I Moise ed il loro nuovo singolo “Tranne la mia”, nato da un senso di alienazione

I Moise ed il loro nuovo singolo “Tranne la mia”, nato da un senso di alienazione
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I Moise, band emergente milanese, spiegano alla redazione di The Soundcheck il loro nuovo singolo pop rock chiamato “Tranne la mia”, un inno per chi è condannato a sentirsi sempre inadeguato

I Moise sono una giovane band di Milano composta da Greta (classe 2004) alla voce, da suo fratello Matteo (classe 2000) alla batteria, Luca “Corbs” (classe 1999) al basso e Luca Vita (classe 1999) alla chitarra e alla produzioni, quest’ultimo già prolifico produttore nella scena urban milanese.

“Tranne la mia” è uscito il 20 gennaio distribuito da Ada Music.

Il brano dei Moise dà voce alle ansie delle giovani generazioni e rappresenta uno sfogo per chi ha perso la speranza di ribellarsi alla propria situazione anche a livello sonoro: il riff distorto di chitarra viene accompagnato dal suono nudo e crudo della batteria e del basso e dall’inconfondibile voce della frontwoman.

Alla band abbiamo rivolto qualche domanda per conoscere meglio il loro lavoro ed i loro progetti futuri!

Ciao ragazzi, benvenuti su The Soundcheck! Il vostro nuovo singolo tratta tematiche impegnative come la frustrazione legata al sentire di non riuscire a cambiare la propria situazione. In che modo pensate che il vostro brano possa aiutare chi prova determinati stati d’animo (ansia, frustrazione, rabbia…)?

In realtà il nostro intento e la nostra ambizione non sono mai state quelle di aiutare chi è in difficoltà per queste situazioni, solamente quello di esprimere questo tipo di sentimenti. Senza fraintendere ovviamente, ci piacerebbe essere in grado di dare una mano a chi sta male per queste ragioni, ma non essendo in grado di aiutare neanche noi stessi, tutto ciò che possiamo fare è dar alla gente qualcosa che possa urlare per sfogarsi e per esprimersi, come facciamo noi.

L’impronta punk è certamente un tratto caratteristico del singolo. Nello specifico questo genere è ciò che vi ha unito come band, quindi, è una sorta di terreno comune da cui siete partiti o si è rivelato, invece, un punto di arrivo per il gruppo?

Di fatto siamo tutti cresciuti a pane e rock, quindi di sicuro questo genere è un punto di partenza. Nel corso di questi anni però abbiamo avuto un’evoluzione che ci ha fatti passare per il pop, per poi tornare al caro e vecchio punkettone. Si può dire che tornare qui è stato come chiudere un cerchio, e ora rimaniamo a questo vertice!

In che momento preciso avete deciso di comporre il brano riguardante i temi sopracitati? Riprende per caso delle vicende autobiografiche?

Quando scriviamo è perché sentiamo di dover dire qualcosa, o di sfogarci: “Tranne la mia” è nata da un sentimento negativo di alienazione dalla socialità, dal sentirsi completamente inadeguati a questo mondo, dal vedere tutti felici e d’accordo tranne noi. Parliamo sempre di vicende autobiografiche, a volte specifiche, altre più generali (come in questo caso) e cerchiamo sempre di riadattarle ed esprimerle in modo tale che le persone che vivono queste sensazioni possano avvicinarvici.

State già lavorando su qualche nuovo pezzo?

Naturalmente sì! Siamo sempre a lavoro, non ci fermiamo mai, abbiamo molte canzoni pronte da farvi sentire e non vediamo l’ora di regalarvele!

I soggetti che avreste potuto scegliere come copertina del vostro album erano svariati, come mai avete optato proprio per un uovo rotto?

La scelta è caduta sull’uovo rotto perché una delle cose più fastidiose che possa succedere ad una persona è scoprire, tornando a casa, di averne uno nel paniere, sia per il fatto in sé, che perché l’albume viscido sporca tutto ciò che c’è nella busta della spesa. Doveva dare proprio questo, senso di fastidio, ma doveva anche essere il simbolo di una vera rottura. Ed ecco l’uovo Moise!

a cura di
Eleonora Maria Cavazzana

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Eleonora Maria Cavazzana

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