motivazioni è l’importanza dell’ecosistema perché 3Bee non si basa sulla produzione di miele, anzi, disincentiviamo l’acquisto massivo perché lo reputiamo raro. I nostri agricoltori infatti sono quelli che producono meno miele in quanto non stressano l’ape e aspettano i cicli naturali della produzione.

La seconda motivazione è data da una forte sensibilizzazione alle tematiche ambientali attraverso piattaforme social e il nostro sito dove è possibile aiutare concretamente il pianeta attraverso le nostre box presenti sul sito. A tal proposito abbiamo lanciato le box per festeggiare San Valentino con un regalo davvero sostenibile.

Ci sono state invece delle considerazioni negative?

La principale è l’aspettativa di una produzione intensiva e di un prodotto già pronto, cosa che noi non riusciamo a dare, perché ci basiamo su un progetto sociale e ambientale. Il mondo vegan invece ci critica per lo sfruttamento animale. In realtà noi non incentriamo la nostra campagna sul miele, ma sull’alveare e la sua cura. Grazie a 3Bee riusciamo a portare avanti i tre pilastri della sostenibilità quali ambientale, sociale ed economico, senza danneggiare nessuna parte.

Ho notato che avete deciso di filmare un documentario a episodi disponibile su Youtube. Ti va di parlarmene?

È nato dalla semplice noia di agosto. Io e il resto della ciurma di 3Bee, un regista, videomaker e un agronomo, ci siamo riuniti e abbiamo deciso di parlare di ciò che ci interessa. L’argomento verte sui meccanismi sociali e ambientali con 7 episodi di 10 minuti ognuno, che abbiamo poi pubblicizzato sui nostri social. Abbiamo raccontato quindi di come la sostenibilità ambientale e sociale vanno a braccetto e di come i disastri che l’uomo ha causato, si stanno ripercuotendo su entrambe le dinamiche.

Sappiamo inoltre che sarete partner della biodiversità di FantaSanremo. In che modo spingerete le api al centro dell’attenzione anche sul palco del Festival di Sanremo?

Ci sarà un’azione sostenibile legata al mondo ambiente che vale 10 punti nel FantaSanremo. Noi la sponsorizziamo, la lanciamo e la rimbalziamo sui nostri social con l’obiettivo che le persone si iscrivano e che i cantanti facciano delle vere azioni, attraverso claim e speech, in onore della sostenibilità.

Inoltre è possibile trovare maggiori informazioni nel link all’Oasi dei Fiori creata in collaborazione con FantaSanremo.

Esiste anche una Lega 3Bee su FantaSanremo.

Vi state espandendo davvero a vista d’occhio, quali sono i prossimi passi?

L’obiettivo è quello di portare la nostra realtà anche all’estero. Abbiamo già iniziato in Francia e Germania con l’attivazione di team locali, cercando di raggiungere scuole e aziende anche in quegli stati.

a cura di
Rebecca Puliti

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