Cosmo – Teatro Verdi, Cesena – 30/04/2024

Cosmo – Teatro Verdi, Cesena – 30/04/2024
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Racconto del surreale e visionario concerto del cantautore/dj che a Cesena ha trascinato tutti in un’altra dimensione, sulle ali del suo cavallo bianco

“Sulle ali del cavallo bianco”, uscito a marzo 2024, è il disco che ha riportato Cosmo al centro della scena. Un album intimo, forse il più personale del cantautore piemontese, e allo stesso tempo caratterizzato da una produzione folle e psichedelica, oserei dire sognante. Marco offre una narrazione personale legata più all’individuo e al suo equilibrio che a una visione sociopolitica come era stato per gli ultimi lavori. Personalmente l’ho amato subito e il disco non fa che crescere, ascolto dopo ascolto.

La piadina per fare il “fondino”

Di nuovo Cesena! Arrivo carichissimo! In vista di una serata da dancefloor mi fermo per una piadina così da fare un po’ di “fondino”; dimentico che a Cesena una piadina è spessa circa tre dita. Abituato a quella riminese, spessa come un’unghia, ne mangio una e mi sembra di mangiarne otto. Amici di Cesena, ma come fate? Ormai simile al Gabibbo e con la certezza che anche oggi sarò presentabile la prossima volta mi trascino verso il bar del Verdi; urge un primo gin tonic per “alleggerirmi”.

Inizio concerto

Dopo il djset di Simona Beat alle 21.30, sulle note di “Come un angelo”, inizia il concerto. Entra la band, entra Pan Dan, la perfomer che starà sempre al fianco del nostro in scena, e ovviamente Cosmo. “Gira che ti gira”, Puccy Bom”, “La musica illegale”, “Ho un’idea”, “Talponia”, “Quando ho incontrato te”; si parte fortissimo e si entra in un’altra dimensione. Il concerto è formidabile, uno spettacolo surreale, strabordante dove tutto è concesso, sopra e sotto il palco, e tutto è allo stesso tempo altissimo e bassissimo, volutamente volgare ma pieno di messaggi, di prese di posizione, di idee, di godimento purissimo.

Una bolgia

Il pubblico apprezza, è una bolgia! L’album più intimo del cantautore (eseguito giustamente per intero) dà vita al tour più assurdo, il più bello. Una liberazione di corpi, mezzi nudi su e giù dal palco, ma anche musicale in cui vale tutto; sembra di sentire Battisti o Lucio Dalla sotto anfetamine e in pieno delirio Edm. Un party vorticoso in cui tutto il pubblico balla e canta anche i brani dell’ultimo album usciti da poco ma talmente intensi da essere già nei cuori della fanbase.

No smartphone, grazie!

Cosmo è visibilmente soddisfatto, funziona tutto! La scelta di mettere i bollini alle fotocamere dei telefoni per guardarsi negli occhi e vivere l’esperienza del concerto senza separazione tra musica e corpi, è rivoluzionaria e crea un’atmosfera impensabile. Non c’è distrazione ma volontà di esserci, di lasciare tutto fuori e vivere al massimo questo momento, una festa che possa lasciare solo le migliori vibrazioni possibili.

C’è tempo per ringraziare anche la ong Mediterranea, presente in sala con una sua postazione per raccolta fondi, perché “nessun essere umano è illegale”. Compare anche una bandiera palestinese che riporta al massacro in corso a Gaza. Segni di un artista che non ha mai paura di veicolare i messaggi in cui crede nella sua arte e nei suoi concerti. Chapeau!

Club party!

Due ore e passa di godimento, gente che piange mentre balla, gente che guarda il palco e fa il gesto del cuore con le dita, confezioni di pizza regalate al pubblico con fette che passano di mano in mano (spero non fosse spessa come la piadina). Un sacco di persone che cantano a occhi chiusi con lo sguardo rivolto al cielo mentre Cosmo urla “Ti amo. Tutto qui, solo questo!” e il messaggio diventa potentissimo, la distanza tra l’artista e il suo pubblico scompare e tutto è condiviso, tutto è un trip enorme, un viaggio sensoriale a cuore aperto. Che bellezza!

Finale

Il concerto finisce con vari ringraziamenti, Cesena è l’ultima tappa di questo tour così intimo e così folle. In Estate non si potranno applicare bollini, non ci saranno spazi così piccoli e sarà comunque diverso. Cosmo si dimostra anche stasera assolutamente oltre, un unicum assoluto in Italia, in continuo mutamento e alla ricerca costante di una sua visione del mondo e dell’arte.

Io esco dal Verdi stravolto, mi sembra di aver ballato per tre giorni ma sento ancora entrambe le gambe, nonostante i gin tonic, nonostante uno dei concerti più vorticosi (e clamorosi) di sempre. Sarà mica merito di quella piadina spessa tre dita?!?

A cura di Andrea Amati

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Andrea Amati

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