“Chloë and The Next 20th Century”, il nuovo album di Father John Misty

“Chloë and The Next 20th Century”, il nuovo album di Father John Misty
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J. Tillman torna nei panni del suo alter ego Father John Misty dopo quattro anni dall’ultimo (riuscitissimo) album God’s Favorite Customer, con un nuovo ambizioso progetto intitolato Chloë and The Next 20th Century.

L’album, registrato tra agosto e settembre 2020, è stato realizzato ancora una volta in collaborazione con il produttore e polistrumentista Jonathan Wilson. L’arrangiamento è stato invece affidato a Drew Erickson (già attivo con Lana Del rey), mentre il mixaggio è di Dave Cerminara. Il risultato è un album di undici tracce legate da un fil rouge fatto di atmosfere retrò, tra il jazz e lo swing dei tempi d’oro di Hollywood, e dalla penna mai banale di Mr. Tillman.

Un solo ascolto non basta

Se conoscete Father John Misty, già saprete che i suoi album non spiccano per semplicità e immediatezza di comprensione, se mai proprio per una pretenziosa ricerca di complessità che gli è valsa il merito di essere una delle voci più apprezzate e allo stesso tempo dibattute del nuovo cantautorato indie.

Per poter comprendere davvero come l’artista sia arrivato a concepire quest’ultimo album, è necessario fare un piccolo passo indietro e percorrere la parabola che lo ha portato fin qui.

Dagli esordi a oggi

Dall’album di esordio Fear Fun al più romantico I Love You, Honeybear, passa poi alla controversa, diretta e sarcastica (quasi in modo eccessivo) Pure Comedy, fino all’apice della sua produzione con God’s Favorite Customer. Se quest’ultimo risulta più equilibrato, senza virtuosismi non necessari, il quinto capitolo della storia di Father John Misty ritrova invece un ricco intreccio di storie e musica, con arrangiamenti orchestrali e un songwriting estremamente riconoscibile.

Cover dell'album “Chloë and The Next 20th Century” di Father John Misty
“Chloë and The Next 20th Century”, la cover dell’album

Archi, ottoni e legni accompagnano tutta la produzione, alternando momenti più spensierati ad altri più malinconici, facendo incontrare il passato indie-folk dell’artista con i classici della jazz orchestra e del traditional pop. Il suo storytelling spesso ego-riferito lascia invece spazio ad altre storie e nuovi personaggi, con uno sguardo meno caustico sulla vita, ma sempre nelle sue corde umoristiche. 

Non solo canzoni d’amore

L’album si apre con una insolitamente allegra Chloë che ci porta subito su una pista da ballo swing o davanti a un piano-bar degli anni ‘30, accompagnati da archi e da un pianoforte vibrante. Un inizio atipico per la media triste e sconsolata di Tillman.

Si prosegue con Goodbye Mr Blue, uno dei singoli usciti precedentemente, che racconta presumibilmente di un amore finito in seguito alla morte del gatto della coppia (il povero Mr Blue?), in una ballad degna di nota.

But maybe if he’d gone sooner
Could’ve brought us back together last June
When the last time was our last time
If only then I knew
The last time was our last time
Would’ve told you that the last time comes too soon

Seguono altre ballate d’amore, Kiss me (I loved you) e (Everything But) Her Love, dove la voce di Tillman ci accompagna in un’atmosfera di sogno.

L’album prosegue sulla stessa falsariga con la malinconica Buddy’s Rendevous e Q4, altro pezzo che non passa inosservato, confermando quanto la scrittura di Father John Misty non risulti mai banale o scontata.

All’improvviso, un momento di sperimentazione bossanova con Olvidado (Otro Momento), fino ad arrivare alla delicata Funny Girl, il primo singolo estratto per annunciare l’album. 

Torna in modo più evidente l’immaginario swing in Only a Fool, seguita dalla sensuale We could be strangers. L’album si conclude con la co-title track The Next 20th Century, l’unica traccia in cui ritroviamo un’oscurità e una drammaticità più vicini a Pure Comedy e in cui è presente l’unico assolo di chitarra elettrica (grazie per la gentile concessione, Joshua). Il nostro crooner ci riporta alla realtà dopo aver navigato nella dimensione del sogno in questo film malinconico dai toni color seppia.

I don’t know ‘bout you
But I’ll take the love songs
And give you the future in exchange

O lo ami, o lo odi

Insomma, Father John Misty non può piacere certo a tutti. Quest’album riconferma quanto il suo storytelling risulti fresco e acuto rispetto a molti colleghi, sempre accompagnato da arrangiamenti più ricercati e orchestrali, con un occhio di riguardo ai grandi del passato e una voce estremamente riconoscibile.

Il risultato è indubbiamente un album audace e autentico, forse un po’ stucchevole preso nella sua totalità, ma da assaporare a piccole dosi per non farne indigestione.

a cura di
Chiara Serri

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Chiara Serri

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